Vino

Vini Selvaggi a Roma. Assaggi e considerazioni

Due giornate fitte di assaggi, tanti etichette e qualche considerazione. Vini Selvaggi a Roma: 11 assaggi + 1.

  • 18 Marzo, 2022

Il vino naturale รจ un fattore generazionale. Nelle sue manifestazioni ci colpisce, puntualmente, lโ€™etร  media: sia di chi versa, quindi dei vignaioli, che di chi assaggia. รˆ bassa, incredibilmente piรน bassa rispetto a tutti gli altri eventi di settore. Cosรฌ รจ stato durante lโ€™importante flusso di pubblico di Vini Selvaggi, la fiera indipendente organizzata da Solovino Enoteca Naturale a Roma, nello Spazio Novecento, il 13 e 14 marzo, che ha riunito oltre 80 produttori italiani e internazionali.

Gli eventi in presenza sono ripartiti con grande entusiasmo e afflusso: cโ€™รจ voglia di scambiare, di farsi domande, di guardarsi in faccia. E in questo contesto, lโ€™indefinito mondo del vino naturale ha una capacitร  attrattiva particolare: รจ lโ€™unico capace di avvicinare i giovani consumatori, di coinvolgerli, di appassionarli con unโ€™intensitร  peculiare. La sua narrazione mette insieme tanti temi cari soprattutto alle nuove linee: il cappello della sostenibilitร  ambientale, il recupero di pratiche agricole del passato, lโ€™originalitร  del gusto come tratto artigiano; in sottofondo, la volontร  di capovolgere schemi e regole del mercato, divertendosi nel tragitto.

Cambiano i clienti e le etichette comunicano sfrontate, giocano spesso la carta dellโ€™ironia, del contrasto, della novitร . Qui la comunicazione avviene su un piano trasversale, istintiva, giocata piรน sullโ€™emozione del momento che sullโ€™aspetto tecnico. E i punti di contatto con la birra artigianale non si fermano qui, sia in chiave anagrafica che in termini di velocitร  di consumo e di produzione. I vini in degustazione sono a dir poco giovani, con aspetti fermentativi spesso predominanti, per bevute spensierate stile-birra: piรน o meno alla goccia, piรน o meno a secchi. Mentre le lunghe macerazioni, sia sui rossi che sui bianchi, riportano il gusto amaro come elemento di avanguardia, proprio come succede in cucina tra alcuni dei migliori giovani cuochi della penisola, pensiamo alla strepitosa cucina di Gorini a San Piero in Bagno.

Alcuni meriti non proprio secondari da riconoscere al mondo del vino naturale? Lโ€™aver costretto lโ€™intero comparto a interrogarsi su temi centrali: la riscoperta dellโ€™autoctono, il mantra della bevibilitร , ย la forte spinta della viticoltura biologica e biodinamica, la necessitร  di nuovo linguaggio. I rischi di oggi? La formula ceralacca, lieviti indigeni, anfora e lunghe macerazioni sulle bucce puรฒ facilmente prestarsi a fare da strumento di marketing capace di annullare il senso del luogo e lโ€™originalitร  del gusto, al pari dei lieviti selezionati tanto demonizzati e tirature milionarie.

Tra il bere di pancia e la piacevolezza dellโ€™istante cโ€™รจ il rischio di rendere labile il confine tra vino, kombucha (che tanto ci piace) e succhi fermentati. Ci siamo dilungati, siamo qui per proporvi alcuni assaggi che hanno lasciato il segno, la bellezza di queste fiere รจ nella proposta di tanti volti nuovi ed etichette poco conosciute.

Vini Selvaggi. I nostri migliori assaggi

Tenuta San Marcello

Partiamo dalle Marche e le colline che guardano lโ€™Adriatico. Dopo una serie di bicchieri davvero poco felici, spicca il frutto pieno, polposo, goloso del Verdicchio dei Castelli di Jesi Buca della Marcona 2019: un concentrato di luce e pesca, iodio e mandorla. Ha una beva avvolgente e ritmica, finale energico nonostante ciccia e materia in abbondanza. E un lungo sapore finale. Dello stesso produttore abbiamo assaggiato anche la Lacrima di Morro dโ€™Alba 2020, che stuzzica con i suoi timbri di rosa e anice stellato, senza eccessi aromatici; la bocca รจ onesta e agile, gira bene su gusci di noce e pepe.

