
Nel centro storico di Lipsia, tra palazzi medievali, architetture razionaliste e gallerie in stile Liberty, si cela un luogo dove storia, leggenda e letteratura si intrecciano da mezzo millennio: l’Auerbachs Keller, un ristorante-taverna del vino considerato uno fra i siti più attrattivi della città, un tempo nella Germania dell’Est. Nel 2025 questo leggendario locale compie infatti 500 anni, confermandosi uno dei ristoranti tedeschi più antichi fra quelli in attività. A renderlo unico, però, non è solo la longevità, ma il legame indissolubile con uno dei miti fondanti della cultura tedesca, il Faust, la monumentale opera letteraria di Goethe (1749-1832), a cui l’artista lavorò per oltre sessant’anni.
Una lunetta dipinta con una scena del Faust, di Goethe
Fondata nel 1525 come taverna del vino per studenti universitari, l’Auerbachs Keller era già allora un luogo di ritrovo animato e popolare. Nei secoli ha mantenuto intatto lo spirito conviviale, arricchendosi di nuove sale, aneddoti e di un’aura letteraria che gli ha garantito fama internazionale. A metà Ottocento, infatti, le sue pareti furono decorate con affreschi ispirati proprio a una scena del Faust.
Non fu una scelta casuale: lo scrittore, poeta e drammaturgo – originario di Francoforte sul Meno – frequentava il locale da studente a Lipsia, dove si inserì facilmente nella più frivola vita cittadina, così diversa da quella conservatrice e abbottonata della Francoforte del tempo.
A Lipsia Goethe ebbe anche una relazione amorosa con Kätchen, la figlia di un oste; scrisse la commedia arcadica Die Laune des Verliebten (“Il capriccio dell’innamorato”) e varie poesie musicate, ma frequentò soprattutto la taverna studentesca fondata nel 1525 dal signor Auerbach, all’epoca un ricco commerciante di vino. Il locale nell’800 era probabilmente frequentato dalla “meglio gioventù”, e tale fu il ricordo che Goethe lo immortalò in una delle celebri scene della sua opera più importante, il Faust, appunto, poema che narra del patto tra il Dottor Faust e Mefistofele e del loro viaggio alla scoperta della bellezza e dei piaceri mondani.
Ma come entra nella storia e nel mito l’Auerbachs Keller? Giunti a Lipsia, davanti alla cantina cinquecentesca, Mefistofele, travestito da cane, accompagna il Faust tra i tavoli dei bevitori e, per stupire gli avventori, lo fa uscire dalla cantina a cavallo di una botte, portandola all’esterno senza sforzo alcuno. Faust, infatti, vedendo che gli operai non riuscivano a tirar fuori la grande botte, aveva preliminarmente fatto una scommessa con l’oste. Scommessa vinta e vino per tutti! Insomma, un miracolo da taverna con la manina del diavolo: una trovata di magia, vino e filosofia.
L’atmosfera nel locale è rimasta autentica: volte in pietra, colonne secolari, lampadari d’epoca e un silenzioso rispetto per la storia. La cantina accanto è dedicata invece a Martin Lutero, il teologo tedesco iniziatore del Protestantesimo, ma come l’altra resta chiusa al pubblico, tranne che per eventi speciali e visite guidate (con o senza cena).
Una simpatica botte nel ristorante Auerbachs Keller
Invece al piano superiore, in una grande taverna storica – dove i manichini di due studenti a cavallo di una botte rievoca l’episodio letterario – va in scena la cucina tradizionale sassone, rustica, abbondante e sincera: zuppe calde di cipolle, straccetti di maiale cotti nella birra, manzo marinato e brasato (il tipico Saxon Sauerbraten) accompagnato da cavolo rosso, funghi e ravioli di patate. Si chiude con i dolci tipici di Lipsia, i Quarkkäulchen, dei piccoli pancake di patate serviti con crema alla vaniglia e gelato alla cannella. E naturalmente birra sassone e vino a volontà, a partire dai calici di Riesling. Conto 2 portate 40-45€.
foto di Massimiliano Rella
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