Si chiama Spread ed è la campagna antialcol lanciata in Australia Meridionale dal Cancer Council. Distrattamente a vedere il tram ricoperto dalle immagini dei calici rossi si potrebbe pensare ad una campagna pubblicitaria di un evento vitivinicolo o di una cantina. A chiarire l’equivoco è il claim: «Reduce your drinking to reduce your cancer risk». Messaggio reso ancora più duro dal video Youtube, in cui viene mostrato un bicchiere di vino che cade e si diffonde nelle parti del corpo a rischio tumore.
D’altronde il comunicato stampa del Cancer Council South Australia non lascia dubbi: l’obiettivo è «sensibilizzare la comunità sul fatto che l’alcol può causare il cancro e incoraggiare le persone a ridurre il consumo di alcol per ridurre il rischio di cancro». Concetto esplicitato ancora meglio dalla responsabile senior della prevenzione del Cancer Council SA Christine Morris: «Quando si parla di rischio di cancro, non esiste un livello di consumo alcolico sicuro. Più si beve, maggiore è il rischio. E non importa che tipo di alcol si beva, che si tratti di birra, vino o superalcolici: il rischio è lo stesso». Parole in linea con quanto più volte affermato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che, in autunno, tornerà all’attacco per chiedere alert in etichetta, tassazione più elevata e campagne simili a questa.
Non si è fatta attendere la reazione del settore vitivinicolo australiano. L’amministratore delegato di Australian Grape & Wine, Lee McLean, ha dichiarato che la campagna è preoccupante: «La campagna sembra ingiustamente individuare il vino rosso come causa di cancro attraverso immagini fortemente emotive. Siamo aperti al dialogo con gli enti di sanità pubblica, ma è importante che le campagne presentino le informazioni in modo equilibrato e basato sull’evidenza scientifica, evitando di fuorviare il pubblico».
Fabiano Minchella, produttore di vino della McLaren Vale, ha commentato la campagna al Daily Wine News: «La questione sollevata dal Cancer Council Sa riguarda il consumo di alcol in generale, non il vino in particolare – ha spiegato – Eppure, utilizzando immagini del vino rosso, la campagna individua implicitamente un segmento specifico dell’industria degli alcolici, ignorando il contesto, la cultura e i modelli di consumo reali. Il vino è in genere l’alcolico a più lento consumo, spesso consumato con il cibo, con moderazione e in contesti sociali o culturali che promuovono il consumo responsabile. La gradazione alcolica non giustifica l’attribuzione del vino al “colpevole” simbolico, quando la preoccupazione più generale riguarda il consumo eccessivo di alcol di qualsiasi tipo».
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