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Emilia-Romagna

Terremoto tra i Colli Piacentini: la grande cantina sociale di Vicobarone annuncia l'uscita dal consorzio

Non sarebbe la prima cantina a sfilarsi. E adesso รจ a rischio la rappresentativitร  dell'ente di tutela

  • 26 Giugno, 2025

Scossa nel mondo dei vini piacentini, che appena un anno fa aveva riconfermato alla guida dell’ente di tutela dei vini il presidente Marco Profumo. La Cantina di Vicobarone, importante realtร  cooperativa del territorio, che conta circa 170 viticoltori, ha annunciato che da gennaio 2026 non farร  piรน parte della compagine del Consorzio, che oggi riunisce 78 aziende produttrici di importanti denominazioni come Gutturnio, Barbera, Ortrugo, Malvasia di Candia aromatica.

Incognita rappresentativitร 

Il dietrofront della cooperativa, che a dicembre 2024 ha rinnovato i dirigenti scegliendo Alessandro Braghieri come presidente, potrebbe mettere a rischio la rappresentativitร  dell’ente di tutela e il riconoscimento del Masaf.

Non si tratterebbe del primo abbandono: prima di Vicobarone avevano fatto un passo indietro, negli anni scorsi, le cantine di Valtidone (220 soci per 90mila quintali di uve l’anno, di cui oltre 80% a Doc), ma anche le Cantine Bonelli e la Cantina Manzini. Conversando col quotidiano locale Libertร , Braghieri ha spiegato che pur trattandosi di una decisione sofferta, l’intenzione รจ quella di dare uno scossone a una situazione che vede Vicobarone da anni chiamata da sola a tenere in piedi il Consorzio, anche economicamente. Il presidente ha, poi, dichiarato di essere pronto a rientrare se rientreranno anche altre importanti cantine.

L’appello del Consorzio di tutela

Il Consorzio, dal canto suo, ha invitato tutti alla massima responsabilitร , appellandosi al senso di appartenenza delle cantine che sono per ora fuori dal gruppo dei soci. Secondo il presidente Profumo, non รจ corretto che in pochi si impegnino, e sostengano, uno sforzo per qualcosa di cui alla fine beneficiano tutti. Inoltre, al problema della rappresentativitร  potrebbe aggiungersene un altro. L’eventuale sfaldamento del tessuto imprenditoriale locale non gioverebbe all’annunciato percorso di revisione della piramide qualitativa dei vini piacentini. Un iter complesso, anche in considerazione del fatto che per ottenere la Docg (come nel caso del Gutturnio riserva) occorrono requisiti di legge molto stringenti.

Marco Profumo – presidente Consorzio vini Colli Piacentini – foto Consorzio

Iniziative in bilico

In discussione, ci sarebbero poi anche le attivitร  correlate tipiche di un ente consortile (chiamato a esercitare funzioni di tutela e promozione). A partire da quelle legate all’enoturismo che, secondo il recente Pacchetto vino di cui si sta discutendo in questi mesi a livello europeo, darร  piรน poteri (e finanziamenti) proprio ai Consorzi di tutela dei vini Dop riconosciuti. Inoltre, appena un mese fa, a maggio, il Consorzio aveva presentato una guida alle cantine dei Colli Piacentini. Ad aprile aveva firmato una convenzione con l’Universitร  Cattolica di Piacenza per iscrivere i vitigni autoctoni (molinelli e lisรถra) nei registri regionali e nazionali delle varietร  di vite coltivabili. Insomma, tutta una serie di partite importanti per il territorio e per i produttori, che l’eventuale declassamento del Consorzio, nato per giunta nel 1968, potrebbero andare perse per mancanza di unitร .

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