Il Cipriani, passato insieme a tutto il gruppo Belmond nelle mani del gruppo Lvmh 3 anni fa (nel 2019, ovvero prima della pandemia che ha generato smottamenti nel mondo dei viaggi e dell’ospitalitร ), cala l’asso. Che risponde al nome di Riccardo Canella, padovano, classe 1985, alle spalle 7 monumentali anni al mitico Noma al fianco di Renรฉ Redzepi, e prima ancora esperienze con Gualtiero Marchesi e alle Calandre. Un arrivo che spariglia le carte e si annuncia come una โrivoluzione gastronomicaโ come la definisce lo stesso Marco Novella, Managing Director del Cipriani, e che indica con chiarezza una direzione. La stessa che da qualche anno investe la cittร , che tra fine dining, enoteche e insegne piรน informali, sta spazzando via l’immagine di una ristorazione esausta per entrare nelle coordinate dei buongustai, come anche degli addetti ai lavori. Lo hanno ben dimostrato le recenti edizioni delle maggiori guide: Ristoranti d’Italia che in cittร conta 10 insegne premiate con le Due Forchette, una con Tre Cocotte (simbolo che premia i migliori bistrot) e molti altri indirizzi da segnare in agenda, e la Michelin con la tripletta dei nuovi stellati cittadini. E molto altro รจ ancora da fare, a quanto pare. Perchรฉ nuovi grandi nomi si uniscono a quelli giร presenti in cittร , a partire da quello dei fratelli Alajmo, uni e trini, che nella Serenissima contano ben tre bandierine: il Quadri, con le sue declinazioni a piazza Piazza San Marco, Amo a Fondaco dei Tedeschi e l’ultimo nato, l’Hostaria in Certosa sull’Isola di Certosa. La prossima stagione si preannuncia dunque foriera di grandi novitร con un tris d’assi in arrivo.
Il colpaccio del Belmond porta in cittร Canella, alla sua prima prova come head chef: a lui la guida del main restaurant dell’hotel, il ristorante Oro, ma anche delle altre insegne della struttura, Cipโs Club, Porticciolo e il Bar Gabbiano, a riportare in vita la grande storia legata al nome Cipriani, insegna che ha fatto la storia della ristorazione moderna, dove sono nati alcuni classici contemporanei. Oggi รจ Canella, โchef giovaneโ dice ancora Novella, โcon una personalitร originale ed un talento riconosciuto internazionalmenteโ a raccogliere quell’ereditร . Lo farร , come ha annunciato โentrando in punta di piediโ senza replicare il modello Noma, ma accogliendone gli insegnamenti per elaborarli in una proposta originale, capace โ come illustra ancora Novella โ di โconiugare ed elevare la grande qualitร e la voglia di innovazione sui quali, non solo a livello gastronomico stiamo investendo“.
Chef Riccardo Canella
Potrร dunque, entrare con la sua idea di cucina, Canella, e, come spiega egli stesso โdar voce finalmente al mio modo di cucinare attraverso questo territorio ricco di storie e tesori da portare alla luceโ. Un territorio da sempre ricco di suggestioni, terra di incontri di culture e di scambi commerciali, luogo di contaminazioni: โun panorama cosรฌ magico e misteriosoโ dice Canella, la sua terra d’origine, l’unica in cui avrebbe voluto mettersi alla prova in questo momento della sua carriera. Un momento chiave, con quei 7 anni che valgono oro nel contesto della gastronomia attuale, e che entrano in dialogo con una delle grandi maison dell’ospitalitร , un luogo dal fascio indiscutibile che non si puรฒ e non si deve snaturare. A tessere un duetto tra classico e contemporaneo che promette di fare scintille, costruendo quello che lo stesso Canella definisce โun nuovo linguaggioโ e una โnuova cucina venezianaโ. A contribuire alla sua costruzione, il ricchissimo paniere della Laguna, quell’area che gode di prodotti unici, figli dell’incontro tra terra e mare che porta in dono un bagaglio di biodiversitร ineguagliabile.
