Segno negativo per produzione, consumi ed export di vino nell’Unione europea. Il nuovo report pubblicato dalla Commissione Ue sottolinea che per l’annata 2024/25, che si conclude il 31 luglio, si stima una produzione in calo del 5% (nonostante il recupero dell’Italia), un livello dei consumi in diminuzione del 3%, con quantitativi di vino esportato che scendono ancora una volta (-6%) a fronte di importazioni stabili.
Lo si legge nel rapporto previsionale di breve termine che Bruxelles ha pubblicato il 28 luglio, nel quale si rileva un livello di volumi di vino prodotto pari a 137 milioni di ettolitri, che equivale al più basso livello degli ultimi 20 anni, il 10% al di sotto della media del quinquennio. Questo soprattutto a causa del calo importante di Francia e Germania, non compensato dalla ripresa della produzione italiana (+15%) e spagnola (+10 per cento).
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Sul fronte dei consumi, secondo i dati della Dg Agri (in base ai dati Eurostat), le previsioni parlano di un calo del 3%, a quota 93 milioni di ettolitri. Le tipologie più penalizzate saranno i vini rossi, a causa di un trend decrescente di lungo corso, collegato a un calo generale della domanda, dovuto anche alla sostituzione della bevanda vino con altri prodotti, da parte dei consumatori.
Ma le notizie peggiori arrivano dalle esportazioni di vino, attese per il 2024/25 in calo del 6 per cento. Previsione che arriva sulla base dell’andamento del periodo agosto 2024-aprile 2025, con quantitativi di vino europeo esportato scesi del 3%, a 21 milioni di ettolitri, soprattutto per una flessione delle spedizioni verso Regno Unito, compensata parzialmente da un effetto scorte negli Stati Uniti per via delle tariffe aggiuntive all’import annunciate a fine 2024 dalla Casa Bianca. La diminuzione attesa, secondo la Commissione Ue, è quindi dovuta al generale clima di incertezza sui mercati internazionali.
Nel complesso, con una riduzione della produzione e una domanda in trend negativo, gli stock finali di vino per l’Ue nel periodo 2024/25 si prevedono al di sotto della media quinquennale (157 milioni di hl). Infine, guardando al 2025/26, un meteo favorevole durante la primavera 2025 per i principali Paesi produttori di vino potrebbe stimolare la ripresa produttiva, considerato che nessun evento rilevante ha messo in crisi l’imminente raccolto.
Nel complesso, considerando tutti i settori dell’agricoltura made in Ue, la Dg Agri evidenzia una sostanziale tenuta, con incrementi nella produzione di cereali, una ripresa dell’olio d’oliva, stabilità per le spedizioni di latte e prospettive di crescita per la filiera del pollame. Per frutta e verdura, sono previsti sviluppi eterogenei per un meteo avverso, mentre zucchero e settore bovino sono previsti in calo. Mercati in generale a rischio stabilità a causa di variabili climatiche e delle politiche commerciali di Stati Uniti e Cina. Variabili che, come sottolinea la Commissione, impongono una «maggiore vigilanza e una pianificazione strategica per affrontare questo scenario incerto».
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