Sembra esista un legame stretto tra cibo e tatuaggi, un filo rosso che mette in relazione creativitร , tecnica, racconto nonostante la natura profondamente diversa del frutto del lavoro: temporaneo quello della cucina, permanente l’altro. Ma la comunione esistente tra i due mondi รจ visibile, si potrebbe dire a fior di pelle. Quella dei tanti cuochi che hanno segnato in modo indelebile corpo e anima, spesso raccontando proprio attraverso il tatuaggio professione e passioni. Ed รจ ai cuochi che abbiamo chiesto il significato dei loro tatoo. Ecco cosa ci hanno risposto.
In questo viaggio tra chef, pizzaioli e pasticceri abbiamo raccolto varie figure professionali che ci hanno mostrato, e testimoniato, come nella cucina il tatuaggio non sia affatto un tabรน. Anzi. Una delle prime a spiegarcelo รจ Melissa Dolci, pasticcera (che vanta importanti esperienze romane a La Pergola e da Pipero) prossima a trasferirsi presso lโHeinz Beck Restaurant at Castello di Fighine. Melissa รจ unโex allieva del corso di formazione professionale per chef del Gambero Rosso, esperienza che ricorda con molto piacere e che lโha portata, poi, verso il mondo della pasticceria.
โLa pasticceria รจ creazione, colore, fantasia; un poโ come i tatuaggi. Credo che il tatuatore sia un artista tanto quanto un pasticcereโ racconta Melissa, โperchรฉ entrambi devono creare, usare colori e fantasia! Trovo sia un lavoro bellissimo. Come il pasticcere si esprime attraverso un piatto, il tatuatore lo fa attraverso il tatuaggioโ.
Melissa di tatuaggi ne ha sei e ce ne parla cosรฌ: โHo quattro disegni e due scritte. Sono una sognatrice e amo i cartoni Disney, infatti sul braccio ho Alice che mangia lโocchio di bue, uno dei miei dolci preferiti, e Chicco, la tazzina de La Bella e la Bestia. Sul costato ho una citazione della mamma di Cenerentola: ‘Have courage and be kind’, frase che rappresenta il mio modo di essere, coraggioso e gentile. Nella parte interna della caviglia ho una bottiglietta di vetro ripiena di stelle e sogni, i miei sogniโ.
Tutti tatuaggi pensati e realizzati, senza un attimo di esitazione: โHo sempre fatto dei tatuaggi che mi riportassero a un ricordo e al mio modo di essere, quindi non mi sarei potuta pentire. Credo che siano anche legati a uno stato dโanimo, a un momento ed รจ anche questo il belloโ.
Una passione condivisa con molti altri suoi colleghi: โQuasi tutti hanno piรน di un tatuaggio. Rappresentano il nostro modo di essere, i tatuaggi raccontano sempre qualcosa di teโ.
Sรฌ, perchรฉ il fenomeno dei tatuaggi non รจ cosรฌ raro allโinterno delle cucine, anche dellโalta ristorazione. La testimonianza di Antonio Romano, prossimo anche lui a trasferirsi presso il ristorante di Beck a Fighine (e premiato nel 2019 dalla San Pellegrino con il Fine Dining Lovers Food for Thought Award), รจ emblematica. โHo ventidue tatuaggi, ognuno di essi ha una storia. Tra questi molti hanno un legame con la cucina, che รจ la mia grande passione, il mio lavoro, mentre altri rappresentano stati dโanimo di un determinato periodoโ. Per la precisione cinque di questi ventidue sono legati alla cucina, ma uno in particolare rispecchia la filosofia di Antonio: โUna semplice parola tatuata allโinterno del labbro, quindi nascosta, a differenza di tutti gli altri. Questa parola รจ TASTE, ovvero gusto. ร per me una parola importante che cerco di portare nei miei piatti e di trasmettere al clienteโ. E intanto Antonio giร progetta il prossimo: โSarร una spiga di grano. La scusa รจ che riguarda il mio lavoro, la veritร รจ che mi piaceโ.
Tanti tatuaggi, pochi quelli in mostra: โQuando indosso la mia divisa sono veramente pochi quelli visibiliโ dice, anche se conferma come i tatuaggi non siano piรน tabรน, neanche in cucina: โPenso che al giorno dโoggi il 90% dei colleghi abbia almeno un tatuaggio, รจ diventato un trend. Questo credo che derivi dal fatto che il tatuaggio ormai รจ stato sdoganato, non รจ piรน un tabรนโ.
Cโรจ chi come Antonio Romano ha iniziato a tatuarsi a 15 anni e non ha ancora smesso, chi invece come Luca Pezzetta si รจ fermato al primo tatuaggio, fatto ad appena 16 anni e โdi nascosto, per non farlo vedere a mio padreโ ci tiene a precisare con una risata.