Lo abbiamo conosciuto al Faro di Capo d’Orso Salvatore, insieme al fratello Francesco. Loro, i Sodano Bros hanno acceso ancora di piรน i riflettori (verrebbe da dire un faro) su quell’angolo di Costiera Amalfitana, collocandosi alla perfezione in quel panorama di rinnovamento della tradizione che dร frutti sempre piรน compiuti. Del resto Salvatore ha dalla sua anche gli studi da tecnologo alimentare, a dare alle tecniche โ dry age e frollature in primis – anche il supporto della teoria. Un lavoro di fino che porta con sรฉ anche ora che approda a Venezia, alla guida della cucina del Local della famiglia Fullin. Arriva forte delle sue esperienze e di una parte della brigata del Faro – quattro persone – per mettere a punto una versione del tutto originale della cucina di tradizione locale, senza perdere di vista il lavoro fin qui fatto (e quel piatto iconico – la ceviche โ pur se declinata con un pesce di laguna come la volpina, ne รจ testimonianza). Il risotto di go, per esempio, con il tipico brodo di ghiozzo, il pesce della laguna, grasso e pieno di spine: โusiamo i risoni cotti in uno brodo di go, alla base un pil pil ottenuto lavorando il pesce a 62 gradi per estrarre le proteine e poi facciamo una emulsione stabile, intensa, finiamo il piatto con polveri di alghe diverse, a mo’ di camouflageโ spiega. Ci sono poi i bigoli con acqua di cipolla ossidata e garum di sarde โcerchiamo di valorizzare i prodotti del territorio e la cucina locale rivisitandoli a partire da quello su cui abbiamo lavorato nel corso degli ultimi anniโ. Come per esempio le maturazioni del pesce: โรจ un discorso che portiamo avanti da quasi 7 anni e lo stiamo facendo anche ora. Ma quiโ spiega โabbiamo appena cominciatoโ. La materia prima di partenza รจ molto diversa: lรฌ pesce di scoglio, grandi pezzature, qui pesce di fondale, carni piรน grasse e tagli che raramente superano i 5 chili: โsiamo abituati a un pesce diverso. Probabilmente non ci spingeremo mai oltre i 7-8 giorni di frollaturaโ spiega. Mentre discorso a parte per le fermentazioni: โรจ un altro capitolo gigantescoโ fa, enunciando โ uno dopo l’altro โ miso e garum diversi โรจ un discorso di sapore e di sostenibilitร : con le fermentazioni reimpieghiamo gli scarti di cibo, pane, pan brioche, pesceโ. Aperto il 10 febbraio, รจ giร in rampa di lancio.
Local โ Venezia – Castello 3303- 041 2411128 – https://www.ristorantelocal.com
Si chiama Dama, il nuovo ristorante del boutique hotel Caโ Bonfadini. Appena 20 stanze affacciate sul canale, e da poche ore, la cucina con la consulenza diย Lorenzo Cogo. Ex enfant prodige che si avventura tra calli e canali per offrire la sua interpretazione della cucina lagunare. Una cucina di pesce e vegetariana, una cucina – come la definisce lui – โistintivaโ che reinterpreta la tradizione veneziana senza โdover seguire alcun canone o restrizioneโ. Vi dunque a libere riletture sulla scia di un bagaglio di tecniche e sapori maturate nei suoi viaggi, alla luce di una inventiva del tutto personale, ma sempre a partire dal rispetto della materia prima โ Non sono un innovatore estremoโ avvisa. E snocciola una proposta che si muove su un doppio binario, da una parte il pesce โ con cose come risotto di dashi, gambero rosso, โrabiosoโe melograno; spaghetto aglio, olio, peperoncino, latte di nocciola e vongole; ancora il baccalร , al vapore con mela annurca e jalapeno, olio alla rucola e broccoletti di bruxelles oppure in tempura, con torta di biete e trippa, salsa alla senape e clementine โ dall’altra le verdure – spiluccando qua e lร nella piccola carta si trovano uovo fondente, cipolla bruciata, radice di soncino e aglio nero, panna cotta al carciofo, pompelmo, olive e caffรจ. Di nuovo un’avventura appena cominciata, che preannuncia una primavera davvero interessante alla Serenissima.
Fondamenta Savorgnan, 461 – 041 098 6297 – https://www.damavenice.com/
a cura di Antonella De santis
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