Eucalitto, ma anche camelie dallโAsia e magnolie provenienti dalle Americhe, quellโantica serra botanica a Napoli con vista sulla monumentale facciata della Reggia di Capodimonte, alimentava le scorte frutticole per la real casa borbonica durante lโ800. Oggi รจ diventata, invece, una piccola oasi gourmet, che si incontra poco dopo aver varcato lโingresso principale del Bosco: รจ la Stufa dei Fiori. Qui trovarono ricovero piante esotiche provenienti da ogni parte del mondo, messe al riparo dagli inverni napoletani grazie allโutilizzo di stufe sotterranee. Uno scambio di semi e barbatelle non solo bello da vedere, ma anche buono da mangiare, visto che fuori e dentro la serra cโerano agrumeti, orti, alberi da frutta (peri, bergamotti e ciliegi): un luogo che faceva della Reggia non solo la riserva di caccia della famiglia reale, ma anche una vera e propria azienda agricola in cui tutto quello che si produceva veniva, poi, preparto per gli ospiti del re o portato alle sue altre โabitazioniโ, di Caserta o di Carditello, e utilizzato per i banchetti reali.
Di sicuro sarร stato bello passeggiare in quei giardini, immaginando il profumo di quelle piante rare, ma per decenni รจ solo allโimmaginazione che i napoletani e i tanti turisti sono dovuti ricorrere, visto che fino al 2018 questo posto รจ stato, soltanto un deposito di vecchiumi abbandonati con un annesso giardino di soli rovi. Una realtร che metteva a dura prova anche lโimmaginazione piรน fervida. E serviva, allora, un “nemo profeta in patria” come lโex direttore del Museo, il francese Sylvain Bellenger (la cui opera oggi continua con Eike Dieter Schmidt) per restituire alla cittร le tante aree inaccessibili del Bosco. Ben 17 gli edifici storici che avevano bisogno di nuova vita: unโopera affidata a Nunzia Petrecca, che ha risposto con il suo progetto Delizie Reali, vincitore del Bando europeo per il programma di valorizzazione e gestione degli immobili della Reale Fruttiera del Bosco di Capodimonte.
Sylvain Bellenger, ex direttore del Museo di Capodimonte e Nunzia Petrecca autrice del progetto Delizie Reali
Adesso per gli occhi รจ tutto piรน facile, quella serra da deposito in oblio รจ diventato un delizioso bistrot, ristoro per i turisti di passaggio, ma anche per studenti in cerca di un poโ di silenzio e per gli artisti che si concedono una pausa caffรจ perchรฉ, a non voler dimenticare, il Museo di Capodimonte ospita, infatti, una delle piรน importanti pinacoteche dโEuropa con il nucleo principale formato dalla famosa Collezione Farnese. Recuperato lโintonaco giallo allโesterno, la serra sembra ora riprodurre la sua stessa funzione originaria riadattata, questa volta, perรฒ alle esigenze umane, con il tetto che si scherma di lastre solari, cosรฌ da regolare la temperatura delle sale interne, mentre gli occhi sprofondano in pareti ยซche non sono azzurro Tiffany, ma vetriolo di Cipro – dice Nunzia – un colore turchino utilizzato nel corso dei decenni per le sue proprietร fungicide, ideali in ambienti con elevato tasso di umiditร ยป.
Tutto intorno, poi, sedie in rattan, cuscini verde petrolio e mensole di legno da contenere piante e porcellane per il servizio del tรจ e delle tisane, o degli infusi e delle acque aromatizzate con erbe officinali e agrumi.
E anche il giardino annesso, anticamente denominato la Pipiniera, pare aver trovato di nuovo la sua vocazione: ยซTolti i rovi, ho rispolverato gli elenchi floristici dellโ800 recuperati negli archivi del museo e ho selezionando le specie che fossero piรน sostenibili che avessero, quindi, bisogno di meno acqua e soprattutto che risultassero maggiormente resistenti alle malattie – spiega Nunzia – Lโidea finale รจ che i giardini del Bosco arrivino ad autosostenersiยป. E cosรฌ tra timo, lavanda e rosmarino, tra micro e macro-vasi di agrumi, la Pipiniera รจ diventata un luogo dove ci si sottrae alla fretta concedendosi allโarte del non fare. Al mattino la colazione รจ a base di brioche, di torte della nonna o di cheesecake allโarancia, di spremute di agrumi o di sorbetti al basilico e limone, il tutto mentre in cucina giร รจ iniziato un andirivieni di cassette di insalate, zucchine, melanzane e pomodori: provengono dalla vicina Torre degli Aranci, altro edificio storico recuperato da Delizie Reali, dove insistono due ettari tra orto e frutteto. Qui ci lavorano giardinieri, contadini, ma anche i ragazzi dell’Istituto Superiore Giovanni Caselli le cui aule, per la formazione nellโambito dellโartigianato artistico, si trovano proprio allโinterno del parco di Capodimonte. ยซAlcuni degli allievi che hanno fatto tirocinio con noi ora lavorano qui con noiยป.
Una parte del raccolto va direttamente sulle tavole del bistrot con menรน a base di primizie stagionali, mentre il resto viene affidato a piccole aziende del presidio slow food, come la fattoria sociale โFuori di zuccaโ nata 20 anni fa negli spazi dellโex ospedale psichiatrico di Aversa (Ce). Buonissime le fette biscottate che producono con le arance del Bosco, ma pure la giardiniera, le conserve di passata di pomodori o i liquori a base di agrumi trasformati dalla distilleria Amato. Tutto รจ acquistabile nel bistrot.
Sono aziende portatrici anche loro di un riscatto sociale, uomini e donne che, cosรฌ come gli edifici della reggia, hanno superato le loro difficoltร reinventandosi attraverso una seconda veste. E sa molto di sano, soprattutto, La Merenda del Bosco a base di latte Nobile, biscottate di grani antichi macinati a pietra e marmellata extra di mela annurca, ma anche le paste del giorno, le torte salate e i contorni dellโorto da ordinare in pausa pranzo e preparate dallo chef Gennaro Mango, mentre per i dolci ci si affida ad Ilaria: ยซMolti dei nostri dipendenti sono qui dal primo giorno di apertura – sorride Nunzia – Non abbiamo nessun turno massacrante, la Stufa dei fiori segue gli stessi orari del museoยป. E sembra davvero che qui non ci sia nessuna gara ai numeri o a chi riempie piรน turni, solo quella voglia di raccontare un passato, molto passato, ma cosรฌ bello (e buono) che a non concedergli una seconda vita sarebbe stato davvero un vero peccato.
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