
Parlare di grandi bianchi italiani senza citare il Collio è praticamente impossibile. Nascono qui infatti, alcuni delle migliori espressioni vinicole da vitigni autoctoni e internazionali. E sono proprio del Collio tre cantine che nell’ultima edizione della guida Vini d’Italia 2025 del Gambero Rosso hanno ottenuto i Tre Bicchieri per la prima volta e sempre a un vino di questa denominazione, uno Chardonnay, è state assegnato il premio Bianco dell’Anno 2024.
Siamo in Friuli Venezia Giulia, nella parte orientale che comprende la zona collinare a ridosso con il confine italo-sloveno. Inizia ad Oslavia, nella periferia settentrionale di Gorizia, e si snoda fino a Dolegna, più precisamente fino al corso del fiume Judrio, che dal 1866 al 1918 divideva l’Italia dall’Austria-Ungheria. La zona è caratterizzata dalla presenza di un particolare tipo di terreno, la ponca, una formazione calcareo-marnosa che contraddistingue anche la limitrofa area a Doc dei Colli Orientali del Friuli e che conferisce ai vini profondità ed eleganza senza rinunciare a una certa pienezza gustativa.
Parlando dei vitigni internazionali, ormai perfettamente acclimatatisi su queste colline, ci siamo già occupati, oltre che dei migliori Sauvignon, anche dei Pinot Grigio. Qui ci concentriamo, invece, sulle migliori interpretazioni dei Pinot Bianco del Collio.
Le origini del vitigno sono state per molto tempo motivo di discussione tra gli ampelografi; la sua genealogia sembra farlo risalire al pinot nero, del quale, come del resto anche il pinot grigio, è una mutazione intravarietale. Eppure per decenni il vitigno è stato confuso con lo chardonnay (con cui condivide molte caratteristiche ampelografiche), tanto che fino a una cinquantina di anni fa, nel nostro Paese veniva identificato come pinot-chardonnay. Ma intorno agli anni ’80 tutti i dubbi sono stati fugati e il vitigno è entrato a pieno titolo anche nei disciplinari di produzione delle Doc e Docg italiane.
In attesa di conoscere i risultati delle degustazioni in corso per la nuova guida Vini d’Italia 2026 del Gambero Rosso, ecco i Pinot Bianco prodotti nel Collio che ci sono piaciuti di più e che hanno ottenuto i Due Bicchieri Rossi su Vini d’Italia 2025 del Gambero Rosso.
Collio Pinot Bianco 2023 – Ferruccio Sgubin
ll Pinot Bianco ’23 di Ferruccio Sgubin sfoggia raffinati sentori vegetali di erbe aromatiche con garbati sbuffi di menta. La fondazione dell’azienda risale al 1960, periodo in cui molte realtà agricole regionali a conduzione familiare decisero di specializzarsi nella coltivazione della vite. Ferruccio, ancora fattivamente operativo nonostante la veneranda età, ormai da tempo ha affidato la conduzione al figlio Gianni che, negli ultimi anni, si è reso protagonista di scelte coraggiose e vincenti. Ora la nuova generazione, composta da Marco e Margherita, si appresta a raccogliere il testimone.
Collio Pinot Bianco 2023 – Franco Toros
Il Pinot Bianco ’23 di Franco Toros ricorda i fiori di tiglio e gelsomino, i frutti tropicali e il mandarino e l’assaggio è avvolgente, vellutato e morbido. Franco Toros discende da una famiglia di contadini che, all’inizio del secolo scorso, si stabilì in località Novali, a poca distanza dal valico di Plessiva che conduce in Slovenia. Non ci volle molto per capire che quei terreni andavano in perfetto accordo con la vite, così i membri della famiglia diventarono subito meticolosi vignaioli. Come tutti i grandi Franco attribuisce i maggiori meriti della qualità dei suoi vini a madre natura, ma tutti sappiamo che senza il giusto interprete i risultati non sarebbero gli stessi.
Collio Pinot Bianco 2023 – Cantina Produttori Cormòns
Ottimo anche il Pinot Bianco ’23 di Cantina Produttori Cormòns, raffinato e fragrante, Questa apprezzata realtà del mondo vitivinicolo regionale è nata da una bella storia di convivenza e collaborazione che ebbe inizio negli anni Sessanta del secolo scorso quando un gruppo di viticoltori cormonesi, impossibilitati a vinificare singolarmente, decisero di unire le proprie forze. Qualche anno fa, l’inserimento in azienda di Alessandro dal Zovo nel ruolo di direttore generale, supportato dalla presidenza di Filippo Bregant, è coinciso con un significativo impulso verso la produzione di qualità.
