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Il vitigno riscoperto

In una villa medicea sulle colline di Vinci c'è una famiglia che produce un grande vino bianco a lungo dimenticato

Una storica azienda toscana ha voluto scommettere su un vitigno ormai finito nel dimenticatoio, ottenendo dei risultati strabilianti. E noi l'abbiamo premiata con i Tre Bicchieri.

  • 11 Giugno, 2025

Nonostante non sia una delle zone più blasonate della Toscana, le colline di Vinci – sulle pendici del Montalbano, nella Valdarno Inferiore – sono profondamente modellate dalla presenza della vite. L’identità culturale del territorio è fortemente legata al vino: già nel Rinascimento la zona era nota per la produzione enologica e lo stesso Leonardo (da Vinci) proveniva da una famiglia che possedeva appezzamenti vitati.

foto di https://it-it.facebook.com/VillaDianella/

Dianella, una lunga storia

Il territorio sta mostrando una crescita qualitativa grazie al lavoro di alcune aziende che stanno investendo nella sua valorizzazione. Una di queste è di certo Dianella. Si tratta di una storica azienda agricola, la cui fondazione risale addirittura alla fine del XVII secolo. La villa che oggi ospita l’azienda apparteneva originariamente alla famiglia dei Medici ed era utilizzata come residenza di caccia: prende il nome, infatti, proprio dalla dea cacciatrice del pantheon romano, Diana. Dopo alcuni passaggi di proprietà, nel 2003, Francesco e Veronica Passerin d’Entrèves hanno assunto la gestione dell’azienda, apportando alcune innovazioni, come per esempio l’introduzione di pratiche di agricoltura biologica. La tenuta si estende su 90 ettari, con circa 26 ettari di vigneti cui si aggiungono ben seimila piante di olivo. A farla da padrone nei vigneti sono tanto gli autoctoni, sangiovese, colorino, malvasia, quanto gli internazionali come cabernet sauvignon e franc.

Il vitigno ritrovato

Francesco e Veronica hanno deciso di fare una scommessa impiantando nel loro parco vitato anche una piccola quota di un vitigno praticamente sconosciuto, un esempio di archeologia ampelografica. Si tratta dell’orpicchio, vitigno autoctono a bacca bianca della Toscana, un tempo coltivato nella Valdarno, ma che nel corso del Novecento è finito nel dimenticatoio a causa della sua sensibilità alla botrite e alle muffe. Riscoperto nel 2007 e valorizzato da un piccolo manipolo di produttori.  è stato  ufficialmente inserito nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite nel 2008, divenendo idoneo alla coltivazione in tutta la Toscana.

Studi genetici condotti dal Crea (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura) e da altri istituti di ricerca viticola hanno individuato nella visparola, un’antica varietà italica, il possibile antenato comune dell’orpicchio e di altri vitigni centro-italiani. È anche vero che ci sono legami di parentela col trebbiano, ma dimostra una differente personalità enologica. Le quantità attualmente prodotte sono praticamente irrisorie: la superficie vitata che lo vede coinvolto è di poco più di due ettari in tutta la Toscana, ma il crescente interesse di produttori e appassionati fa pensare che questo vitigno possa trovare un suo spazio nella viticoltura di qualità del futuro. Soprattutto quando viene lavorato come sta facendo Dianella.

L’Orpicchio di Dianella, i nostri assaggi

Lo assaggiamo da qualche anno, la prima annata è stata la 2018, e da allora abbiamo seguito l’evoluzione e la presa di coscienza dell’azienda nella lavorazione del vitigno. E infatti con le annate 2020 e 2021 l‘Orpicchio ha ottenuto i Tre Bicchieri. Si tratta di un bianco importante che matura in tonneux per un anno. La 2020, valutata in Vini d’Italia 2024, si presentava con un bouquet segnato da note minerali intense, ravvivate da toni intriganti di lime e cedro, su una base di pesca bianca matura; al palato la spinta acida si univa a una sapidità calibrata su un finale armonioso e lungo. La 2021, valutata nella scorsa edizione della Guida, si articola tra profumi floreali, mimosa e ginestra, e agrumati, pompelmo e cedro; la bocca è sottile, elegante, delicata, il finale avvolgente, morbido e davvero lungo.

Foto copertina di www.villadianella.it/

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