Itinerari

Crepes, paté e gateau. Viaggio gastronomico a Amiens, la città di Jules Verne

La città francese celebra il padre della fantascienza anche attraverso i sapori della sua terra: dolci tradizionali, specialità locali e una cucina sostenibile tra orti galleggianti e ristoranti d’eccellenza

  • 16 Agosto, 2025

Centoventi anni fa moriva ad Amiens Jules Verne, a tutt’oggi il romanziere più tradotto al mondo e lo scrittore francese più letto. Visionario, precursore del futuro – le invenzioni dei suoi Viaggi Straordinari sono sorprendenti – Verne amava anche la buona tavola. E ad Amiens si può andare sulle sue tracce fra scoperte altrettanto sorprendenti, anche in fatto di gusto.

Piccola città, grandioso posto

Amiens è una piccola città piacevole, un’ora di treno da Parigi (in pratica la si può raggiungere interamente in treno dall’Italia in modo sostenibile), ha la più grande e spettacolare cattedrale gotica di Francia, ed è assurta a una certa notorietà ai tempi della prima storia fra in presidente Macron all’epoca studente e Brigitte Trogneaux, la sua insegnante di lettere al liceo, entrambi nati qui. Verne no, lui non è nato qui ma a Nantes, a un passo dall’Atlantico (e aveva cercato di imbarcarsi come mozzo da ragazzino, riacciuffato in extremis dal padre).

Studi a Parigi, la passione per la letteratura, aveva conosciuto una giovane vedova di Amiens, Honorine Deviane, l’aveva sposata e si era trasferito in quella tranquilla città di provincia. Dove era diventato anche consigliere comunale, aveva fortemente voluto la costruzione di un grande circo stabile, in muratura (una rarità, è il più grande di Francia) che gli è stato intitolato.

La sua casa, scenografico esempio di casa borghese di fine Ottocento, con tanto di torre, oggi è diventata museo e racconta una vita dedicata alla scrittura, con il suo studio e la ricostruzione dell’ufficio del suo editore Pierre-Jules Hetzel, che intuì per primo la genialità di quell’autore e pubblicò tutti i suoi romanzi più famosi – Ventimila leghe sotto i mari, Il giro del mondo in 80 giorni, Viaggio al centro della Terra – tutti scritti nella quiete di Amiens. Oltre 700 oggetti e ricordi (che in gran parte arrivano dalla collezione più ricca del mondo, quella del torinese Piero Gondolo della Riva, acquistata dalla città) a ricostruire una vita immaginaria nel segno dell’avventura.

Usciti dalla casa-museo un percorso scandito da targhe narranti, il percorso Arronax (dal nome del professore di Ventimila leghe sotto i mari) in 18 tappe racconta i luoghi legati a Verne in città, compresa la strepitosa installazione del Nauti-Poulpe, creatura ibrida, metà polpo e metà Nautilus,12 tonnellate di peso, 9 metri di larghezza e 6 di altezza, inaugurata proprio quest’anno per i 120 anni dalla morte dello scrittore.

Tappa finale al cimitero della Madeleine, dove Verne, vissuto ad Amiens 34 anni, è sepolto (per tutte le informazioni www.amiens-tourisme.com e www.atout-france.fr).

E il cibo?

Era un buongustaio, Jules Verne. Nei suoi romanzi ci sono trionfali descrizioni di banchetti, basta ricordare quello offerto dal capitano Nemo sul Nautilus in Ventimila leghe sotto i mari, interamente a base di prodotti dal mare e già attento alla . Lui era goloso di dolci (finì diabetico), di paté d’anatra in crosta, due specialità di Amiens, insieme alla ficelle e alle verdure, una storia curiosa.

Cominciamo dalla fine, dai dolci. E da un grande classico, i macaron. In pratica non c’è città di Francia che non abbia i suoi macaron. Quelli di Amiens sono firmati Trogneux (stessa famiglia di Madame Brigitte) e sono una storia familiare dal 1872, oggi arrivata alla 6° generazione, tutti i titolari di nome Jean a cominciare dal fondatore Jean-Baptiste. I suoi macaron sono rimasti identici nel tempo, rielaborazione di una specialità della Piccardia conosciuta fin dal XVI secolo, ricetta tradizionale a base di mandorle, zucchero, uova e miele, senza coloranti (niente a che vedere con i macaron parigini, quindi). Da gustare nella bottega davanti alla cattedrale o nella sede storica di 1 rue Delambre (rifatta dopo i bombardamenti dell’ultima guerra).

