Seconda metà dell’Ottocento. Più precisamente, correva l’anno 1863, la colazione americana tipica dei diner – uova, bacon, pancake e sciroppo d’acero – si diffonde decenni dopo, nel corso del XX secolo, stessa cosa succede al milkshake, i Cheerios non saranno inventati prima di 60 anni. Ma quell’anno un medico di mezza età originario dello stato di New York stava lavorando a uno spuntino che cambierà per sempre il primo pasto della giornata e molto dell’immaginario culturale della società statunitense.
Si chiamava James Caleb Jackson, nome che in Italia dice poco o nulla, eppure questo signore che gestiva un sanatorio nella parte settentrionale dello stato di New York inventò quella che lui stesso chiamò granula: una ricetta a base di acqua e farina di Graham disidratata e spezzettata, capace di portare beneficio all’apparato digerente; Jackson era convinto che il suo malfunzionamento fosse alla base di molti problemi di salute. La sostanza era così dura che dovette essere mescolata con il latte per essere commestibile. Oggi la conosciamo come granola, ma all’epoca rappresentavano i primi cereali per la colazione. E, incredibilmente, un “antidoto” alla masturbazione, o perlomeno così credeva chi è arrivato dopo Jackson.
La “granula” infatti venne presto imitata da un altro paladino della salute ma con un nome più familiare: John Harvey Kellogg, di cui oggi si è tornato a parlare dopo l’importante acquisto di Ferrero. Anche lui medico, visitò il sanatorio di Jackson e lavorò per Ellen White, fondatrice dell’Avventismo del Settimo Giorno e paziente di Jackson. Alla fine del XIX secolo, Kellogg gestì un suo celebre sanatorio a Battle Creek, nel Michigan, che lo storico Howard Markel ribattezzò il “Vaticano della Chiesa Avventista del Settimo Giorno”, tanto era influente. Oggi è anche la sede degli stabilimenti Kellogg’s. Più che sfamare le persone, Kellogg voleva “salvarle” da ciò che considerava il più grande dei mali: la masturbazione. Convinto che il sesso fosse dannoso per il corpo e per la mente, e guidato da una ferrea morale religiosa, dedicò la sua vita a combattere ogni forma di piacere carnale.
Nel suo libro più famoso, Plain Facts for Old and Young, elencava i presunti effetti nefasti dell’autoerotismo, dai disturbi della pelle alle crisi epilettiche, dalle palpitazioni alla depressione. Secondo il medico, la causa scatenante di questi impulsi era anche da ricercare nell’alimentazione: cibi ricchi e speziati stimolavano il desiderio sessuale (all’epoca molte colazioni erano a base di carne e patate fritte), mentre una dieta semplice e insipida poteva mantenere corpo e spirito “puri”.
Fu così che, tra le corsie del Battle Creek Sanitarium nel Michigan, nacquero i primi esperimenti: miscele di avena e mais cotte e frantumate in piccoli pezzi, pensate per sostituire le colazioni ricche di carne e grassi. E, non meno importante, spegnere il desiderio sessuale attraverso la dieta. Ma la nascita degli odierni corn flakes della Kellogg’s si deve soprattutto al caso. Dopo che un piattino di pasta di frumento venne dimenticato per sbaglio in cucina, fermentando tutta la notte, anziché buttarlo, il giovane W.K. Kellogg, businessman e fratello minore di John Harvey, tirò una sfoglia che poi mise in forno. Uscirono dei fiocchi sottili, croccanti, dal sapore vagamente di nocciola. Era il 1898 e i fiocchi Kellogg nacquero così.
John Kellogg non si limitò ai cereali: fu promotore di pratiche drastiche come clisteri quotidiani (l’idroterapia) e l’assunzione di yogurt per purificare l’intestino, oltre a suggerimenti estremi e oggi inaccettabili contro la masturbazione, come l’applicazione di sostanze chimiche sugli organi genitali femminili. Alla fine, tra tutte le sue teorie e pratiche, a sopravvivere è stato solo il prodotto più innocente; i corn flakes, che hanno rivoluzionato per sempre la colazione statunitense.
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