Collio Pinot Bianco 2023 – Alessio Komjanc
Il Pinot Bianco ’23 di Alessio Komjanc anche lo scorso anno ha ottenuto un punteggio altissimo, arrivando meritatamente alle degustazioni finali. La prima etichetta con il marchio Alessio Komjanc risale al 1973, ma è noto che i suoi bisnonni producevano vino già alla fine dell’Ottocento. La vera svolta aziendale si ebbe nel 2000, quando tutti i suoi quattro figli si insediarono definitivamente in azienda riuscendo ad ottimizzare l’intera filiera produttiva. Il balzo qualitativo registrato nelle ultime annate, frutto di una preziosa consulenza in cantina, ha fatto lievitare la qualità dell’intera gamma portando alla ribalta il nome di famiglia.
Collio Pinot Bianco 2023 – Isidoro Polencic
Ottimo il Pinot Bianco ’23 di Isidoro Polencic che palesa un ricco bouquet di glicine e gelsomino con richiami di pesca bianca, litchi e note di erbe officinali quali salvia, timo e rosmarino. Il perfetto equilibrio rende l’assaggio appagante. L’insediamento della famiglia Polencic sul Collio risale alla seconda metà dell’800. Gente caparbia che, di generazione in generazione, ha mantenuto e coltivato l’amore per la terra ed i valori della tradizione. Isidoro Polencic, gran maestro, nel 1968 fondò l’azienda ora gestita dai suoi tre figli, Elisabetta, Michele e Alex.
Collio Pinot Bianco 2023 – Doro Princic
Il Pinot Bianco ’23 di Sandro Princic ha una carica energica invidiabile con risvolti tropicali e balsamici. Sandro Princic è un uomo di vigna, un classico artigiano del vino che ha ereditato da papà Doro uno straordinario equilibrio, il parlare schietto e la grande capacità di saper ascoltare. Un sorriso sornione traspare sotto i baffoni di stile austro-ungarico. Convinto sostenitore del monovitigno, riesce a trarre il meglio da ogni varietà, senza manipolazioni od eccessi, rispettando i tempi dettati dalla natura. Vignaiolo di gran classe, ha trasmesso i suoi saperi al figlio Carlo. Se a giudizio di molti la vendemmia del 2023 è stata considerata difficile, assaggiando i vini di Sandro sembra proprio che non ci sia nulla di diverso rispetto alle annate precedenti, anzi, sembrano avere addirittura una marcia in più.
Collio Pinot Bianco 2023 – Russiz Superiore
Il Pinot Bianco ’23 di Russiz Superiore ricalca le caratteristiche delle migliori annate e sfoggia eleganti profumi di fiori in bocciolo, pesca bianca, pera kaiser, con guizzi di spezie e lieve tostatura; in bocca è fragrante e vigoroso. Marco Felluga, scomparso all’età di 96 anni, è stato un vero pioniere della moderna vitivinicoltura regionale di qualità. Nell’ormai lontano 1966 creò Russiz Superiore, che divenne da subito un marchio di riferimento per il comprensorio del Collio. Dal 2021 ad oggi (dopo la prematura scomparsa di Roberto, figlio di Marco) la realtà imprenditoriale è stata guidata dalla giovanissima Ilaria Felluga, che mantiene il suo ruolo in azienda anche ora che è entrata a far parte del gruppo Tommasi.
Collio Pinot Bianco Cavezzo 2022 – Livon
Il Pinot Bianco Cavezzo ’22 di Livon conquista l’olfatto con deliziose folate di frutta tropicale, cioccolato bianco e scorza di agrumi, per poi regalare un sorso schietto e vivace. Valneo e Tonino Livon gestiscono ormai da tempo l’azienda fondata da papà Dorino nel 1964. Dimostrando eccellenti capacità imprenditoriali, si sono espansi anche al di fuori dei confini regionali, affiancando al proprio prestigioso marchio, contraddistinto dall’ormai famosa donna alata, quelli di Borgo Salcetino a Radda in Chianti e di Colsanto in Umbria. Matteo, figlio di Valneo, e Francesca, figlia di Tonino, rappresentano la nuova generazione e sono già ben integrati in azienda.
Collio Pinot Bianco Santarosa 2022 – Castello di Spessa
Il Pinot Bianco Santarosa ’22 di Castello di Spessa esprime l’eleganza e la soavità caratteristica di questo vitigno. Delizia l’olfatto con delicate sfumature di mughetto, gelsomino, pera, ribes giallo, anice e talco per poi accarezzare il palato e chiudere con una piacevole nota balsamica. Il Castello di Spessa è uno splendido maniero che esercita un sottile fascino e vanta una storia millenaria. Nel bunker di collegamento fra il castello e le cantine, utilizzato dalle truppe d’occupazione durante il secondo conflitto mondiale, riposano i vini da invecchiamento in condizioni ideali di temperatura e umidità. L’attuale proprietario, Loretto Pali, è un convinto sostenitore delle potenzialità del Collio nella produzione dei tre pinot bianco, grigio e nero, cavalli di battaglia aziendali.
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