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Storie di vigna

Le piccole aziende di vino che in Calabria scommettono sul metodo classico

Mario Alberto Romano e Cosmo Rombolà con le loro cantine a ridosso della famosa Costa degli Dei, non condividono solo un'amicizia ma anche un interessante progetto enologico

  • 07 Giugno, 2025

Esiste una Calabria del vino giovane, vibrante, capace di emergere al di là dei soliti stereotipi. È la Calabria dei piccoli produttori che hanno il coraggio di rompere schemi e tradizioni restando però fedeli alla propria terra. Ne sono simbolo Mario Alberto Romano, 42 anni, anima di Origine & Identità, e Cosmo Rombolà, 49 anni, alla guida di Cantina Masicei. Due vignaioli uniti da molto di più che dalla vicinanza geografica: un’amicizia solida, una visione comune e la determinazione di far conoscere e apprezzare i vini del vibonese, territorio celebre soprattutto per il mare cristallino che lambisce la famosa Costa degli Dei. Le loro cantine sorgono su due versanti opposti della stessa valle, divisa dalla Fiumara della Ruffa (nota anche come Torre Ruffa), a due passi da Capo Vaticano. Luoghi da cartolina, dove colline e scogliere si fondono in un paesaggio di rara bellezza, da Tropea fino a Pizzo e Nicotera. Qui, separati appena dal corso intermittente della fiumara, i due amici hanno iniziato insieme un percorso enologico pionieristico: realizzare vini metodo classico utilizzando varietà tradizionali come lo zibibbo e il magliocco canino, vitigni che nessuno, prima di loro, aveva osato spumantizzare, né in questo angolo di Calabria tirrenica né altrove.

Dalla tavola alla vigna: la scommessa Zibibbo di Mario Alberto

Mario Alberto Romano non viene da una famiglia con tradizione vinicola: il suo passato è nella ristorazione, un mondo che lo ha portato ad apprezzare il vino al punto da volerlo poi produrre personalmente. Nel 2018 fonda Origine & Identità a Brivadi, piccolo borgo collinare a 130 metri sul livello del mare, vicino Capo Vaticano, racchiuso in appena 4 ettari di terreno coltivati con pratiche rigorosamente naturali. Proprio nel 2018, Mario compie le sue prime vinificazioni ospitato dall’amico Cosmo, nella vicina Cantina Masicei, inaugurando così un percorso di reciproca contaminazione.

“La mia passione per il vino è diventata subito passione per la vigna e per la trasformazione dell’uva. Lo zibibbo, con la sua duplice vocazione, uva da tavola e da vino, mi ha affascinato immediatamente e stimolato a intraprendere nuove sperimentazioni”, racconta Mario. Per lui, produrre zibibbo in questa parte della Calabria è qualcosa di naturale, coerente con una tradizione secolare: importato dai Saraceni oltre mille anni fa, lo zibibbo è ormai parte integrante della storia locale. Tuttavia, spingersi fino al metodo classico con quest’uva rappresenta una sfida decisamente più audace: “una vera scommessa, vissuta da subito con entusiasmo e convinzione”.

La sua linea di metodo classico si chiama simbolicamente 20-18, in omaggio alla prima annata vinificata. Oggi comprende uno zibibbo in purezza e un rosé da magliocco canino. Entrambi affinano almeno 24 mesi sui lieviti prima della sboccatura; il secondo, la cui prima annata (2019) è stata realizzata proprio con uve provenienti dalle vigne di Cosmo, è destinato però a spingersi ancora oltre, con l’annata 2021 che maturerà addirittura 60 mesi sui lieviti (sboccatura prevista nel 2027).

