
Città dal passato glorioso, non si contano i versi e i poemi dedicati all’antica Agrakas. Da Pindaro, che la definì la più bella città dei mortali, alla “Strada di Agrigentum” di Salvatore Quasimodo. Ma è Pirandello, Premio Nobel per la letteratura che da Agrigento, sua città natale, inizia il suo viaggio nel cuore della mente e dell’anima dell’umanità. Non bastano duemilacinquecento anni di storia per quella che fu la grandeur di Agrigento, che oggi, proclamata Capitale italiana della Cultura 2025, prova a rinascere partendo proprio dal suo passato glorioso. Una rinascita difficile, della quale fa parte timidamente ma con orgoglio anche la ristorazione, che tra novità, conferme, sembra essere fedele al territorio e a custodirne le sue preziose risorse.
La nouvelle vague agrigentina fa tappa da Carusu, il fine dining del giovane chef under 30 Alen Mangione
Ha le idee chiare il giovane chef-patron Alen Mangione del ristorante Carusu che si affaccia sul quartiere ellenistico- romano, immerso nella valle dei templi ad Agrigento. La sua è una cucina che affonda le radici nella tradizione e spinge allo stesso tempo l’acceleratore sulla sperimentazione e ricerca. Nei suoi piatti c’è voglia di innovazione e creatività, unità alla dedizione per le materie prime del territorio. Un ambiente intimo e ricercato, ventiquattro coperti in tutto, una sala gestita dal fratello, e quella vocazione al fine dining. Tre i percorsi -degustazione: “I Vegetali”, “A Mano Libera”, “Carusu experience”. À la carte, piatti come la “Seppia Mascariata”, seppia farcita, crumble alla cipolla, peperoncino e salsa al vino bianco; “Porca Vacca”, battuta di Modicana e il suo grasso, grué di cacao, nasturzio e passion fruit; “Le Boccole”, boccole mantecate con ragù di lepre, portulaca e Piacentino Ennes; “Il Piccione”, variazione di piccione, arachidi e more fermentate
Carusu Restaurant – Valle dei templi Agrigento
Akropolis: cena con vista sui templi greci, avvolti dal mito e dalla storia
Immerso nel parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento, il Ristorante Akropolis offre un panorama unico e suggestivo che si apre alla vista magnifica del tempio della Concordia e di Giunone ad est e il tempio di Ercole nel lato ovest. Nato nel 1999 da un’antica tradizione di famiglia di ristoratori siciliani ad Agrigento, la cucina è affidata al resident chef Davide Giambruno, che trae ispirazione quotidiana dalla terra siciliana e dalle sue tradizioni marinare. Tra i piatti in menù: Ceviche di capasanta marinate allo yuzu, cremoso di avocado e dadolata di cetriolo e datterino, o il Cannolo di pasta fresca all’uovo con stracotto di scottona siciliana, verdurine e fonduta di provola delle Madonie.
Ristorante Agrigento Akropolis, immerso nella valle dei templi.
La Scala, il legame con il territorio dello chef Vincenzo Santalucia nel cuore di Via Atenea
Descritta numerose volte dalle pagine di Pirandello, la via Atenea è il salotto letterario della città. Il ristorante La Scala, all’interno dello storico Palazzo Grenet di fine Ottocento, è sede della cucina dello chef Vincenzo Santalucia, che, suggella il legame con il territorio e le materie prime siciliane. Rispetto, tradizione, sapori deciso, è un forte senso di appartenenza alla terra e al territorio, definiscono la cucina dello chef Santalucia che predilige l’uso di prodotti di stagione siciliani, sapori, consistenze, gusti che giocano sul doppio filo semplicità e ricerca.
Ristorante La Scala – Chef Vincenzo Santalucia
Ristorante Ambrosia del Doric Hotel, progetto ecosostenibile e farm to fork
Affacciato sul tempio di Giunone, il ristorante Ambrosia del Doric eco boutique hotel, punta sulla sostenibilità ambientale e sull’utilizzo in cucina delle verdure, mandorle, olio, pistacchi della propria farm, frutto del sogno e del lavoro di Enzo Agrò, l’architetto e proprietario del Doric Hotel con il pallino per la sostenibilità. La cucina è un percorso gastronomico che racconta l’isola nella sua semplicità ma anche nella sua storia e varietà dei patti e delle materie prime. Si inizia con la minestra di mare e tenerumi o la triglia incontra la trippa e si chiude con il gran finale con Telamone Dorico, un dolce che si ispira al Telamone del tempio di Zeus, scelto come logo di Agrigento capitale della cultura 2025. Altro non è che doppia consistenza di pistacchio DOP di Raffadali, croccante alle mandorle, riduzione al mandarino tardivo e ricotta.
