Sono le 11.45, ci mettiamo in fila senza proferir parola in attesa dell’apertura alle 12 spaccate. D’altro canto, si sa, da Gelato Contadino devi mettere in conto un po’ di coda. Ma quello che non ci saremmo mai aspettati, durante la nostra ultima visita, è che le persone davanti a noi (fortunatamente poche, anche considerando l’ora) si siano accaparrate due, tre vaschette di gelato a testa. «Quando ci ricapita di arrivare al banco a carapine ancora mezze piene», sentiamo mormorare mentre la fila scorre a rilento perché, una volta al banco, è il patron a decidere con verve studiatissima quale gusto meglio si addice a chi, più che cliente, è un adepto devoto a sapori assoluti e consistenze rare.
Per Vittorio Baldelli il gelato non può che avere al massimo un paio d’ore di vita affinché, dice, la fragranza dei suoi ingredienti si esprima al meglio conservandone freschezza e armonia. Non l’unica peculiarità del gelatiere bergamasco, irriverente artigiano che alla carriera di architetto e ai palcoscenici da musicista, cui la sua formazione sembrava destinarlo, ha preferito una microbottega senza alcuna cella di stoccaggio dove lavorare all’alba ingredienti di prim’ordine e, naturalmente, senza alcun additivo artificiale, da sfoggiare in una dozzina di gusti di eccelsa personalità. Solo per capirci: Baldelli, oltre a mantecare con macchine d’antan dotate di lame di bronzo – sul fatto che sia più una questione di storytelling che di texture migliore, più di un collega ha mosso qualche dubbio. I nostri two cents: quanto a storytelling ne è maestro ma nel suo caso la farina nel sacco c’è ed è tutta sua – e a raccontare vita morte e miracoli della materia prima utilizzata, non lascia al caso nemmeno gli accostamenti dei gusti ordinandoli con cura nella vaschetta secondo ispirazione del momento e nuance. Secondo nuance!
Ma quali gusti propone da Gelato Contadino? Oltre al celeberrimo pistacchio crudo non sono da meno la stracciata a bastone, la vaniglia gran cru Bora bora, il caramello salato al burro zangolato, l’elegante nocciola tostata, lo zabaione con marsala riserva De Bartoli, uno straordinario cioccolato Chuao, il croccante stacanovista al coltello.
E nulla da invidiare hanno i sorbetti, dalla mandorla cruda dalla Valle di Noto al mandarino delle Eolie, al gelso, ai cachi e vaniglia. Impeccabili anche le granite, alla ricotta di pecora o alle fragoline di bosco o al cioccolato, guarnite con un ciuffo di panna montata a mano (offerta gratis a tutti). Un’esperienza autentica impreziosita dalle proposte sonore del giorno, sempre studiatissime. C’è solo un piccolo, ça va sans dire, particolare: per conquistarsi l’agognato cono, tocca affrontare col giusto spirito la sistematica coda, nell’incognita di sold out sempre più anticipati.
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