Quella dellโItalian Garden Project รจ la storia di una comunitร che mette radici (in senso letterale!) anche a migliaia di chilometri di distanza dalla propria terra dโorigine, ricercando nelle piccole cose il profumo e il sapore di casa. Ma รจ anche testimonianza di piรน di un secolo di presenza italiana negli Stati Uniti. Mary Menniti, come anticipa il cognome, รจ nata รจ cresciuta in una famiglia di italo-americani: i suoi nonni, come molti altri connazionali, sono arrivati in America nei primi decenni del Novecento. E la curiositร di esplorare orti e giardini degli italiani che oltreoceano hanno costruito una nuova vita per sรฉ e per le generazioni a venire รจ nata proprio dallโidea di mettere insieme un album dei ricordi piuttosto insolito, a partire dai segni piรน evidenti della presenza di una comunitร โstranieraโ che ha saputo integrarsi senza rinunciare alle proprie tradizioni.
In partenza per ricominciare tutto da capo, allโepoca, gli immigrati italiani portavano con sรฉ anche i semi della loro terra: cucuzze, carciofi, cardi, cicorie, vite, fichi e tante altre colture simbolo del Mediterraneo, ricordo di unโadolescenza vissuta in campagna. Nel Nuovo Mondo, in cittร dal clima ostile e molto diverse dallโorizzonte mediterraneo, queste piante hanno comunque trovato modo di crescere, adattandosi alla stregua di chi ne aveva conservato i semi con cura durante la traversata oceanica. Oggi ne resta traccia nei giardini di molte cittร statunitensi, e lโobiettivo dellโItalian Garden Project รจ quello di mapparli. Nel raccontarlo al magazine Atlas Obscura โ che di recente ha pubblicato online un lungo articolo sulla storia dellโarchivio โ Mary Menniti evoca unโimmagine molto chiara: โEsplorando Brooklyn, ogni qual volta incrocio un albero di fico e una Madonna nel giardino di una casa, posso dirlo con certezza: questo รจ un giardino italo-americano!โ.
Proprio sugli alberi di fico si รจ concentrata lโindagine della Menniti a partire dal 2009: negli ultimi dieci anni, la donna ha identificato e riunito in un database online giardini italo-americani scovati in molti angoli degli States, raccontando al contempo la storia di chi li ha coltivati e curati fino a oggi. Ne ha fotografato gli attrezzi del mestiere โ vanghe, zappe, rastrelli e oggetti dal fascino dโaltri tempi โ e la sovrabbondanza di statuine e icone religiose, che tutelano i giardini come custodi silenziosi. ร iniziato cosรฌ un fitto scambio di foto, lettere e semi (!) con i proprietari di origine italiana di questi giardini. โHo avviato il progetto per preservare le tradizioni alimentari e la cultura rurale importate dalla mia comunitร in America, e per dimostrare quanto sia importante per le generazioni future lโereditร e la sapienza di questi โgiardinieriโ italo-americaniโ, spiega la Menniti nellโintroduzione allโarchivio. โDa piccola, in estate, affiancavo anchโio mio nonno, emigrato dalla provincia di Caserta, nellโorto di famiglia sul retro della nostra casa, alla periferia di Pittsburgh. Lui sapeva coltivare il cibo che mangiamo, provvedere alla sua famiglia. Oggi queste competenze sono andate perdute, ma dal suo amore per il giardino รจ sbocciato il mio interesse per tutte le varietร che mi ricordano lโinfanzia: pomodori e peperoncini, aglio, finocchi, fagioli, bietole. E, ovviamente, i fichi”.
I giardinieri-contadini urbani italo-americani, spiega ancora Menniti, hanno impostato un lavoro a basso impatto ambientale ancor prima che ce ne fosse necessitร , riproducendo in casa i propri semi, raccogliendo lโacqua piovana per lโirrigazione, concimando il terreno con il compost prodotto dagli scarti organici. Riuso, parsimonia e conservazione delle proprie radici (e dei propri semi) come stile di vita. E oggi i loro giardini sono ancora esempio di una produzione rigogliosa, per quanto limitata al consumo familiare: ortaggi, frutta, erbe aromatiche costituiscono il legame con la tradizione gastronomica italiana, mentre la nuova attenzione per il consumo di prodotti locali ha portato alla ribalta molte di queste varietร , entrate nel ricettario della cucina gourmet. Il progetto, insomma, identifica i giardini italo-americani – adattati a piccolissimi fazzoletti di terra, ma molto efficienti sotto il profilo produttivo –ย come precursori dellโurban gardening e del fenomeno degli orti urbani esploso negli ultimi anni.
Per quel che riguarda la comunitร italo-americana, perรฒ, oltre a essere espediente di sopravvivenza per affrontare i primi tempi dopo il lungo viaggio, i giardini raccontati dallโItalian Garden Project sono innanzitutto un pezzo dโItalia portato con sรฉ, โper non dimenticare da dove veniamoโ. Anche per questo, oltre a organizzare annualmente un festival dedicato ai fichi in Pennsylvania, Mary Menniti ha riunito una collezione di semi legati alla cultura italo-americana per avviare uno scambio con chi รจ interessato a coltivarli, preservando cosรฌ la memoria e lโidentitร di unโintera comunitร .
https://www.theitaliangardenproject.com/
a cura di Livia Montagnoli
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