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Il personaggio

"Taglio del peso? Non bevo e mangio per ore, ho gli incubi. In passato soffrivo di bulimia”. Intervista a Micol Di Segni

La campionessa di MMA combatte da oltre dieci anni ed è la prima e unica italiana della storia ad aver partecipato alla gara di Power Slap

  • 20 Maggio, 2025

I social sono invasi di duelli su un ring di gente che si schiaffeggia a turno. Non è una pratica di violenza, ma uno sport: si chiama “Power Slap”, e l’unica atleta italiana in assoluto che è riuscita a gareggiare a Las Vegas è la campionessa di MMA (Arti marziali miste) Micol Di Segni. È stato talmente un evento storico che sul palmo della mano si è fatta tatuare una pizza, dove in dialetto romano per “pizza” si intende proprio schiaffo. E non è un caso se ne va pazza, soprattutto di quella al taglio (da buona romana). Ma cosa c’è dietro la fatica di un atleta di sport da combattimento, soprattutto in fatto di alimentazione? Ce l’ha raccontato proprio Micol Di Segni.

In varie interviste ha dichiarato che è più complicato seguire l’alimentazione prima della gara, che fare la gara stessa. Come mai?

Sì, perché c’è il taglio del peso.

In cosa consiste?

Negli sport da combattimento, come in tutti gli sport a categoria di peso, esiste questa pratica che si fa per rientrare in categoria: bisogna perdere peso in poco tempo senza debilitare il corpo avendo modo di ricaricare e di entrare in gabbia o sul ring al massimo delle forze.

Si spieghi meglio.

Soprattutto negli sport in cui bisogna competere a un peso più basso possibile serve fare delle procedure per entrare in una categoria di peso. Negli sport da combattimento non è una pratica che serve per avere un vantaggio sull’avversario, ma per essere sullo stesso piano di tutti, siccome lo fanno tutti, tutti sono costretti a farlo.

Una pratica stressante nata da una consuetudine?

Negli anni si è arrivati al punto che, siccome i fighter tentano di rientrare in categorie più basse possibili, molti mettono da parte la salute per arrivare a un peso di 10, 15, 20 chili inferiore a quello a cui vivono. Un atleta tipo me che vive a 60,62 chili combatte a 52 di base, uomini di 100 kg combattono anche a 77.

Cosa mangia quando è in taglio peso?

Cibo che ha poco peso e alta intensità calorica per tenermi pulita senza aggiungere grammatura al peso corporeo. Parto con alimentazione ipocalorica per poi arrivare in fight week, la settimana del match, a fare una dieta chetogenica a estrema riduzione calorica, poi rimuovo il sale gli ultimi tre giorni, aumentando il carico d’acqua che ingerisco per andare a ingannare le ghiandole surrenali e la secrezione di aldosterone e convincere il mio corpo a buttare fuori dell’acqua che io cerco di togliere in 24 ore.

Quanta acqua elimina?

Fino a 5-6 litri per poi ricaricarla subito dopo la pesata.

Fino a quando si mangia e beve così?

A 24 ore dal peso smetti di mangiare e bere: inizia la procedura di eliminazione dell’acqua.

E come si sostiene?

Ho delle caramelle gommose, dei cubetti di anguria congelati per dare sollievo, ma tutto pesato: 10 grammi di anguria congelata e si tiene in freezer e quando stai proprio “morendo”, sei molto affaticata e stai continuando a sudare, ti metti un cubetto di anguria in bocca e ti ridà la vita. A volte fa la differenza tra la vita e la morte.

Ma tutto questo è legale?

Purtroppo sì, ed è condiviso. Lo fanno tutti e sei costretto a farlo. Però, è importante avere un buon nutrizionista che ti segue. Per quanto mi riguarda, per entrare in categoria arrivo a 52 chili, ma peso 52 chili per 5 minuti, il tempo di arrivare sulla bilancia e registrare il peso.

E poi?

Comincio una ricarica che prevede delle bibite isotoniche, dei sali minerali, 100/200 grammi di riso con parmigiano ogni tot ore abbinate a delle quantità d’acqua che mi permettono di restaurare la quantità di glicogeno che mi serve nel muscolo e restituire alle mie fibre il vigore necessario per poter competere il giorno dopo, ma soprattutto per mantenere il cervello disidratato per meno tempo possibile di modo che assorba gli impatti in modo corretto e uno vada meno incontro a trauma cranico.

C’è stato un momento in cui ha fatto uno sgarro durante il taglio peso?

No, quando sei in taglio peso hai gli incubi. Di notte sogni che hai bevuto un bicchiere di acqua o che hai mangiato un panino che ti hanno offerto; e ti svegli di soprassalto pensando di aver vanificato il lavoro di mesi, che rischi di perdere l’incontro, che non ti facciano combattere.

Un incubo.