Altra specialità dolce imperdibile il gâteau battu, una delle istituzioni della Piccardia. A meta strada fra la torta e la brioche, ricco di uova e burro lo si trova nelle pasticcerie come al ristorante. Da provare la ficelle, ovvero una crêpe, una fetta sottile di prosciutto, la salsa duxelles agli champignon, tutto controllato dai «Compagnons de la Ficelle Picarde», regola ferrea niente besciamella: il segreto della ficelle piccarda (quella vera, dunque) è la crème fraîche. Gran specialità – e passione di Verne – il paté d’anatra di Amiens, creato nel 1643: un paté in crosta di tradizione, perfetto antipasto gourmet, servito al ristorante, preparato dai traiteur, ma anche in scatoletta nei negozi di alimentari, è ideale con un’ insalatina o qualche verdure degli Hortillonnages.

Gli Hortillonnages, un sito unico in Francia

Coltivati fin dal Medioevo, sono orti-giardino galleggianti e costituiscono un mosaico di 300 ettari nel cuore della città. Racchiusi dai bracci del fiume Somme e dell’Avre, gli appezzamenti sono separati da piccoli canali chiamati “rieux”, da percorrere su una tradizionale barca a cornet, lunga e affilata come una gondola. Oltre ad essere una riserva di verdure fresche, gli Hortillonages sono scenario (fino al 12 ottobre, da maggio) del Festival internazionale dei giardini con installazioni d’arte sorprendenti: una cinquantina di opere d’arte realizzate sulle piccole isole da scoprire in modalità turismo slow, ci si ferma dove si preferisce.

Per acquistare verdure appena raccolte, il mercato del sabato mattina sulle rive della Somme in città, nel quartiere Saint-Leu, dove produttori locali offrono oltre a frutta e verdura, oltre a pane e marmellate, birre locali, formaggi giusti da abbinare, miele e pan di zenzero, ficelles, lumache di Vimeu. E un paio di indirizzi eccellenti agli Hortillonages: l’Ile aux fruits (www.ile-aux-fruits.fr) o la Ferme des Hortillonages.

Ristoranti che piacerebbero a Jules Verne

La Brasserie Jules (www.brasserie-jules.fr) è un’istituzione, atmosfera che ammicca al Nautilus, la gran foto di Jules Verne scattata dall’amico Nadar, la più famosa, il profilo dello scrittore ricamato sui tovaglioli. Qui si gustano trionfali plateau di frutti di mare, il foie gras d’anatra e la ficelle, e la boule Jules Verne al cioccolato per dessert. Altro indirizzo da provare Le Quai nel quartiere Saint-Leu lungo la Somme (www.restaurant-lequai-fr) dove la specialità è un’impeccabile ficelle piccarda. Ma il locale più nuovo e interessante, segnalato dalla Michelin, è Hyacinthe (www.restaurant-hyacinthe.fr) piccolo locale centralissimo di un giovane e già grande chef,

Thomas Dumont che pratica una “gastronomie engagée”, impegnata, sostenibile, stagionale, rispettosa del territorio e di chi lavora.

Tutte le verdure arrivano dagli Hortillonages, le carni sono piccarde, l’agnello dall’estuario della Baie de Somme, il pesce è pescato con la lenza della Côte d’Opale, e i piatti sono sempre nuovi, come la torta di filetto mignon, sottaceti di verdure e rana pescatrice, pomodori, melanzane ed erbe di mare, alghe e salicornia.

Formatosi con grandi chef come Cyril Lignac e Hélène Darroze, è attento al rapporto tra la sua cucina, la natura e le persone, e propone piatti a prezzi giusti (a cena 4 piatti 50€,  e a pranzo formula da 27€). Ad accompagnare i piatti birre artigianali,  vini locali (anche nella Somme si produce vino). Una cucina che solletica la creatività: anche a Jules Verne sarebbe piaciuto andare a provarla.

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