Impegnato nelle cucine di Osteria Birra del Borgo (Tre Spicchi secondo laย guida Pizzerie dโItalia del Gambero Rosso), nonchรฉ docente presso i corsi di formazione professionale del Gambero Rosso, Luca โ pizzaiolo di rango che nei giorni scorsi ci ha anche regalato una sua ricettaย – ci racconta il suo punto di vista. โIo ho un solo tatuaggio, sullโavambraccio destro. Si tratta di un cuore con una fiamma con le 4 lettere dei membri della mia famigliaโ. Un errore di gioventรน? โNon mi sono mai pentito, perchรฉ รจ comunque legato alla mia famiglia, ma รจ anche vero che non ho avuto la necessitร di farne altriโ. Il motivo ce lo spiega subito: โHo sempre voluto impostare il mio lavoro sullโeleganza e credo che il tatuaggio puรฒ ancora far storcere il naso al cliente. Quando lavoro io me lo copro sempre, perchรฉ temo il pregiudizio delle persone. In cucina come in sala, per me, lโimportante รจ che un eventuale tatuaggio sia coperto. Ho forse una mentalitร vecchio stampo, ma riconosco che oggi molti chef mettono in mostra i loro tatuaggi e questo li aiuta anche ad avere maggiore impatto a livello comunicativoโ.
Altra grande appassionata dellโinchiostro sotto pelle รจ Sarah Cicolini, giovane chef co-proprietaria di Santo Palato a Roma nonchรฉ conoscenza televisiva, volto del programma del Gambero Rosso Channel โLa scelta di Sarahโ. โSicuramente cucina e tatuaggi sono due mondi con molti punti in comune, in primis lโaspetto creativoโ esordisce. E Sarah, che della creativitร dietro ai fornelli ha fatto uno dei punti di forza, di tatuaggi ne ha davvero molti, realizzati da una sua amica artista: โSono tantissimi: una โopera omniaโ sul braccio destro, fatta in cinque sedute, e cinque tatuaggi sul braccio sinistro. Sei tatuaggi sulla gamba sinistra, uno piccolo sul fianco sinistro e uno su quello destro; una forchetta con la mentuccia romana che si arrampica su di essaโ.
Proprio qui Sarah ci introduce i suoi tattoo di ispirazione gastronomica: โOltre alla giร citata forchetta ho molti elementi culinari su tutto il braccio destro, nel quale ho fatto disegnare, tra le altre cose, anche dei peperoncini, la portulaca e i fiori di borragine, perchรฉ mi ricordano la mia esperienza in un ristorante che ha significato tantissimo per meโ.
Una quantitร davvero impressionante di tatuaggi che, per Sarah, non dovrebbero essere un veicolo di immagine e comunicazione: โPotremmo aprire una parentesi immensa sul mondo social e sui modi di mostrare sรฉ stessiโ ci racconta, โun tatuaggio รจ un segno perenne, non puรฒ e non deve essere veicolo di notorietร e/o followers. Se lo hai fatto per avere un certo appeal, ma poi non ti ci senti a tuo agio, appari solamente goffo e posticcioโ. Nella cucina di Santo Palato, in quanti condividono questa sua stessa passione? โSolo io e un altro ragazzo abbiamo tatuaggi, ma lui รจ molto piรน discreto. Ne ha uno solo e per giunta nascosto, รจ un bravo ragazzo… mica come meโ conclude con una risata.
Trasferiamoci a Milano per lโultima testimonianza. Siamo nella sale di Bu:r, il ristorante due Forchette del Gambero Rosso dellโitalo olandese Eugenio Boer. Anelli, barba da hipster consumato, tatuaggi. Se non indossasse la giacca lo chef potrebbe essere scambiato per il frontman di una rock band del nord Europa. Niente chitarra, perรฒ, per lui che esegue i migliori assoli tra i fornelli. I tatuaggi, in questo caso, sono davvero tanti, al punto che โIl conto l’ho perso tanto tempo faโฆโ ci racconta con un sorriso che sa anche di nostalgia.
Anche in questo caso il primo risale allโetร di 15 anni โstavo con mio padre, ero felicissimoโ mentre lโultimo รจ โvecchioโ solo di qualche mese, fatto lo scorso anno assieme alla compagna Carlotta. Uno preferito? โNon cโรจโ racconta lo chef, โmi piacciono tutti e sono legati tutti a momenti particolari della mia vitaโ. La cucina, ovviamente, ha il suo posto anche sulla pelle di Eugenio: โHo sull’avambraccio sinistro un gatto Maneki Neko, conosciuto di piรน come il gatto della fortuna. Un famoso tatuatore giapponese, Peco Matsuo, lo ha adattato ad una mia storia personale e lo ha legato con elementi appartenenti al mondo della cucinaโ. Problemi sul lavoro per i troppi tattoo? โNo, mai. Forse il mio viso dai tratti olandesi ha sempre prevalso sui tatuaggiโ ci spiega ridendo.
Anche nel suo caso, poi, in cantiere cโรจ sempre il prossimo: โHo sempre troppe idee che mi frullano per la testa. ร certo che mi piacerebbe continuare la mia collezione, quello sรฌโ.
a cura di Alessandro Creta
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