Io posso mangiare tutti i giorni della mia vita e non posso combattere sempre e sono una privilegiata perché posso fare quello che mi piace, e siccome lo faccio per lavoro, devo arrivare in peso e non sgarrare, sarei un imbecille.

Che rapporto ha con il cibo?

Questo è uno sport che fa scattare dei disturbi alimentari.

Lei ne ha sofferto?

Sì, per anni ho sofferto di bulimia e attacchi di fame compulsiva, fame di compenso, per tutta la mia carriera di atleta e ancora adesso sono seguita da una psicologa-psicanalista, sono stata seguita anche da una psichiatra.

Cosa le crea disturbo?

Partendo dall’inizio: vengo da una famiglia di grandi obesi e la mia paura da ragazzina era di diventare obesa, mi sono cercata uno sport che mi obbligasse a rimanere in forma.

Le va di raccontare cosa è successo quando ha sofferto di bulimia?

La forza di volontà che ci vuole per portare avanti una dieta e un taglio peso è molto forte, quando hai periodi di scarico ti lasci molto andare e io, soprattutto le prime volte, dopo la privazione dovevo rifarmi del tempo perso.

Come lo faceva?

Sul mio percorso ho incontrato anche persone sbagliate. Un nutrizionista che mi seguiva mi aveva dato non un pasto libero a settimana, ma uno sgarro a tempo: ad esempio, avevo 90 minuti a settimana dove potevo mangiare tutto quello che volevo.

Cosa mangiava?

In quei 90 minuti mi preparavo delle cose davanti, ad esempio: un chilo di gelato, cucinavo tre chili di costolette, con il secchio del vomito vicino, mangiavo e vomitavo e continuavo a mangiare entro 90 minuti perché poi durante la settimana stavo a stecchetto. Adesso, per fortuna, ho un bravissimo nutrizionista che non mi fa sentire deprivata.

Ci sono dei riti che fa quando è in taglio peso per scongiurare la fame?

Faccio la lista dei ristoranti dove vorrò andare, o cose che potrò mangiare o cucinare. Vado a fare la spesa delle schifezze che mi voglio mangiare.

Frequenta ristoranti?

Si, dopo la dieta frequento molto le osterie romane.

Cosa le piace davvero mangiare?

Mi piace la pasta, quindi amatriciana, gricia, carbonara. Inoltre, adoro il barbecue americano e uno dei miei posti preferiti è “Phil’s” a Roma, dove fanno barbecue affumicato. “Dolce” è uno dei miei ristoranti preferiti. Sono una fan di pizza al taglio e adoro il gelato, lo mangerei sempre.

Pizzeria a taglio del cuore?

Ippo Pizza a Ponte Milvio.

Gelateria preferita?

Ne ho tante, ma una delle mie preferite è “Pico gelato”, quando fa il gelato pane, burro e marmellata ci vado sempre.

Cucina?

Sì, mi piace molto. Quando sono a dieta utilizzo molto la slow cooker che ho imparato a usare in America. Quando ho finito la dieta ho un affumicatore e mi diverto a fare costolette brisket, pulled pork. Mi pace molto la cheesecake e mi piace farla.

Beve alcolici?

Sono fortunata perché non mi piace il sapore dell’alcol, da ragazzina bevevo con naso tappato, solo per ubriacarmi, da quando ho iniziato a fare sport sono calorie inutili.

Quando va a fare aperitivo estemporaneo, allora, cosa ordina?

Se sono a dieta, Coca-Cola Zero o tè freddo al limone.

Ha degli hater social?

Sono milioni e commentano sempre, ma il tema è sempre lo stesso: sotto ogni video di ogni match, se c’è una donna che compete, non solo io, scrivono: “Torna in cucina”.

E lei cosa risponde?

Che ci torno molto volentieri in cucina, mi ci diverto, mi piace non lo vedo come un insulto ma come un saggio consiglio. Poi, se cucini dicono che le donne non sono come gli uomini, però se combatti allora “torna in cucina”, come la metti e la metti è sempre un insulto, per me è la stanza preferita della casa dove mangio e cucino.

Come si combattono questi stereotipi?

Facendo controinformazione, dicendo “ok sono una delle più forti fighter d’Italia insieme a Gloria Peritore, ok ci torniamo in cucina non ci sentiamo insultate”. La cosa migliore è non offendersi rispondendo che sono commenti sessisti.

Insomma, non ci riescono a buttarla giù.

Faccio a botte, ma faccio il peso con i tacchi e truccata, sono orgogliosa di essere donna. In cucina ci andrei se fossi donna o uomo, non è che la cucina è per donne o uomini, tant’è che molti chef più noti del mondo sono uomini.

E anche lì c’è un problema…

Esattamente. Gli chef sono tutti uomini, le donne in cucina fino a che sono nonne che fanno il sugo va tutto bene, ad alti livelli no. Noi sappiamo di eccellere, dall’eccellenza parte la lotta allo stereotipo.

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