Condizioni sanitarie ottimali per i vigneti della Franciacorta, buon equilibrio vegeto-produttivo, uve abbondanti e di qualità elevata (dopo un 2024 con cali in doppia cifra), nonostante la violenta grandine del primo weekend di agosto nel Bresciano, che ha fortunatamente risparmiato le coltivazioni. Per l’area spumantistica lombarda, il taglio dei primi grappoli nei vigneti più precoci è iniziato, lunedì 4 agosto (con un anticipo fenologico di 4 giorni sulle medie), in attesa della data del 10 agosto che rappresenta il clou per il distretto da circa 3mila ettari vitati.
Franciacorta Docg – vendemmia – filari vigneti
Annata che il Consorzio di tutela, fresco di rinnovo del Cda, definisce «promettente», grazie a un equilibrio tra calore, freschezza e risorsa idrica che ha favorito uno sviluppo regolare delle piante, con un «accumulo zuccherino dei grappoli superiore alla media e ottimi livelli di acidità, ideali per la produzione di Franciacorta». Per quanto riguarda le piogge, l’annata è stata abbondante: 840 mm cumulati tra gennaio e luglio (+31% rispetto alla media storica). Le precipitazioni non hanno causato stress o danni significativi, anche grazie alle riserve idriche accumulate nei suoli e alla gestione attenta dei vigneti. Il solo luglio ha registrato 242 mm di pioggia, rispetto a una media storica di 101 mm (+140 per cento).
Emanuele Rabotti – presidente Consorzio Franciacorta 2025
Sul fronte commerciale, dopo un 2024 chiuso con un venduto in volumi di oltre 19 milioni di bottiglie, per le 120 cantine associate all’ente di tutela si registrano note positive sui mercati esteri. Secondo l’Osservatorio economico della Docg, la quota a volume è superiore al 17,4% del totale, con un incremento del 7 per cento in questo 2025. A dispetto delle incertezze determinate dal contesto internazionale e dai dazi sul mercato americano, che per la denominazione vale circa il 12% dei volumi esportati (secondo mercato di destinazione dopo la Svizzera, secondo i dati 2024).
«Si apre una vendemmia che ci riempie di fiducia – è il commento del presidente Emanuele Rabotti, recentemente intervistato dal direttore del Gambero Rosso sul futuro della denominazione – con la natura che ci ha restituito equilibrio e abbondanza: uve sane, maturazioni regolari e una straordinaria ricchezza aromatica. In un contesto climatico sempre più complesso, questi risultati sono frutto anche di esperienza, impegno e sostenibilità, perseguita da tutta la filiera. Pur consapevoli delle incognite che arrivano dai mercati internazionali, come i nuovi dazi Usa, affrontiamo questa annata con determinazione e senso di responsabilità».
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