Agricola I Forestieri

Ci spostiamo tra i boschi dellโ€™Alta Maremma, a Roccatederighi, per incontrare due giovani โ€˜forestieriโ€™: il pisano Dario Marinari e lโ€™argentino Ezekiel Allassia. Hanno recuperato vecchie parcelle, da una vigna complantata del 1951, a 600 metri di quota, propongono il Forestieri, sangiovese con saldo di grenache e piccole quote di montepulciano e ciliegiolo; lunga macerazione in anfora e poi sosta in cemento. Ha un profilo scuro, terroso, al contempo arioso e infiltrante, ricco di dettagli e spunti originali. Il frutto รจ in secondo piano, i contrappunti di ginepro, liquirizia e alloro vanno a segno. Siamo pronti a scommettere sul Girotondo Rosso 2021, sangiovese con tocco di trebbiano, una percentuale di macerazione semi-carbonica a grappolo intero, ma soprattutto una trama sottile e gioiosa di bacche scure e scorza dโ€™arancia: leggerezza, peso e finezza aromatica sono autoriali. Il tutto conduce a una beva travolgente. Meno interessante il Rosรฉ 2021, con un tratto aromatico che se ne va per fatti suoi, di buona prospettiva il bianco Rigo Male 2021, lungamente macerato ma ricco di energia e picchi. Le bottiglie totali sono 10mila e siamo solo alla seconda vendemmia di vinificazioneโ€ฆ

Cascina Val Liberata

Nuove dal Monferrato. Maurizio Caffer ci dร  il benvenuto tirando fuori dal cappello una varietร  sconosciuta anche ai piemontesi, la slarina, anche chiamata cenerina per via della generosa quantitร  di pruina sullโ€™acino, a prima vista come un velo di cenere. Nel bicchiere una tonalitร  che vira verso il viola e un profilo speziato-floreale sfizioso, il Cenerina 2019 ha una sua identitร  e un suo perchรฉ. Tutti i vini sono vinificati e affinati in cemento, รจ il caso anche di La Musa 2019, un Nebbiolo insolitamente fruttato per la varietร ; a colpirci รจ senza dubbio il Grignolino, protagonista nellโ€™Anarkoide 2020. Ha una presa in bocca a dir poco golosa, pepato e ricco di energia e slancio, carnoso e saporito. Ha un andamento gustativo molto naturale capace di traghettare una sapiditร  entusiasmante. In totale, 3.5 ettari di vigne per numeri veramente artigianali.

Chateau Landra

E Rodano sia, siamo sul versante sud-est, ai piedi del Mont du Vaucluse. Nellโ€™ampia batteria di Frederic e Cรฉcile Renoux, sono i rossi a prendersi la scena. A partire dal Petit Landra, blend di syrah, grenache e cinsault che danza su toni di ribes, viola e rosa molto ben sfumati e aggraziati. Da non perdere lo Chateau Landra 2016, prodotto da piante di almeno 50 anni: grenache e syrah in parti eguali, solo acciaio. Ha stoffa e carattere, in bocca รจ un guanto di sapore, intenso, stratificato, fine nei richiami balsamici e di macchia mediterranea. Il finale รจ guizzante. I prezzi dโ€™acquisto? A dir poco competitivi.

Decideret

Chiudiamo con un succo rigenerante prodotto alle porte di Copenaghen, tra le capitali mondiali del vino naturale. Attratti unicamente dal colore luminosissimo, assaggiamo Spontan 2020+2021, un Petillant Brut Nature Rosรฉ, originale blend di mele di Fyn e ribes di Jutland che vanno incontro a una macerazione carbonica di tre settimane. Il risultato รจ una scossa di frutti rossi acerbi, mela annurca e lieviti, sospinti da unโ€™aciditร  assassina che spiazza non poco. Ma poi piace e richiama il sorso. Frankly speaking: la differenza con diversi vini in degustazione non รจ poi cosรฌ marcata.

a cura di Lorenzo Ruggeri

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