Le tracce storiche dell’olivo in Puglia risalgono addirittura al Neolitico grazie a ritrovamenti come quelli effettuati nel sito di Pulo di Molfetta, dove furono trovate tracce di legno di olivo, e nella sepoltura di Carpignano salentino dove si scoprirono frammenti di noccioli insieme a grano e orzo. La domesticazione della pianta, qui, comincia ad avvenire nell’etร del Bronzo, mentre รจ in epoca Romana che si hanno i primi segnali di specializzazione agraria e di esportazioni nel Mediterraneo. Tutto ciรฒ a testimonianza di un territorio storicamente vocato alla presenza dell’olivo e che nei secoli ha imparato a trarre il meglio da questa pianta cercando di valorizzarne le peculiaritร autoctone.
La flessione nelle stime di produzione fanno attestare il calo di questa campagna olearia intorno al -50% passando cosรฌ dalle circa 177mila tonnellate dello scorso anno alle attuali 85mila, ben al di sotto della media degli ultimi anno che si colloca intono alle 145mila. Lโannata di scarica si รจ sommata alle vicissitudini climatiche: la prolungata mancanza di piogge e le alte temperature estive hanno reso faticoso lo sviluppo vegetativo degli oliveti creando ulteriore apprensione tra gli operatori. Laddove possibile si รจ fatto ricorso allโirrigazione di soccorso scontando, in molti casi, il limite costituito dalla capacitร degli invasi e dal livello delle falde dei pozzi che hanno raggiunto il limite sopperendo a mesi senza piogge. Solo con la fine di agosto sono ricominciate le precipitazioni che hanno portato sollievo alle piante, favorendo perรฒ in alcune aree il diffondersi di attacchi di patogeni, in particolare quelli da mosca, fronteggiati dagli operatori anche unโaccelerazione delle operazioni di raccolta.
Insomma, una concomitanza di fattori negativi che ha portato a stimare cali produttivi con punte del 70% rispetto allo scorso anno senza, perรฒ, tralasciare aree in controtendenza favorite dallโannata di carica. Anche gli effetti devastanti dovuti alla presenza della Xylella Fastidiosa continuano a influire negativamente sulle produzioni totali di alcune aree del Salento e non bastano ancora i nuovi impianti a compensare tali perdite.
Tante sono state le conferme di aziende che in questi anni ci hanno abituato all’eccellenza, ma anche molte le new entry da territori, come ad esempio la zona del Gargano, che stanno credendo sempre di piรน in una produzione di qualitร attraverso una crescente attenzione nella fase di raccolta e di lavorazione delle drupe. Ecco i migliori oli di quest’annata, quelliย premiati con le Tre Foglie, massimo riconoscimento nella guida Oli d’Italia 2023 di Gambero Rosso.
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