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“Dopo la vittoria di Sanremo? Ho fatto il cameriere in pizzeria, ma è stato bellissimo”. Intervista ai Jalisse

Il duo si racconta al Gambero Rosso: dalla passione per il cibo alle marmellate post Festival. Alessandra Drusian: "Digiuni? Non bisogna seguire sempre la massa"

  • 19 Settembre, 2025

Tutti li conoscono sotto la veste musicale, come vincitori di quel Festival di Sanremo del 1997 con Fiumi di parole che ha fatto la storia della musica italiana. Eppure, Alessandra Drusian e Fabio Ricci, al secolo i Jalisse, sono dei buongustai e hanno a che fare con il cibo più di quanto si pensi: dalle grande mangiate durante i tour alla privazione forzata di cibo durante la partecipazione al programma L’isola dei famosi.

Che mangiatori siete?

A: Non siamo grandi mangiatori di quantità, siamo per il poco ma buono. Non ci piacciono piatti troppo elaborati, a questi preferiamo un semplice spaghetto con pomodoro e basilico.

E da bambini?

F: Da buon romano, già da piccolo mangiavo piatti enormi di pastasciutta, quella non poteva mai mancare.

A: Io, invece, ero morigerata: i classici 80 grammi circa di pasta.

Chi cucina a casa?

F: Alessandra è la cuoca di casa.

A: Se facciamo concorsi in giro, cucina Fabio (sorride, ndr). Comunque, a casa mi cimento mischiando cucina veneta e romana con i segreti passati da mia suocera.

Piatti forti?

A: Da buona veneta adoro i risotti in tutte le salse, mi piace proprio il procedimento: tostare il riso, mantecare.

Andate in giro per ristoranti?

F: Sì, siamo dei curiosi, sperimentiamo. Ci piace scoprirli all’improvviso anche buttandoci alla cieca durante i nostri viaggi di lavoro, oppure di andare sul web cercando appositamente i più vicini. E poi siamo dei golosi: se scopriamo un posto che ci piace, cerchiamo di portare anche qualcosa a casa.

C’è un posto del cuore dove tornate spesso?

A: Sì, la nostra tappa fissa è a Cassino, quando siamo in zona, da Area Varlese: sembra una tavola calda, ma poi giri il bancone e c’è un ristorante dove si mangia benissimo, dallo spaghetto sciuè sciuè, come lo chiamiamo noi, alla carne alla brace.

Due buongustai come voi, come hanno affrontato la privazione di cibo all’Isola dei Famosi quando avete partecipato nel 2023?

A: Io soffro di gastrite e non avere costantemente disponibilità di cibo mi ha creato difficoltà. La fortuna è stata quando Fabio ha acceso il fuoco e ha preparato il riso. Certo… una brodaglia, ma mi ha salvato. Le scorte erano scarse e da dividere in dieci circa, poi mi sono poi abituata a mangiare meno.

F: Ci ha salvato la nostra filosofia del mangiare poco ma bene: sappiamo resistere alle tentazioni della fame. Abbiamo perso tutti chili e noi siamo stati bravi a essere centrati mentalmente e non andare.

Riguardo al digiuno, se ne fa un gran parlare anche sui social, vedi Raz Degan che ha organizzato anche il primo digiuno collettivo d’Italia. Cosa ne pensate?

A: Non bisogna seguire sempre la massa. Un influencer, poi, non è un tuttologo. Credo che per stare bene si debba mangiare un po’ di tutto e fare attività fisica. La dieta mediterranea è completa. Chi presenta problematiche di peso e vuole perderlo, deve affidarsi a medici specialisti che conoscono il metodo per darti dimagrire senza soffrire troppo.

Nel 1997 avete vinto Sanremo. E dopo che è successo?

F: Nel 1997 abbiamo vinto, nel 1998 c’è stato il tour all’estero, nel 1999 ci siamo sposati e nel 2000 è nata la nostra prima figlia Angelica. Venivano da un lungo periodo di attacchi, e avevamo difficoltà lavorative. Avendo una famiglia, ho dovuto trovare il modo per portare soldi a casa. Tra l’altro Alessandra aveva perso suo padre, e nostra figlia è nata tre mesi dopo. E sono andato a lavorare come cameriere in una pizzeria.

Come ha vissuto questo cambio lavoro?

È stato uno dei periodi più belli della mia vita, perché ho cercato di aiutare la mia famiglia. Tra l’altro venivo già da un periodo di ristorazione: quando ero ragazzo, lavoravo come gastronomo alla tavola calda di mio padre a Roma.

A cosa è servita questa esperienza da cameriere?

A insegnare anche alle mie figlie che bisogna partire dal basso. Aurora, la seconda figlia di diciotto anni, nonostante canti e suoni anche lei ha deciso di fare la cameriera e trova entusiasmo quando serve ai tavoli.

Così giovane e grande spirito di sacrificio. Eppure, molti ristoratori stanno vivendo una crisi perché non trovano personale, i giovani si rifiutano.

È proprio così, andando in giro per ristoranti ci rendiamo conto che i ristoratori soffrono e molti si sfogano dicendo che, nonostante siano disposti a pagare, non trovano personale. I giovani non hanno voglia di sacrificarsi, voglio essere liberi il sabato e la domenica, non vogliono avere impegni.

I Jalisse al Festival di Sanremo 1997

Avete un ricordo gastronomico che vi lega alla vittoria di Sanremo nel 1997?

A: Io ricordo le minestrine. La settimana del Festival di Sanremo è molto stancante fra prove, performance etc… per cui quando sono stanca cerco cose leggere come una minestra o una zuppa. E durante le prove mangiavamo quello. Poi, quando si era più rilassati si andava in un ristorante dell’entroterra sanremese a mangiare strong tra fondute di formaggio e piatti ai funghi.

F: Però, poi c’erano le marmellate dell’hotel. L’anno prima della vittoria, avevamo partecipato tra le nuove proposte e in quell’albergo facevano delle martellatine strepitose, nel vasetto di vetro, quando siamo andati via, abbiamo riempito uno zaino Invicta con non so quanti vasetti.

A: Sì, le marmellate dell’albergo c’erano anche il giorno della vittoria. Ho questa immagine davanti: tavolino con marmellate, premio di Sanremo e la pagina del televideo che annunciava la nostra vittoria.

Avete collaborato con vari marchi di cibo e partecipato anche a Celebrity chef con Alessandro Borghese, cosa rappresenta il cibo per voi?

A: Convivialità. Il fatto che la famiglia si unisce. Si può mangiare anche pane e mortadella, l’importante è stare insieme a tavola.

Alessandra, ho una domanda solo per lei: ma una veneta sposata con un romano, che pizza mangia? Mi raccomando alla risposta…

A: Romana, romana: sottile e scrocchiarella. A Rieti andiamo a mangiare sempre da Lu Golusone che ce l’ha fina fina e dato che è sottilissima, chiediamo sempre il bis!

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