Ottava edizione della Kermesse delle bollicine d’Oltralpe, ma la prima nella nuova cornice del polo fieristico di Bologna. Dalla Champagne Experience torniamo a Roma con diversi assaggi convincenti, che racconteremo più nel dettaglio nel mensile di dicembre. Tra le scoperte che hanno segnato questa edizione spicca la maison Crucifix Père & Fils, piccola realtà familiare con sede ad Avenay-Val-d’Or nella Montagne de Reims.
La storia della maison inizia nel 1940 con André Gabriel, fondatore della tenuta. Negli anni Sessanta passa alla figlia Nelly e al marito Pierre Crucifix. Oggi sono Sébastien e Carole, quinta generazione di vignaioli, a custodire un patrimonio di 5 ettari di vigneti Premier Cru, coltivati su suoli gessosi e calcarei, capaci di donare freschezza e precisione ai vini.
L’approccio agronomico è improntato alla sostenibilità: da oltre dieci anni non vengono impiegati diserbanti né insetticidi, si privilegiano lavorazioni manuali del suolo e raccolte selettive. In cantina, il tempo e la misura fanno la differenza: lunghe soste sui lieviti, dosaggi contenuti, uso mirato del legno per affinare complessità senza coprire la purezza del frutto. E gli assaggi fatti durante la fiera confermano uno stile preciso e coerente.
Questo champagne nasce da vigne con un’età media di 35 anni, che poggiano su suoli calcareo-argillosi. L’assemblaggio privilegia il pinot noir (75%) sullo chardonnay (25%) mentre l’affinamento sulle fecce fini prevede una attesa lunga 60 mesi.
Al naso si apre con note di frutta gialla matura (pesca, albicocca), seguite da accenti agrumati e floreali. Emergono poi tocchi di crosta di pane e mandorla, eredità della lunga sosta sui lieviti. Col tempo, si arricchisce di sfumature minerali e speziate.
Al palato l’attacco è ampio e avvolgente, sostenuto dalla struttura del pinot noir, mentre lo chardonnay regala tensione e freschezza. Il sorso è equilibrato, con scia sapida e vibrante, e lunga persistenza che richiama frutto e mineralità gessosa.
Un millesimato che esprime forte personalità e identità territoriale. Ottenuto da 100% Pinot Noir dell’annata 2019, proviene da suoli calcareo-argillosi che donano profondità minerale. Solo il cœur de cuvée, la parte più pura del mosto, entra nel processo di vinificazione.
Fermentazione e affinamento si svolgono in legno (botti da 205, 300 e 600 litri), con bâtonnage e riscaldamento lento per ampliare complessità e rotondità. Nessuna chiarifica. Segue affinamento di almeno 60 mesi sui lieviti e ulteriore riposo di 4 mesi dopo il dégorgement.
Il naso conquista con ampiezza e stratificazione aromatica: frutta gialla matura, agrumi canditi, piccoli frutti rossi, note speziate, miele e frutta secca. In bocca è vibrante e intenso, di grande energia. La mineralità gessosa si accompagna a un sorso teso e dinamico, con il legno che sostiene e arricchisce senza prevalere. La chiusura, lunga e salina, invita al sorso successivo.
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