ยซIl 2024 รจ stato un anno positivo. Abbiamo chiuso con un aumento delle vendite del 21 per cento rispetto al 2023, a dimostrazione dei progressi della nostra piccola ma valorosa denominazioneยป. Paolo Bartoloni, titolare dellโazienda Le Cimate e presidente del consorzio di Montefalco, inaugura cosรฌ lโultima edizione di โA Montefalcoโ, la presentazione annuale alla stampa della nuova annata 2021 di Sagrantino (che ricade sotto la docg Montefalco Sagrantino) e delle annate correnti della doc Montefalco, nelle versioni bianco e rosso, e della doc Spoleto, focalizzata sul trebbiano spoletino. La crescita dei volumi della denominazione รจ leggermente bilanciata al ribasso dalla diminuzione del prezzo medio delle bottiglie che tuttavia non ha inciso piรน di tanto sui profitti delle cantine aderenti al consorzio.
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Tuttavia, Bartoloni lancia lโallarme per il 2025. ยซร un momento di grande difficoltร per tutto il mondo del vino italiano. Le vendite – avvisa – scendono ovunque. La crisi tocca in modo particolare le denominazioni rossiste, ma se si pensa che perfino il Prosecco, che in questi anni ha tirato la volata delle bollicine italiane, registra un segno positivo pari appena allo 0,4% riusciamo a comprendere bene lโarretramento in cui ci muoviamo. Anche la nostra denominazione, ovviamente, รจ colpita dal calo delle vendite, ma รจ ancora troppo presto per fare un bilancio per il quale attendiamo il quadro definitivo alla fine dellโannoยป.
In attesa dei dati generali finali, i produttori dellโareale umbro cominciano a fare i calcoli sul primo trimestre 2025: confrontato con lo stesso periodo dellโanno scorso il calo medio potrebbe aggirarsi intorno a un quarto delle vendite.
Sulle responsabilitร della crisi Bartoloni non ha dubbi: ยซIl calo delle vendite allโestero รจ modesto, frutto delle crisi internazionali (guerre e dazi). Il nostro problema principale รจ il mercato italiano. Abbiamo aperto lโanno 2025 con la demonizzazione delle bevande alcoliche, vini inclusi, su qualsiasi canale di comunicazione: social, televisione e giornali cartacei hanno scatenato una campagna di terrorismo mediatico sullโalcol con conseguente riduzione del consumo delย vinoย e calo delle vendite di cui sta risentendo il mercatoยป.
Sotto accusa รจ lโiniziativa del governo. ยซNon cโรจ dubbio che la paura scatenata dalle nuove norme del codice della strada – assicura Bartoloni – abbia fatto la sua parte. Il nuovo codice non ha modificato i limiti di alcol consentiti (0,5 grammi di tasso alcolemico per litro di sangue), ma ha inasprito le sanzioni. E soprattutto la campagna del ministero dei Trasporti contro lโalcol ha creato molti timori nei consumatori, molti dei quali rinunciano al loro calice di vino quando escono la seraยป. Proprio Bartoloni nel febbraio scorso era stato lโestensore materiale della lettera firmata da quattro Consorzi di tutela dei vini umbriย (Montefalco, Orvieto, Torgianoย eย Trasimeno, ai quali si sono aggiunti poi il Chianti e Montalcino) e inviata al ministro dei Trasporti con lโobiettivo di chiarire i contenuti delle norme, sdrammatizzare i rischi di infrazione e fornire le informazioni di base per conciliare consumo di vino e sicurezza.
Ma la presentazione delle nuove annate alla stampa รจ anche lโoccasione per raccontare le novitร della denominazione. Che riguardano soprattutto il trebbiano spoletino. ยซA partire dal 22 maggio sono in opera le modifiche richieste dal consorzio e approvate dal ministero. Abbiamo eliminato lโobbligo del tappo di sughero e lโobbligo di utilizzare la bottiglia di tipo bordolese. Saranno ammesse le macerazioni fino al primo giugno. Per la nuova versione riserva saranno necessari 18 mesi di affinamento. Per lo spumante metodo classico non sarร possibile usare il tappo coronaยป.
