Tradizioni

In un piccolo borgo nel Lazio gli anziani del posto portano avanti una sagra dove preparano tutto a mano

La Sagra dei Cuzzi co’ j’ajju è uno degli eventi gastronomici e culturali più significativi della Valle dell’Aniene

  • 15 Agosto, 2025

La manifestazione, che ha superato i vent’anni di storia, è profondamente radicata nella tradizione locale e nel contesto rurale da cui trae origine. Nata per valorizzare un piatto semplice ma identitario, la sagra è oggi un appuntamento molto atteso, capace di attirare visitatori da tutto il Lazio e non solo. Non si tratta solo di un’evento dedicato al cibo, ma di una festa che coinvolge l’intero borgo, i suoi 1.200 abitanti, le tradizioni contadine, la musica popolare e le testimonianze della civiltà agricola.

Cosa sono i cuzzi

I protagonisti, i cuzzi co’ j’ajju, rappresentano il piatto tipico della domenica nella tradizione contadina e nella comunità rovianese. Si tratta di una pasta fresca fatta in casa, simile agli strozzapreti ma più grezza e spessa, preparata con una miscela di farine di grano duro, grano tenero e granturco, impastate soltanto con acqua.

Non devono essere troppo lunghi, i cuzzi sono corti. Da qui il nome, che potrebbe significare proprio corto e cicciotto (come in Abruzzo: cuzze, o a Montecelio: cuzzotto) o derivare da nguzzunitu (sporco, pieno di cozze) per il fatto che la pasta, con l’aggiunta della farina di granturco, assume un aspetto scuro ed è ruvida al tatto. I Cuzzi sono anche inseriti nella guida regionale Arsial “Lazio Patrimonio Agroalimentare tra Biodiversità e Tradizione”.

La ricetta

La ricetta non prevede l’utilizzo di uova, a conferma dell’origine contadina del piatto, anche se oggi talvolta se ne aggiunge una piccola quantità per migliorare la lavorabilità dell’impasto. La pasta viene stesa manualmente con l’uso del stennaréjjo, il tradizionale mattarello in rovianese, fino a formare delle strisce lunghe circa cinquanta centimetri, larghe quattro o cinque e sottili pochi millimetri. Una volta cotta, viene condita con il sugo a base di aglio soffritto (da qui co’ j’ajju), olio extravergine d’oliva, salsa di pomodoro, peperoncino e una generosa dose di pecorino grattugiato.

La sagra del paese

Durante la sagra, che si svolge dal pomeriggio fino alla sera, i cuzzi fatti a mano dalle signore del paese vengono serviti nelle tradizionali scifette, piccole vaschette in legno. L’evento coinvolge l’intero paese, che si trasforma in un percorso enogastronomico e culturale.

I visitatori possono passeggiare per le vie del centro storico, assaggiare prodotti tipici, partecipare a visite guidate al Castello Brancaccio, sede del Museo della Civiltà Contadina della Valle dell’Aniene, e assistere a concerti di musica popolare, balli in costume, spettacoli folkloristici e rievocazioni storiche, come la battitura dell’orzo. L’atmosfera è quella di una comunità che si apre con orgoglio, condividendo il proprio patrimonio immateriale.

Foto copertina credit, Facebook La Vecchia Macina

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