Stop alle nuove autorizzazioni per gli impianti viticoli in tutta Italia. Lo scrive l’Unione italiana vini in una nota ufficiale, che mette nero su bianco l’esito della votazione tenutasi venerdรฌ 6 giugno durante il Consiglio nazionale, a Leverano, in provincia di Lecce.
L’organizzazione presieduta da Lamberto Frescobaldi ha spiegato che la misura dovrร essere transitoria e servirร a ยซcontenere il potenziale viticolo, a patto che si avvii contestualmente una riforma sul potenziale vinicolo, cosรฌ come sui quantitativi delle rese previste nei disciplinari e per i vini comuniยป. In pratica, il vigneto Italia che misura circa 650mila ettari totali non dovrร estendersi di quei circa 6.500 nuovi ettari l’anno, proprio per venire incontro alle esigenze di un mercato in cui la domanda รจ in caloย e alle evidenti preoccupazioni delle imprese. Secondo le stime dellโOsservatorio Uiv, a fine della campagna viticola (il 31 luglio prossimo) il livello delle giacenze si attesterร attorno ai 42-44 milioni ettolitri di vino e mosto, l’equivalente di circa un’intera vendemmia.
ยซIl contesto ci impone senso di responsabilitร e politiche di revisioneยป, ha sottolineato il presidente Uiv, ricordando come lโItalia ad oggi sia ยซl’unico grande Paese produttore al mondo che registra una crescita del vigneto a fronte di un calo volumico della domanda a livello globale di quasi il 10% negli ultimi 5 anniยป. Come ha rilevato il segretario generale, Paolo Castelletti, lo stop di un anno ai nuovi impianti viticoli (che secondo la legge Ue possono crescere per un 1% della superficie vitata nazionale) darebbe il tempo tecnico per ยซl’avvio di un momento di confronto e revisione del sistema con tutti gli attori coinvoltiยป. Una necessitร , quella del contenimento delle produzioni, emersa con evidenza nell’analisi a campione condotta tra i Consorzi di tutela italiani dal settimanale Tre Bicchieriย del Gambero Rosso del 5 giugno.
Lamberto Frescobaldi
Secondo Uiv, occorrerร introdurre nuovi criteri di prioritร che dovrebbero valorizzare la collina e la montagna, e areali che producono ยซvini performanti sul mercatoยป. Allo stesso tempo, lo stop di un anno ai nuovi impianti consentirebbe di fare chiarezza sui dati: ยซOggi – ha rilevato il segretario Castelletti – sappiamo quanto viene assegnato ma non quanto viene effettivamente impiantato, in particolare sui reimpiantiยป.
Per Unione italiana vini non si puรฒ aspettare passivamente una riforma dallโalto del comparto vino italiano. Di qui l’appello: ยซI territori, a partire dalle aziende e dai Consorzi di tutela, devono intervenire con razionalitร su questi temi e su una riorganizzazione regionale delle denominazioni. ร ora di riportare il vino sul pianeta terra – ha concluso Castelletti – se vogliamo vincere la sfida della competitivitร e garantire ai viticoltori il giusto compensoยป.
La possibilitร di intervenire sulle rese nazionali rendendo flessibile la concessione o meno dell’1% delle autorizzazioni per nuovi vigneti รจ contenuta nel pacchetto vino dell’Unione europea, presentato dal Commissario all’Agricoltura, Christophe Hansen, lo scorso 28 marzo.
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