Ma il lavoro di Mario sullo zibibbo non si ferma alle bollicine metodo classico di cui ogni anno produce 1000 bottiglie. La sua cantina offre diverse interpretazioni di questa uva: un ancestrale fresco e sapido, un bianco fermo leggermente macerato (Evoluzione), un orange wine dalla lunga macerazione (Centodì) e una vendemmia tardiva in stile ossidativo (La Tradizione), maturata in anfora. Una produzione complessiva che si aggira sulle 8000 bottiglie di cui fanno parte anche le 1000 di bollicine rosè da magliocco canino (di cui esiste anche una bollicina rosè realizzata con il metodo ancestrale, un rosato e un rosso fermi). “Tutti i miei vini partono dallo stesso vitigno, raccolto in momenti diversi e trattato con fermentazioni spontanee e affinamenti esclusivamente in acciaio”, precisa Romano. “Interventi minimi, basse dosi di solforosa e nessuna filtrazione: così emergono tutte le peculiarità del vitigno e del territorio”.

Tra memoria e futuro: il magliocco canino secondo Cantina Masicei

Dall’altra parte della vallata, a Brattirò di Drapia, Cosmo Rombolà e la sua Cantina Masicei interpretano il medesimo territorio e le stesse uve con sensibilità differente. Il legame con la vigna Cosmo, a differenza di Mario, se lo porta dietro come retaggio familiare: entrambi i nonni conducevano la vigna per commercializzare uva, mosto o vino il nonno materno e per produrre vino per la famiglia il nonno paterno. Proprio nel luogo in cui sorgeva il vecchio palmento usato da quest’ultimo, in contrada Masicei, nel 2012 Cosmo ha realizzato la cantina e impiantato un ettaro di vigna, mentre le altre vigne sparse che concorrono a formare i 4 ettari dell’azienda sono state in gran parte ereditate o acquistate da altri familiari.

Su terreni tutto sommato simili a quelli che ospitano le viti di Origine & Identità, ma ad altitudine maggiore (siamo poco oltre i 300 metri sul livello del mare), gestiti in regime “agro-ecologico”, folgorato dalla stessa convinzione di Mario, Cosmo ha iniziato a cimentarsi con il metodo classico praticamente nello stesso periodo: la prima annata in bottiglia è stata la 2019, la stessa in cui ha fornito le uve di magliocco canino per il primo 20-18 rosato di O&I.

“Crediamo molto nel nostro territorio e nel potenziale di queste uve, specialmente nella versione spumante, sia io che Mario”, spiega il titolare di Cantina Masicei che di spumanti, infatti, ne realizza ben tre, per complessive duemila bottiglie all’anno: il Dorè da sole uve zibibbo; il Rafè, rosato da magliocco canino in purezza, e il Mirum, assemblaggio inedito e originale di magliocco canino e zibibbo, dove l’aromaticità dolce e fruttata del secondo concorre ad attenuare l’acidità vibrante che caratterizza il magliocco assieme a quel tannino “mordente” che dà origine al nome “canino”.

Una strategia simile Cosmo l’ha adottata per il Rifriscu, rosato fermo in cui il frutto e la morbidezza del syrah, presente al 20% nel blend, intervengono ad ammorbidire l’energia nervosa del magliocco, uva che rappresenta forse più dello zibibbo l’alfiere della Costa degli Dei.

La Calabria che verrà

Con stili differenti ma coerenti, Mario Alberto Romano e Cosmo Rombolà stanno scrivendo una nuova pagina della viticoltura calabrese, portando nei calici il mare, il vento, la storia e il futuro di un territorio che non è solo ‘nduja e spiagge affollate ma nasconde grandi potenzialità. Potenzialità che con voci diverse, ma complementari, Origine & Identità e Cantina Masicei raccontano a suon di bollicine dalla grande personalità. “Crediamo tanto nel percorso che abbiamo fatto con le bollicine e siamo sicuri che sia la strada giusta per dare voce in modo originale al territorio, senza trascurare la tradizione. Il nostro è un territorio con un grande potenziale anche se finora al di fuori dei confini regionali non è molto conosciuto. Speriamo che l’arrivo della D.O.C. possa aiutarci ad arrivare al grande pubblico. Personalmente confido molto di più nel potenziale del magliocco canino che è un’uva autoctona di questo areale e ha qualità straordinarie”, rivela Rombolà, ammettendo la sua predilezione per questo vitigno dal grappolo serrato come una pigna che assieme allo zibibbo, entrambi in purezza e senza contaminazioni da altri vitigni, rappresenteranno le anime dell’ormai prossima D.O.C. Costa degli Dei.

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