«I toscani hanno rotto le palle». Un’infelice battuta di Matteo Salvini ferisce l’orgoglio e scatena le ire della politica toscana, in cui si inserisce nuovamente la mai risolta questione del nome Montepulciano, che il “Granducato” divide con l’Abruzzo, all’interno di denominazioni differenti. Pur con una fidanzata fiorentina, Francesca Verdini, il ministro delle Infrastrutture del governo Meloni non è riuscito a tenere a freno i pensieri, e la lingua, durante un confronto sul vino che si è tenuto a Roma, mercoledì 28 maggio, col presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, tra i fondatori di Fratelli d’Italia, esponente del centrodestra e rieletto presidente nel 2024.
Il governatore Marsilio ha servito l’assist: «Il Montepulciano d’Abruzzo è più esportato del vino Nobile di Toscana». E Salvini ha chiosato, con ironia: «Meno male, i toscani hanno rotto le palle». Parole che hanno riecheggiato rapidamente nei palazzi istituzionali e che hanno scatenato una bufera, nonostante Salvini sia corso rapidamente ai ripari spiegando che si trattava di una battuta: «Fatevi una risata, ogni tanto», le sue parole.
«Inopportune e prive di senso istituzionale», le ha definite Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana (esponente del Partito democratico) sottolineando che quando si scherza «lo si fa su materie che possono, in un certo senso, richiamare a questo. Ma quando lo si fa con questa modalità ciò lascia l’amaro in bocca». Mentre sul confronto con il Nobile di Montepulciano ha sottolineato: «Non faccio classifiche, il Nobile è un elemento distintivo della nostra produzione, che ha un eco nazionale e internazionale». Duro anche il commento dell’assessore all’Agricoltura, Stefania Saccardi: «Salvini deve avere rispetto verso una regione i cui vini sono al vertice mondiale. Gli consiglio di lasciar perdere l’enologia, su cui pare non abbia grande competenza, e di occuparsi piuttosto delle cose che lo riguardano, come le risorse per le infrastrutture e la regolarità dei trasporti, su cui ha davvero tanto da lavorare».
E il siparietto Salvini-Marsilio non è piaciuto nemmeno al Consorzio del Nobile di Montepulciano, che ha puntato il dito contro le parole «inopportune» del governatore abruzzese: «Meno male che il Montepulciano d’Abruzzo Doc esporta più del Vino Nobile di Montepulciano Docg, visto che la produzione della Doc abruzzese supera i 100 milioni di bottiglie, contro i 7 milioni del Vino Nobile di Montepulciano».
E l’ente di tutela non si è lasciato sfuggire un tema molto sentito dai senesi: «Da oltre dieci anni – ricordano in una nota ufficiale – Nobile di Montepulciano e Consorzio vini d’Abruzzo hanno avviato un dialogo che, nel 2012, ha portato a un accordo sottoscritto dal Ministero delle politiche agricole, allora guidato da Mario Catania, e le Regioni di riferimento. Documento di “collaborazione” che purtroppo, soprattutto sul fronte abruzzese, evidentemente non ha mai trovato troppa responsività nella pratica dei fatti e l’episodio di ieri ne è l’ennesima conferma». Nel 2021, il disciplinare del Nobile è cambiato con l’obbligo di inserire la parola “Toscana” in etichetta proprio per evitare confusione sul mercato. Ma anche di recente non sono mancati altri episodi polemici.
Montepulciano – Siena
Il distretto toscano ha fatto anche un passo avanti verso il ministro. «Pur considerando l’esternazione grave e offensiva nei confronti dei cittadini toscani e delle migliaia di aziende vitivinicole della regione, che rappresentano l’Italia nel mondo e che attirano nello Stivale milioni di visitatori all’anno, contribuendo a rafforzare un comparto, quello del turismo, approfittiamo di questa occasione – è l’annuncio del Consorzio – per invitare nuovamente a Montepulciano il ministro Salvini, questa volta fuori dalla campagna elettorale, per conoscere da vicino la realtà poliziana e l’altissima qualità dei prodotti del territorio, con in testa il Vino Nobile di Montepulciano».
Dal canto suo, Salvini ha espresso l’intenzione di invitare sia i produttori del Nobile di Montepulciano sia quelli del Montepulciano d’Abruzzo al Ministero delle infrastrutture: «Sono entrambe eccellenze italiane da promuovere, al di là del legittimo orgoglio di campanile e di battute che, da toscano orgogliosamente acquisito da ormai sei anni, non devono diventare polemica politica». Basterà a placare gli animi?
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