Cambio ai vertici del Consorzio della Doc delle Venezie, ente di tutela che custodisce la Doc Pinot grigio, con circa 1,7 milioni di ettolitri confezionati. Albino Armani, primo presidente e principale artefice della nascita della grande denominazione del Triveneto, ha scelto di passare il testimone, dopo un decennio di lavoro (tecnico e diplomatico) per mettere assieme e consolidare una filiera composita, dalle piccolissime alle grandi aziende cooperative.
Armani lascia un ente in salute e con un’agenda che conta importanti progetti, dai vini a bassa gradazione ai vitigni resistenti. Al suo posto arriva Luca Rigotti, attuale presidente del Gruppo Mezzacorona e già consigliere consortile (ma anche presidente del gruppo di lavoro vino del Copa-Cogeca e coordinatore vino per Alleanza cooperative), che sarà affiancato dai vice Christian Scrinzi (Collis Veneto Wine Group) e Flavio Bellomo (Cantina di Conegliano, Vittorio Veneto e Casarsa). Il consiglio di amministrazione è composto da 21 consiglieri, in rappresentanza della filiera vitivinicola.
Rigotti annuncia che il suo mandato sarà «in continuità con attività del precedente consiglio di amministrazione». La sua nomina è avvenuta lunedì 12 maggio, durante l’assemblea dei soci che si è tenuta alla Cantina Colli Berici di Lonigo. Un «cambio pianificato» ha spiegato l’uscente Armani. Il primo obiettivo del neo presidente sarà il rafforzamento del posizionamento della Doc Pinot Grigio «il vino fermo italiano più venduto al mondo». Da qui al 2028, il Consorzio proseguirà a «mettere in atto misure di gestione del potenziale produttivo», come avvenuto negli anni scorsi. Per Rigotti, nel contesto economico attuale, sarà «fondamentale saper rispondere con capacità di innovazione, di programmazione e di dinamismo ai cambiamenti in atto: i nuovi modelli di consumo, la sostenibilità ambientale, economica e sociale, il consolidamento dei mercati, i cambiamenti climatici, tematiche della massima priorità che saranno al centro della nostra azione».
Albino Armani, presidente della Doc delle Venezie fino ad aprile 2025
La Doc, nel 2024, ha segnato un +3 per cento nel volume imbottigliato rispetto al 2023 e un +8% di certificazioni. Il trend dovrebbe proseguire anche nel 2025. Intanto, lo scorso anno, il Consorzio ha apposto le fascette di Stato su 230 milioni di bottiglie, pari a circa il 70% della produzione totale di Pinot Grigio del Triveneto. La quota export della Doc sfiora il 95 per cento, secondo i dati del Rapporto 2024 del Consorzio Doc delle Venezie. Inoltre, come emerge da un’analisi Ismea, presentata al Vinitaly 2025, pur essendo di recente riconoscimento, la denominazione ha raggiunto circa il 10% dei volumi totali delle Ig nazionali, al primo posto dei vini bianchi fermi e seconda soltanto al Prosecco Doc.
Altrettanto recente – presentato al Vinitaly – è il protocollo d’intesa tra Ismea e Consorzio Doc delle Venezie per sviluppare analisi approfondite sui mercati, sui costi di produzione e sulle dinamiche commerciali. La partnership consentirà ai produttori di disporre di dati essenziali per le strategie di crescita e valorizzazione della Doc, come ha evidenziato durante la fiera del vino di Verona lo stesso presidente di Ismea, Livio Proietti. Uno su tutti: dall’introduzione sul mercato della Doc delle Venezie nel 2017, il volume dell’export è più che raddoppiato, con una crescita a tripla cifra anche del fatturato (+117 per cento).
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