Home – DORIC Eco Boutique Resort e SPA – Sicilia Hotel 5 Stelle
Osteria del Capitano, l’approdo sicuro dello chef-marinaio Salvatore Cozzitorto
Zero waste, territorialità, stagionalità e sostenibilità. Parole-chiave del manifesto di Salvatore Cozzitorto dell’Osteria del Capitano, nel cuore del centro storico di Agrigento. Ex capitano di lungo corso, tra i più giovani comandanti di navi mercantili d’Italia, Cozzicorto nel 2024 ha gettato l’ancora ad Agrigento per il suo progetto culinario. Il suo è un racconto di storie, di terra e di mare, costruito attorno a un’attenta selezione delle materie prime, tecniche di lavorazione ben curate, una predilezione per i piccoli produttori locali, la valorizzazione dei tagli poveri e delle cotture ancestrali, in una logica di recupero e reinterpretazione. Osteria contemporanea con richiami al passato come nel piatto iconico è il “Pane cunzato”, una rielaborazione di uno dei must del cibo tradizionale siciliano con crema di pane di lievito madre, pomodoro datterino, fonduta di Ragusano, sardine, origano, gli spaghettoni e zucchina estiva Crema d’aglio, pomodoro pic-pac, gambero rosa, tenerume.
Caico Trattoria e Cantina: sapore di mare e di sale nei piatti autentici
Era il 1952 quando Umberto Caico e la moglie Concetta decidono di aprire la trattoria a San Leone, la spiaggia cittadina di Agrigento. Formula vincente non si cambia, neanche con il passare degli anni e delle generazioni. Una cucina che resta fedele allo spirito della trattoria siciliana, dove vince la tradizione della materia prima, della freschezza e semplicità dei piatti. In cucina, lo chef Calogero Patti condivide la freschezza del pescato del giorno e l’immediatezza di piatti che profumano di mare.
Cusà- Cucina di mare: tra street food e piatti tradizionali
Nato come Fish Lab dalle idee dei giovani Federica Barbadoro e Salvo Li Vo, Cusà celebra una cucina che parte dallo street food e arriva ai piatti tradizionali che hanno il sapore di una Sicilia dinamica e giovane. Protagonista quasi assoluto è il pesce, che regna sovrano nel menù dei panini – tra i quali quello con il polpo grigliato, il panino con lo sgombro scottato – e gli Unici. Tra i primi, lo “Spaghetto d’estate” con pesto di limone, menta, tartare di crostacei e la Busiata “chi sardi” con sarde, uva pasa, pinoli, mollica croccante e finocchietto selvatico.
Expanificio Osteria e Buvette: storia, tradizione e creatività
A due passi dal Teatro Pirandello, Osteria Expanificio, ricavato da un vecchio panificio del primo dopoguerra, porta con sé la storia e la tradizione mediterranea nei piatti. Anche locanda e buvette cocktail-bar, l’Osteria Expanificio vi invita a un’esperienza culinaria dove la cucina tradizionale siciliana si fonde con creatività, offrendo piatti freschi e stagionali come lo spiedino di sarde a beccafico, i ravioli di robiola di capra girgentana, paccheri in crema di peperoni e salsiccia.
Le Boccerie: dall’alba al tramonto nella nuova formula all day long di Alessandrò Ravanà
Ancora nel cuore della centralissima via Atenea, Alessandro Ravanà è l’anima, la mente e il cuore di Le Boccerie- Pizzeria, cucina e generi alimentari. Una nuova formula, all day long, con apertura dal mattino alla sera e un menù diversificato, che spazia dalla pizza alle conserve, tra primi piatti, secondi, desserts, vini, bevande. Un vero e proprio laboratorio del gusto dove il cibo è patrimonio della tradizione siciliana ma anche rito culinario. Omaggio alle ricette storiche con il Macco di fave, il Timballo di Pasta “N’caciata” e alla tradizione della pizza che vanta un variegato menù.
Il re di Girgenti: dal romanzo di Camilleri alla Sicilia cuore del Mediterraneo
Ristorante nato dalla visione di Alfonso Sanfilippo, il nome si ispira a uno dei celebri romanzi di Andrea Camilleri, “Il re di Girgenti”. Non solo un panorama sulla Valle dei Templi che toglie il fiato, ma anche un design per gli interni che è capace di comunicare una Sicilia autentica ma dalle radici nel passato. Il menù profuma di stagioni, di Mediterraneo, e di isola, la Sicilia, attraversata da mille storie e popoli.
Home – Il Re di Girgenti
Ginger People&Food : il ristorante nato da un progetto sociale dove la Sicilia incontra l’Africa
Molto più di un semplice ristorante, Ginger People&Food, nel centro storico di Agrigento, è prima di tutto un progetto portato avanti dalla cooperativa sociale Al Kharub, il cui obiettivo è quello di creare inserimento lavorativo per persone con svantaggio sociale. Dall’alto valore e impatto sociale, la ristorazione ruota intorno alle radici comuni tra la cucina siciliana e quella africana per sviluppare esplorazioni gastronomiche che, dalla tradizione e dai prodotti di qualità del territorio, esplorano continenti ed evocano suggestioni che valicano i confini siciliani. A partire dall’Africa, terra di Mareme Cisse, chef senegalese ai fornelli del ristorante che si è fatta notare dopo la vittoria nel 2019 al Cous Cous Festival di San Vito lo Capo. Simbolo di questo scambio e contaminazione continua a tavola tra Africa subsahariana , Magreb, Sicilia, è proprio il couscous tradizionale, con semola di grano duro siciliano, lavorata a mano e cotta al vapore, nella versione vegetale, di carne o pesce.
