Tutto comincia a Torano Nuovo, tra le colline teramane abruzzesi. E’ qui che il giovane Emidio Pepe, dopo aver affiancato suo padre, e prima ancora suo nonno che produceva vino per casa dal 1899, fonda la sua azienda, sotto il nome di Aurora. All’epoca, Trebbiano e Montepulciano d’Abruzzo erano considerati “vini da taglio” o da bersi giovani. Emidio non è della stessa idea, anzi, convinto della vocazione innata della sua terra per la viticoltura, intravede grandi potenzialità di invecchiamento così da scommettere proprio sul Montepulciano d’Abruzzo per restituire valore economico e sociale al vitigno.
E come si dice, da lì in poi è storia. Dai vigneti di quell’Abruzzo ben conservato alle carte dei vini dei ristoranti più importanti del mondo, i suoi vini vengono riconosciuti come immagine di un territorio in cui nessun’altro è estato capace di fare altrettanto, ponendosi tra “i grandi del vino italiano”. L’entusiasmo che si avverte arrivando in cantina è contagioso, una vita dedita alla vigna e il sorriso targato Pepe è sempre lo stesso, genuino, vero e tutto al femminile. Sarà perché le generazioni che si sono susseguite, sempre in simbiosi, hanno costantemente portato avanti un credo condiviso e coeso, la bontà di un asse che non ha prezzo: terra-persone-lavoro.
E sarà anche per quella linfa vitale tutta al rosa che ha delineato vita e azienda, che Emidio Pepe ha saputo ben educare e far innamorare del suo mondo. «Papà Emidio era disperato perché in famiglia non arrivava un maschio, eravamo solo donne ma ben presto si è reso conto di essere fortunato, oggi a 92 anni ci guarda sereno e soddisfatto», racconta la figlia Sofia, «da 35 anni lavoro gomito a gomito con lui e ora siamo giunti alla terza generazione il cui entusiasmo si mescola all’esperienza dei veterani». Il passaggio generazionale non è mai semplice in un’azienda ma ciò che più si può auspicare, è riuscire a consolidare quel forte equilibrio tra la parte ferma degli anziani, la generazione di mezzo rappresentata dalle figlie Sofia e Daniela e le giovani nipoti Chiara ed Elisa con lo sguardo proteso verso il mondo e la grande energia che nutre la spinta. Tutti accomunati dalla volontà di perpetuare ciò che è stato iniziato e conservare quel patrimonio inestimabile in loro possesso.
La cantina si distingue per un approccio artigianale e biodinamico ma soprattutto umano. Fin dagli inizi, Emidio Pepe ha rifiutato l’uso di prodotti chimici di sintesi in vigna e ha scelto una vinificazione a impatto minimo, fermentazioni spontanee, nessun lievito selezionato, niente filtrazioni né chiarifiche. Le tecniche sono tradizionali: le uve rosse vengono pigiate con i piedi in tini di legno, il Trebbiano viene pressato manualmente con un torchio ligneo. Solo vasche di cemento per le maturazioni. L’obiettivo dichiarato è quello di preservare l’identità varietale e territoriale dell’uva, rispettandone il ciclo vitale. E soprattutto mai un enologo se non Mr.Pepe ad occuparsi di vigne e produzioni, passeggiando adagio tra filari e quelle vasche di cemento, gli unici contenitori usati.
Noi in quella cantina, e ancora prima in quelle vigne rigogliose, in salute e selvagge, ci siamo tornati recentemente, lì dove storia e passione si intrecciano; ed è in quell’agriturismo gestito con cuore meticoloso dalla giovane Elisa, che comodi abbiamo avuto la riprova della longevità di questi vini tramite assaggi in una verticale maestosa, alla scoperta delle annate più memorabili di Trebbiano e Montepulciano d’Abruzzo.
Dal 2020 Sofia si occupa della decantazione, sì perché i vini rossi prima di essere in commercio vengono tutti decantati: non facendo passaggi in legno per non interferire in alcuna maniera con la personalità della materia, si stabilizzano due anni in vasche di cemento vetrificato e poi in bottiglia, materiali inerti che non interferiscono in alcun modo, ma non essendo filtrati né chiarificati nel tempo viene a crearsi del deposito. Una ad una, a mano, le bottiglie vengono decantate dopo i primi vent’anni: «la boccata d’aria presa durante la decantazione è un toccasana per il vino contro la riduzione, prima di tornare a riposare e invecchiare per cinquant’anni, un’attenzione davvero importante quella che riponiamo verso i nostri vini, cui diamo anche vent’anni di garanzia», sottolinea la produttrice che durante la degustazione verticale ci ha portato ad assaggiare annate a dir poco sorprendenti.
