Il consueto appuntamento con lโanteprima dei vini campani si รจ tenuto dal 30 agosto al 4 settembre presso il Campus Principe di Napoli di Agerola, nel cuore della Costiera Amalfitana, attrezzato e moderno centro di formazione di alta gastronomia, diretto dallo Chef Heinz Beck. Lโedizione di questโanno di Campania stories, oltre a proporre in degustazione il meglio della produzione enologica, ha offerto lโoccasione per approfondire la conoscenza del territorio, con tour e incontri con produttori delle principali aree vitivinicole della regione.
Attualmente, in Campania si sono prodotti 1,37 milioni di ettolitri di vino, pari al 2,53% del totale nazionale. I 26.000 ettari della superficie vitata, circa il 4% del totale nazionale, sono cosรฌ suddivisi: Provincia di Benevento 40,6%, Provincia di Avellino 28,4%, Provincia di Salerno 13,3%, Provincia di Caserta 9,3%, Provincia di Napoli 8,2%. I vini Dop coprono una quota del 18,5%, gli Igp dellโ8,6% e il resto sono classificati come Vino da Tavola. Il 46% della produzione รจ rappresentato da vini bianchi e il 54% da rossi e rosati. Le cantine imbottigliatrici sono circa 450 e il valore economico complessivo del settore del vino campano รจ stimato in 72 milioni di euro.
La Campania รจ un complesso mosaico di diverse aree, caratterizzate da condizioni pedoclimatiche peculiari. La sua posizione geografica, tra il cuore del mar Mediterraneo e i rilievi dellโAppennino, la presenza di un arcipelago di piccole isole e di un vasto sistema vulcanico, donano al territorio sfaccettature che si rispecchiano in una produzione di vini di grande ricchezza.
Lungo la costa si trovano le zone della Penisola Sorrentina, della Costiera Amalfitana e dei Campi Flegrei; nel primo entroterra, lโareale vulcanico del Vesuvio e del Monte Somma, i Colli Picentini, i Colli Salernitani, il casertano e il Cilento. Verso lโinterno, il territorio cambia volto con le zone del Sannio e dellโIrpinia, situate a ridosso delle prime catene montuose.
La viticoltura campana รจ complessa e variegata anche da un punto di vista climatico e dei suoli. In prossimitร del litorale, il clima รจ tipicamente mediterraneo, temperato dalla costante presenza delle brezze marine, che risalgono fino a lambire la prima fascia collinare dellโentroterra. Nel Sannio, e soprattutto nelle zone piรน montuose dellโIrpinia, il clima รจ continentale, con notevoli escursioni termiche tra le giornate soleggiate e le notti fredde.
Anche da un punto di vista della composizione dei terreni, la regione offre una notevole eterogeneitร . Si passa dalle formazioni di dolomie calcaree della Costiera Amalfitana, spesso coperte da strati di ceneri e lapilli, ai suoli vulcanici del complesso del Vesuvio e del Monte Somma, dei Campi Flegrei e dellโantico cono spento di Roccamonfina, al flysch del Cilento, fino ai territori dai suoli piรน eterogenei e complessi del Sannio e dellโIrpinia, prevalentemente costituiti da una matrice agillo-calcarea, con presenza di elementi dโorigine vulcanica.
La Campania del vino ha una storia millenaria. La vite dimora in queste terre dai tempi dei primi insediamenti ellenici di Ischia e Cuma dellโVIII secolo a.C. Unโantica tradizione e una ricca biodiversitร ampelografica, che si riflette ancora oggi un prezioso patrimonio di vitigni autoctoni. Tra i bianchi dominano fiano, greco e falanghina, mentre tra i rossi i due vitigni piรน coltivati sono il piedirosso e lโaglianico.
Anche grazie alla presenza di suoli di ceneri e sabbie vulcaniche, che hanno sbarrato la strada alla diffusione della fillossera, si sono conservate rare varietร locali, come: biancolella, ginestra, fenile, ripoli, pepella, forastera, pallagrello bianco, asprinio, catalanesca, caprettone, coda di volpe, tintore, pallagrello nero, sciascinoso e casavecchia.
In molte zone del territorio, inoltre, ancora oggi si trovano piante centenarie a piede franco di grande valore storico, spesso utilizzate per creare nuovi impianti da selezione massale, in modo da perpetuare i biotipi piรน antichi. Un meraviglioso esempio di viti prephylloxera si trova nella zona di Tramonti, dove Tenuta San Francesco ha conservato una vigna di tintore con enormi piante che hanno oltre 300 anni, veri monumenti della viticoltura del passato.
Le cantine presenti a Campania Stories hanno presentato oltre 300 vini, suddivisi in due mattinate di degustazione, una dedicata a spumanti e bianchi, lโaltra a rosati e rossi. Lโelevato numero dei campioni ha costretto a fare delle scelte. Questโanno abbiamo deciso di concentrare lโattenzione sui territori dellโIrpinia, dei Campi Flegrei, della Costa dโAmalfi e dellโarea vesuviana. Gli assaggi hanno messo in luce un livello elevato della produzione, con punte di assoluta eccellenza. Per quanto riguarda le ultime annate, la 2019 ha dimostrato una notevole qualitร complessiva, con vini intensi, armoniosi e di grande freschezza. Sulla stessa linea, la 2020, anche se ancora molto giovane, mente la 2018, appare di livello leggermente inferiore.
A dispetto di una produzione regionale che privilegia la coltivazione delle uve a bacca rossa, la vocazione della Campania si conferma sempre di piรน bianchista. I vini bianchi hanno espresso le etichette qualitativamente piรน interessanti, capaci di elevarsi ai vertici della produzione nazionale. Le degustazioni di vecchie annate presso le aziende, hanno messo in risalto lโottima predisposizione allโinvecchiamento di Fiano, Greco e Falanghina, che cominciano a esprimere la piena maturitร aromatica dopo almeno un paio dโanni dโaffinamento in bottiglia e dopo una decina dโanni regalano interessanti evoluzioni terziarie.
Tra i rossi cโรจ una costante crescita qualitativa del Piedirosso, soprattutto dellโarea flegrea e vesuviana. Vinificazioni piรน accurate e delicate hanno superato una certa tendenza alla riduzione, mettendo in luce il tipico profilo fragrante, fresco e fruttato del vitigno. Lโaglianico, invece, soprattutto nellโarea storica di Taurasi, sembra ancora prigioniero di vinificazioni molto estrattive e di un utilizzo del legno eccessivo, che restituiscono rossi molto evoluti, un poโ stanchi e a volte con sfumature ossidative.
a cura di Alessio Turazza
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