Granofino, l’hub gastronomico che punta sulla pizza contemporanea
Un vero e proprio hub gastronomico che spazia dai lievitati – come la pizza – a una radicata cucina del territorio e una selezione accurata di carni. Di recente restyling, il menù dello chef Mario Ciulla propone ai suoi clienti piatti che si basano sulla stagionalità, territorialità e una varietà nell’offerta. A partire dal carpaccio di pezzata rossa siciliana preparato con rucola spontanea, lame di Parmigiano Reggiano 24 mesi e pesto di limoni; o gli gnocchi integrali di Timilia con un sugo alle tre carni; o il controfiletto di pezzata rossa siciliana con funghi cremino saltati, pomodoro verde marinato e pesto di mandorle e rucola. Tra le pizze, la Vespucci, una pala romana con mortadella Bologna DOP, pesto di pistacchio di Raffadali e stracciata di Andria.
L’arte bianca di Agrigento: sapori senza tempo
Dal forno dii Terre Dunci l’arte bianca diventa un progetto sostenibile legato al territorio. Pane artigianale con lievito madre, doppia levitazione, farine di grani antichi siciliani dell’azienda agricola di proprietà così come altri prodotti come l’olio e le mandorle. Terra Dunci è anche pizze al taglio, pizze in pala, focacce, panini, arancine, panelle, pasta al forno, anellini al forno e molte altre specialità senza dimenticare dolci, biscotti, panettoni e colombe artigianali. Nella centrale via Atenea c’è anche Infurna, storica pasticceria e gelateria dal 1980, il cui biglietto da visita sono le classiche paste di mandorla, cannoli, cassate, frutta martorana.
Panificio ad Agrigento | Panificio Terradunci
Agrigento e i progetti di promozione e valorizzazione del territorio: The Phoenicians, Casa Diodoros, Viaggiare su un filo d’olio
Storia, impegnoe agricoltura sociale, valorizzazione del territorio. Sono tre progetti nati ad Agrigento che hanno in comune le tradizioni e i prodotti della terra, quella agrigentina, declinati dalle rispettive vocazioni e obiettivi. “Viaggiare su un filo d’olio”, nato dalla collaborazione tra la Casa Circondariale “Pasquale Di Lorenzo” di Agrigento e Val Paradiso, realtà dell’olivicoltura siciliana, intreccia territorio, formazione e reinserimento sociale, offrendo ai detenuti un’opportunità concreta di crescita personale e professionale, a partire dalla terra. Frutto del recente progetto è l’olio extravergine d’oliva “La Rupe”, prodotto dalle olive coltivate all’interno del tenimento agricolo della struttura, raccolte a mano dai detenuti e lavorate nel frantoio dell’azienda Val Paradiso. L’associazione The Phoenicians, rievoca l’origine della cucina siceliota (greca di Sicilia) agrigentina attraverso un lavoro storico-culinario che promuove la conoscenza della vita pratica degli antichi abitanti del Mediterraneo, con particolare attenzione alla gastronomia, i sapori e le pratiche conviviali attraverso visite guidate, eventi, ricettari, rievocazioni storiche in costumi dell’epoca. A valorizzare invece il patrimonio artistico, culturale, paesaggistico e agricolo, quello racchiuso dai 1300 ettari del Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi, ci pensa il Progetto Diodoros, che sponsorizza la ricerca scientifica, l’innovazione tecnologica e la commercializzazione delle sue produzioni agricole, con il marchio Diodoros e Casa Diodoros, rustico a 150 metri dal Tempio della Concordia che diventa casa dei prodotti e del turismo esperienziale, tra cooking class e laboratori. Oltre a tutelare le specie di olivi, viti, pistacchi, mandorli e delle altre varietà tradizionali della frutticoltura siciliana.
Produzione e vendita olio extravergine di Sicilia – Val Paradiso
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La ristorazione italiana sta dando prova di grande vitalità e maturità (antispreco e sostenibilità sono ormai voci “fisse” dei menu, crescono le proposte vegane e salutari di alto profilo). Per questo dopo l’anno zero della pandemia, la guida torna con voti e classifiche. Oltre 2000 indirizzi e tante novità fra ristoranti, trattorie, wine bar e locali etnici (segnalati, rispettivamente, con il simbolo delle forchette, dei gamberi, delle bottiglie e dei mappamondi) per consentire a ciascuno di trovare l’indirizzo giusto.
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