Ma, si sa, lโappetito vien mangiando e adesso il consorzio ha in serbo unโaltra riforma da formalizzare entro la fine di giugno. ยซAd oggi i comuni di Giano dellโUmbria, Gualdo Cattaneo e Bevagna – spiega Paolo Bartoloni – sono fuori dalla doc Spoleto che comprende attualmente i comuni di Campello sul Clitunno, Castel Ritaldi, Foligno, Montefalco, Spoleto e Trevi. Pertanto le cantine che si trovano in quei comuni e producono trebbiano spoletino sono costrette a imbottigliarlo sotto la denominazione Montefalco doc. Il nostro obiettivo รจ quello di ampliare lโareale previsto dal disciplinare ai comuni finora esclusi. Ci auguriamo di raggiungerlo entro un annoยป.
Lโiniziativa del consorzio dimostra che, in una fase storica di crisi dei vini rossi, lโopportunitร di allargare il proprio portafoglio ampelografico e produttivo con un vino bianco di riferimento costituisce per la provincia di Perugia una grande occasione di mercato. Allo stesso tempo, la tipologia trebbiano spoletino soffre ancora le incertezze della gioventรน. Gli assaggi della stampa specializzata rilevano ancora grandi differenze nella vinificazione e negli affinamenti, con una varietร di prodotti forse troppo ampia per una realtร cosรฌ piccola. Insomma, la strada per raggiungere una identitร condivisa sul versante bianchista della denominazione sembra ancora lunga.
ยซIl Trebbiano Spoletino รจ diventato doc solo dal 2011, pertanto รจ del tutto normale che in questi primi anni di produzione ciascuna cantina abbia cercato la sua specifica stradaยป, osserva il presidente. Tuttavia, continua, ยซa me pare siano giร emerse bene tre tipologie con una chiara connotazione: la prima รจ caratterizzata da una stilistica minerale e acida che offre vini pronti e freschi, lโaltra รจ la versione superiore con un affinamento piรน lungo e lโuso dei contenitori di legno, lโultima รจ la versione caratterizzata dalle macerazioni lunghe che danno vini piรน ricchi e strutturatiยป.
Nella piccola ma varia famiglia di Montefalco, invece, il Montefalco Rosso รจ il classico โfiglio che non dร problemiโ. ยซSul Montefalco Rosso raccogliamo i frutti dellโinnovazione apportata al disciplinare alla fine dello scorso decennio con il passaggio del sangiovese dal 60 allโ80 per cento della massa totale, sempre ovviamente con lโaggiunta del sagrantino come da consuetudine. Il Montefalco rosso resta il vino di riferimento delle famiglie umbre e la nostra tipologia di maggior successo economico. Basti pensare che, nel 2024, ad ogni bottiglia venduta di Montefalco Sagrantino ne corrispondono tre di Montefalco Rossoยป.
Ad oggi, pertanto, il compito piรน oneroso per il consorzio resta la valorizzazione del Montefalco Sagrantino, una vera e propria nicchia che, con le sue 900 mila bottiglie, fatica ancora a farsi largo in una ragnatela di vitigni e denominazioni, legate tanto ai vini rossi quanto ai bianchi, che rende la mappa della viticoltura perugina piรน intrigante ma anche piรน complessa. Per realizzare questo compito, Bartoloni ha due sogni nel cassetto.
Il primo riguarda il disciplinare: ยซMe lo chiedo da 10 anni: come mai non abbiamo la riserva del sagrantino quando abbiamo giร la riserva del Montefalco Rosso, prodotta da ben 17 cantine? Anche tanti produttori di altre denominazioni me lo chiedono. A livello di marketing sarebbe certamente un passo in avanti. Ne abbiamo cominciato a parlare un anno fa: lโobiettivo รจ quello di arrivare a 6-7 anni di affinamento, cinque dei quali in botte e il resto in bottigliaยป. E il secondo sogno? ยซLโanteprima generale per la stampa va benissimo, perรฒ mi piacerebbe fare il โSagrantino Dayโ, completamente focalizzato sul nostro vitigno piรน identitario, magari a metร novembre, un periodo perfetto per il consumo dei rossi e per il mercato che si prepara alle feste natalizieยป.
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