2010
Annata di grandissimo equilibrio, vini energici e croccanti con acidità e freschezza. Naso dalle note di frutti di bosco, cenni balsamici e leggero goudron, tannini ancora vigorosi ma ben integrati. Mostra l’equilibrio tra concentrazione e freschezza, un vino ancora “giovane” in piena fase ascendente.
2007
Annata equilibrata con estate piuttosto calda. I vini di questa annata sono fedeli all’andamento stagionale, hanno ereditato l’acidità della sua primavera e la materia del calore estivo. Al naso si presenta con sentori di ciliegia sotto spirito, liquirizia, tocchi di terra bagnata. La bocca è piena e lunga, i tannini maturi.
2003
Annata molto calda e secca. Vino dai tannini eleganti nonostante il calore, che restituisce fedelmente la stagione conservando un’acidità che ora si manifesta in maniera più nitida. Confettura di mora, tabacco dolce, cioccolato, è rotondo. Interessante testimonianza dell’annata estrema. Forse meno fine ma con una dolcezza alcolica e speziata avvolgente che regala comunque una grande bevibilità.
2002
Annata fresca, i vini hanno delle acidità molto elevate che hanno permesso, sia al Trebbiano che al Montepulciano, di generare vini eleganti e longevi. Piacevolissimo con uno spettro aromatico fatto di spezie leggere e cuoio, elegante, snello e piacevolissimo in bocca, invogliante.
1993
Annata meravigliosa. I vini rivelano sfumature salmastre che hanno origine dalla mineralità e dalla materia originaria. Gli odori sono profondi e suadenti, dai funghi secchi al pepe nero e fin alla frutta sotto spirito. Acidità presente, tannini setosi, finale lungo e sapido. Esempio eccellente di longevità.
1979
Una delle annate più vigorose e ricche di colore degli anni ‘70. Il buon andamento climatico ha fatto sì che il vino abbia mantenuto la forza, la struttura ed il colore tipico del Montepulciano con un’evoluzione maestosa. Profumo di sottobosco, tartufo, tè nero, alloro. Struttura ridotta ma ancora viva, al limite ma emozionante. Un capolavoro di resistenza e grazia, simbolo della longevità del Montepulciano d’Abruzzo di Emidio Pepe.
Questo è soltanto un assaggio dei decenni imbottigliati e custoditi in cantina (ben 40 annate), solo Valentini (a Loreto Aprutino) in parte può vantare uno storico vinicolo così prezioso dell’Abruzzo. Ed è questa l’unica maniera per capire la forza, il benessere, la prosperità e la vocazione che alcune vigne (ancora coltivate con l’antico sistema della pergola) possono avere, donando vini ancora invitanti e vivi anche dopo mezzo secolo. Torano Nuovo gode di un clima figlio dell’influenza del mare e delle fredde correnti del Gran Sasso, la condizione ideale che permette una maturazione lenta e progressiva dei profumi e un equilibrio ideale tra lo zucchero e l’acidità. Non senza la caratterizzazione di un suolo argilloso-calcareo che drena l’acqua e della spiccata componente minerale che si proietta nella complessa longevità delle bottiglie migliori. Oggi le vigne più vecchie producono poco, sono quasi al termine del loro ciclo vitale ma se avrete mai il piacere di trovarvici di fronte, ammirerete la loro bellezza, la tenacia e la forza di chi ha sempre vissuto in salute e in piena simbiosi con il suo mondo. Queste piante sono lo specchio di Emidio, un vecchio gentiluomo del vino, una sentinella della cultura contadina a cui va ricordato nei suoi momenti meno lucidi, di essere stato tra quei sognatori del vino che con metodo e cuore hanno contribuito all’immortalità dei suoi vini, e quindi di sé stesso. Grazie Emidio, in Vino Vita, “Sursum corda”.
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La più autorevole guida del settore dell’enologia italiana giunge quest’anno alla sua 37sima edizione. Vini d’Italia è il risultato del lavoro di uno straordinario gruppo di degustatori, oltre sessanta, che hanno percorso il Paese in lungo e in largo per selezionare solo i migliori: oltre 25.000 vini recensiti prodotti da 2647 cantine. Indirizzi e contatti, ma anche dimensioni aziendali (ettari vitati e bottiglie prodotte), tipo di viticoltura (convenzionale, biologica, e biodinamica o naturale), informazioni per visitare e acquistare direttamente in azienda, sono solo alcune delle indicazioni che s’intrecciano con le storie dei territori, dei vini, degli stili e dei vignaioli. Ogni etichetta è corredata dall’indicazione del prezzo medio in enoteca, delle fasce di prezzo, e da un giudizio qualitativo che si basa sull’ormai famoso sistema iconografico del Gambero Rosso: da uno fino agli ambiti Tre Bicchieri, simbolo di eccellenza della produzione enologica. che quest’anno sono 498.
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