I dazi sul vino negli Stati Uniti non sono ancora scattati. Il provvedimento della Casa Bianca prevede una proroga nell’entrata in vigore delle tariffe al 15% sui beni importati dall’Ue a partire dal prossimo giovedì 7 agosto, rispetto alla data iniziale del 1° agosto. Per ora, come sottolineato dalla stessa Commissione europea il 31 luglio, non ci sono esenzioni, anche se la diplomazia è al lavoro e le trattative sono febbrili per capire se vini e spiriti riusciranno a rientrare nell’elenco dei prodotti esclusi oppure in quelli a dazio ridotto. In questi giorni, anche due importanti associazioni americane, come la US Wine trade alliance e la National restaurant association, hanno chiesto al governo Trump di salvare il settore.
Intanto, l’Unione italiana vini ha fatto i conti (attraverso il suo Osservatorio) per individuare quali siano le denominazioni italiane e le regioni maggiormente esposte all’effetto degli inevitabili rincari. Con dazi al 15% anche sul vino, il danno stimato per l’intero comparto made in Italy è di circa 317 milioni di euro cumulati nei prossimi 12 mesi. Il Veneto, con circa 600 milioni di euro e una quota al 21% sul totale delle esportazioni di vino made in Italy, è la regione che spedisce più vini negli Stati Uniti. Le Dop più esposte sono Pinot grigio delle Venezie, Prosecco e Amarone ma si tratta solo di una parte delle denominazioni regionali chiamate ad affrontare la scure dei dazi americani.
Altra grande regione esportatrice verso gli Stati Uniti è la Toscana, col Brunello di Montalcino, il Chianti e gli altri rossi a denominazione d’origine. La quota negli Usa rispetto all’export complessivo di vino toscano arriva al 32%, e vale 380 milioni di euro. Al terzo posto, il Piemonte. Questa regione esporta negli Usa il 21% del fatturato totale, soprattutto grazie ai rossi e al Moscato d’Asti, che deve alla piazza americana il 60% degli incassi dall’export. Non mancano altre regioni del nord Italia e c’è un particolare, secondo i dati Uiv. Il Trentino-Alto Adige detiene la quota maggiore fra le regioni esportatrici: 36,2 per cento, dovuta al Pinot grigio, sia quello trentino sia quello a Dop Delle Venezie.
Il Governo incontrerà la filiera vitivinicola lunedì 4 agosto. Ma l’Uiv ribadisce una richiesta che riguarda la parte diplomatica e le trattative in corso da Bruxelles e Washington: «Chiediamo al Governo italiano e, assieme al Ceev, alla Commissione Ue che il negoziato Ue-Usa sul vino prosegua nelle prossime settimane e che il nostro prodotto venga inserito nella lista dei prodotti agricoli europei a tariffa zero o a dazio ridotto», è il commento del presidente di Uiv, Lamberto Frescobaldi. «Dal Lambrusco al Brunello di Montalcino, dal Verdicchio al Chianti, fino al Pinot grigio e al Prosecco, il vino italiano si è fatto strada grazie a tutti gli ambasciatori dell’eccellenza enoica regionale, rendendo gli Stati Uniti il primo cliente estero dell’intero vigneto Italia, con una quota di mercato media pari al 24 per cento».
Niente da mostrare
Reset© Gambero Rosso SPA 2025 – Tutti i diritti riservati
P.lva 06051141007
Codice SDI: RWB54P8
registrazione n. 94/2021 Tribunale di Roma
Modifica impostazioni cookie
Privacy: Responsabile della Protezione dei dati personali – Gambero Rosso S.p.A. – via Ottavio Gasparri 13/17 – 00152, Roma, email: [email protected]
Resta aggiornato sulle novità del mondo dell’enogastronomia! Iscriviti alle newsletter di Gambero Rosso.
© Gambero Rosso SPA – Tutti i diritti riservati.
Made with love by Programmatic Advertising Ltd