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Tendenze

Cocktail a base vino, dealcolati e rosati: i trend in ascesa nel mercato canadese

Come attirare vecchi e nuovi consumatori in Canada. L'indagine Nomisma svela i segreti per conquistare anche chi ancora non beve vino

  • 26 Giugno, 2025

Messaggi dal Canada per le imprese vitivinicole italiane, dall’ultimo sondaggio Nomisma per Valoritalia, presentato a Roma, martedì 24 giugno. Dal lungo lavoro, che ha comparato duemila interviste ai cittadini tra 18 e 65 anni sia canadesi sia italiani, emergono delle tendenze che le imprese dovranno tenere presenti per elaborare le migliori strategie di penetrazione in questo ricco mercato nordamericano (che vale per il vino italiano 442 mln di euro), dove nel 2024 il vino tricolore risulta il più consumato, rispetto a quello di Francia, Stati Uniti e Australia, tra coloro che bevono vini stranieri.

Consumatori canadesi attenti alla bassa gradazione alcolica

In Canada, dove nel 2024 sono aumentati gli acquisti di vini fermi e frizzanti dall’Italia, e dove il 73% beve vino soprattutto tra le mura domestiche e al ristorante (14%), rispetto al 61% e al 23% dell’Italia, i criteri d’acquisto sono molto diversi. Per il consumatore canadese, il prezzo basso e la cantina/marca preferita orientano le scelte (entrambi col 21%), seguite da territorio di produzione (13%), gradazione alcolica (12%) e denominazione d’origine (10 per cento). Nelle zone basse della classifica, troviamo il consiglio del negoziante (6%), il vitigno (5%), il marchio biologico (5%) e il marchio di sostenibilità (4%). Per l’Italia, cambia il driver d’acquisto: la denominazione d’origine (20%) e il territorio di produzione (17%) sono in testa, prima della cantina/marca preferita (14%), del vitigno (13%) e del prezzo basso (13%). Il grado alcolico influisce solo per un 5 per cento degli italiani.

 

I trend del prossimo triennio

Il responsabile Agrifood e Wine Monitor di Nomisma, Denis Pantini, ha evidenziato quali sono i trend in ascesa tra i consumatori nei prossimi due/tre anni, con un interesse verso i marchi green (74% Canada e 81% Italia), gli spumanti (70% e 73%) e i vini a bassa gradazione alcolica (65% e 66%). Oltre a questi tre elementi comuni emergono differenze tra i consumatori. I canadesi mostrano maggiore interesse per le bottiglie di vino con vetro più leggero (78%), i cocktail a base di vino già mixati (rispetto al 56% degli italiani), i rosè (71%), le bottiglie in edizione limitata in collaborazione con gli influencer (70%, contro il 60% degli italiani), così come per i dealcolati (57% contro 44%), i tappi a vite (60%), le lattine (56%) e le bottiglie in plastica (46% contro il 16% degli italiani).

 

Cosa attrae i “non consumatori” canadesi

Se, infine, si guarda a chi non consuma per niente vino in Canada e a quali fattori potrebbero convincere questa fetta di mercato a interessarsi al vino italiano, l’indagine Nomisma per Valoritalia svela elementi importanti. Il prezzo conveniente (20%) e la marca del produttore nota (18%) sono i primi due fattori. Seguono quattro risposte che attengono tutte al tema della certificazione dei prodotti: una Doc/Docg (11%), il certificato di sostenibilità (9%), il certificato biologico (9%), il fatto che il prodotto sia controllato da un ente di certificazione italiano (8%). Più in basso in classifica – sempre secondo i non consumatori di vino – ci sono il vetro leggero (7%), il vino no-low alcol (5%) e c’è un 6% di non consumatori canadesi che non è per niente interessato al vino italiano.

Le imprese italiane puntano su vini sostenibili, low alcol e bio

Interessanti i dati che emergono dai pareri delle imprese italiane (147 quelle intervistate da Nomisma, di cui 56% provenienti dal nord Italia, 24% dal centro e 20% dal sud) sui trend di consumo generali per i prossimi due anni. I produttori ritengono in maggioranza (75%) che i consumatori mostreranno interesse per i vini sostenibili (75%), a basso contenuto alcolico (56% in aumento), biologici (56% ma percentuale in calo su 2024 e 2023), vini senza alcol (25%), senza solfiti (25%) e vegani (22 per cento, in calo).

Sostenibile batte biologico

«Il ruolo delle certificazioni – ha dichiarato Denis Pantini – resta determinante nella scelta di acquisto di un vino. Tra i trend in ascesa, quelli legati ai temi green (e alle relative certificazioni) rappresentano i driver di consumo con maggior probabilità di successo futuro sul mercato, con la sostenibilità che surclassa il biologico. Così come quelli dei vini a bassa gradazione alcolica. Nel nostro Paese – ha concluso – i vini dealcolati non sembrano raccogliere un consenso altrettanto ampio».

 

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