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Il New York Times rivoluziona le sue recensioni: due donne racconteranno l'America che mangia

Ligaya Mishan e Tejal Rao guideranno la critica gastronomica del quotidiano più influente, in un cambio di rotta che amplia geografia e prospettiva

  • 12 Giugno, 2025

Per oltre mezzo secolo il critico gastronomico del New York Times è stato una figura solitaria, mascherata e concentrata quasi esclusivamente su New York City, epicentro mondiale della ristorazione. Ora, per la prima volta, il quotidiano cambia schema: due voci, due volti, due prospettive diverse per raccontare un panorama gastronomico sempre più vasto e frammentato.

A raccogliere il testimone lasciato nel luglio del 2024 da Pete Wells, che ha guidato la rubrica per dodici anni, sono Ligaya Mishan e Tejal Rao, entrambe già firme note all’interno della testata. Mishan, newyorkese di lungo corso, ha firmato per anni la rubrica Hungry City, dedicata ai piccoli ristoranti di quartiere spesso fuori dai radar di Manhattan, oltre a essere una penna autorevole per il New York Times Magazine e T Magazine. Rao, invece, si è affermata come critica at large sulla West Coast, raccontando non solo ristoranti ma anche i fenomeni culturali che gravitano attorno al cibo, dai sandwich hippie californiani ai dietro le quinte dell’industria dolciaria.

Il nuovo assetto non si limita a un semplice avvicendamento: per la prima volta, le recensioni stellate del New York Times abbracceranno l’intero territorio statunitense. Rao sarà dedicata esclusivamente alla scena gastronomica nazionale, mentre Mishan continuerà a coprire New York — senza tralasciare incursioni oltre i confini cittadini. Una scelta che riflette il peso crescente dei lettori del Times sparsi in tutti gli Stati Uniti, e la volontà di rappresentare un panorama gastronomico sempre più eterogeneo, già esplorato attraverso liste annuali come la Restaurant List e le classifiche delle migliori tavole in città come Los Angeles, Chicago o Austin.

Michan e Rao - instagram

Altro elemento di discontinuità rispetto al passato è l’abbandono dell’anonimato. A differenza dei predecessori — che per anni hanno cercato di celare la propria identità per evitare trattamenti di favore — Mishan e Rao si presentano a volto scoperto, comparendo anche in video e contenuti digitali. Internet ha reso l’anonimato praticamente impossibile e, come può confermare l’ex critico Pete Wells, «un ristorante individua quasi sempre i critici presenti nella sala». Un cambiamento che il Times spiega come una scelta di trasparenza e di adeguamento ai tempi: i lettori vogliono conoscere chi sta dietro ai giudizi e alle stelle, comprenderne i gusti e il percorso.

Pur ampliando lo sguardo sull’intera nazione, il New York Times assicura che New York City continuerà a restare al centro dell’attenzione. La doppia nomina segna però un cambio di paradigma: una critica gastronomica più corale, capace di raccontare l’America nei suoi molteplici volti. L’incarico, per le due nuove critiche, non è privo di peso. Lo sapeva bene Mishan che subito dopo l’annuncio dell’addio di Wells, gli aveva scritto un messaggio: «Povero il critico che dovrà raccogliere la tua eredità. Chi potrebbe essere all’altezza?». Oggi, insieme a Tejal Rao, sarà proprio lei a scrivere il prossimo capitolo della critica gastronomica del New York Times.

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