Domani รจ il giorno delle stelle. Viene presentata a Brescia, al Teatro Grande, lโedizione numero 69 della guida Michelin Italia 2024. Una guida che nei mesi e nei giorni punta in maniera quasi paranoica sulla segretezza delle novitร , anche se poi molti assicurano di aver saputo che e di aver capito che. Ecco i piรนโฆ chiacchierati per un cambio di status.
E se fosse la piccola Senigallia la prima localitร italiana a poter vantare due tristellati in contemporanea? Il locale di Moreno Cedroni รจ tra i piรน accreditati per un terzo macaron che appare meritato per uno chef che appare in una smagliante seconda giovinezza e che affiancherebbe cosรฌ il suo amico/rivale Mauro Uliassi, arrivato prima di lui nel Gotha assoluto anche se partito in ritardo.
Seta del Mandarin Oriental Da diversi anni Antonio Guida รจ in predicato di entrare nellโempireo, anzi qualche anno fa, quando si parlava insistentemente di una terza stella milanese, ero lui a vantare il maggiore hype, piรน di quellโEnrico Bartolini che invece la ottenne, raggiungendo finalmente Gualtiero Marchesi. Verrebbe in questo modo premiato lโincessante lavoro sugli ingredienti e sui sapori nitidi dello chef di origini salentine.
Eโ secondo molti la vera cucina piemontese, quella di Gian Piero Vivalda a Cervere, che da molti anni si pasce del lavoro dei tanti artigiani del territorio per una cucina colta e rassicurante che molti ritengono meritevole di entrare in paradiso.
In molti credono che questo possa essere lโanno della Sicilia, che sposterebbe finalmente molto a Sud la linea gotica della gastronomia. In questo caso in pole position cโรจ la cucina della memoria di Pino Cuttaia di Licata. Unica possibile alternativa quella gattopardesca di Ciccio Sultano a Ragusa, non si scappa.
Aveva due stelle al VUN, al Park Hyatt, lo che napoletano che รจ ripartire nel finalmente โsuoโ locale in corso Venezia, allโinterno della Fondazione Rovati. Lโanno scorso la Michelin lโha acciuffato per il ciuffo e premiato con la prima stella a pochi mesi dallโapertura, ma la sua collodazione naturale รจ a quota due.
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Da anni Gianfranco Pascucci propone nel suo locale a Fiumicino una delle piรน convincenti cucine di mare, ancora piรน rimarchevole vista la location poco mondana. Il suo garbo e la sua sommessa cultura per molti sarebbero da premiare con una promozione.
Il ristorante di Riccardo Camanini a Gardone Riviera รจ una vera anomalia. Considerato il migliore locale italiano ai Fifty Best, pochi mesi fa a Valencia, nella โrossaโ langue nellโaureo anonimato della monostella. Sarebbe forse ora di accorciare le distanze tra lโItalia e il mondo, a meno che non sia una precisa scelta quella di distinguersi dal circo della Fifty.
Matteo Baronetto qualche anno fa surfava sullโonda del successo con il suo locale al centro di Torino, modernista-tradizionalista. Da qualche anno ci sono meno luci accese su di lui e forse รจ il momento giusto per due stelle che premierebbero non solo lui ma lโintera cittร di Torino, ferma a quota uno.
Lo chef trentino con la sua cucina dannunziana e meticolosa va dritto per la sua strada rincorrendo piรน le sue ossessioni che le mode e nessuno si sorprenderebbe in caso di secondo macaron.
Andrea Berton รจ come la Madonnina. Un simbolo della Milano gastronomica, tutto affidabilitร e precisione. Forse non il migliore locale di Milano ma certamente quello che non prende mai unโinsufficienza. Per questo forse la seconda stella sarebbe un premio alla assoluta costanza di rendimento.
Chef mediatico per definizione, da qualche anno si attende un suo ritorno al rango che gli apparteneva quando lavorava in via Victor Hugo e non in Galleria. Un trasloco di poche centinaia di metri, sempre nel cuore di Milano, che ha creato un gap mai piรน colmato. Eโ lโora del riscatto?
Michelangelo Mammoliti ha lasciato la Madernassa, dove aveva due stelle, e dopo una lunga gestazione ha ricominciato se non da zero almeno da tre (cit. Massimo Troisi) al Boscareto, sempre nelle Langhe: un progetto giร cosรฌ definito e convincente da far sospettare che possa passare da zero a due stelle giร da subito, impresa riuscita lโultima volta a Giuseppe solofra dei Tre Olivi a Paestum.
Eโ il nuovo locale in una vecchia fabbrica di tessuti di Brunico di Norbert Niederkofler, che aveva tre stelle al St Hubertus prima che la nuova gestione cambiasse il format rinunciando al fine dining. Probabilmente non partirร da zero: i boatos ondeggiano tra una e due. Vedremo.
Giancarlo Perbellini ha traslocato da San Zeno alla storica location di vicolo Corticella San Marco e appare ora come un rebus: nel vecchio locale aveva due stelle, la nuova storica insegna ne vantava una, come si comporterร la โrossaโ? I boatos propendono per le dueโฆ
Si dice che potrebbe essere lโanno dellโUmbria, sia per lโindubbia crescita di questa regione finora sottovalutata (appena tre monostellati) sia per una strategia geopolitica, in vista del possibile approdo in Umbria della presentazione della guida a partire dal 2024. E in cima ai candidati per rimpolpare il carniere umbro cโรจ questo ristorante di Borgo Brufa nei pressi di Torgiano, chef Andrea Impero.
Altro umbro in grande spolvero questo locale alle porte di Foligno, nel quale il giovane chef Giulio Gigli fa un lavoro molto rigoroso che si basa su sostenibilitร , stagionalitร , valorizzazione dei prodotti del territorio. Una voce che cerca di svecchiare una terra considerata spesso a torto iper-tradizionale.
Il nuovo ristorante dei Costardi Brothers alle Gallerie dโItalia รจ stata una delle piรน belle novitร torinesi del 2023 e forse qualcuno in Francia potrebbe essersene accorto.
Guido Paternollo รจ forse lโunico propheta in patria di Milano, cittร dove spadroneggiano cuochi di ogni provenienza. Meneghino doc, si dร quasi per scontata la prima stella per il suo locale allโinterno del park Hyatt.
Altra storia lunga. Eugenio Boer la stella lโaveva conquistata qualche anno fa allโEssenza in via Marghera. Commise solo lโerrore (fatale) di andarsene subito dopo la conquista, offendendo mortalmente i recensori della Michelin. La cosa accadeva nel 2017. Sei anni saranno una pena abbastanza lunga? No, perchรฉ se i francesi non se ne fossero accorti, lo chef ligure-olandese di strada ne ha fatta.
Lo chef Gianni Bertone nel bellissimo ristorante sul lago dโOrta sembra destinato a uscire dal cono dโombra (non certo piccolo) del mentore Antonio Cannavacciuolo e nellโultimo anno ha suscitato talmente tanti consensi da far pensare che possa entrare tra gli stellati.
Luca Natalini รจ stata una delle piรน piacevoli scoperte dellโultimo anno a Milano, anche se poi un novizio non รจ. La sua pasta in bianco di via Montenero รจ uno dei piatti piรน chiacchierati del 2023. Basterร per la stella?
Restiamo a Milano con i fratelli Capitaneo e con il loro quasi โsecret restaurantโ in piazza del Duomo. Remo e Mario, molti anni da Enrico Bartolini, hanno convinto in molti con la loro formula informale e divertita. Avrร convinto anche gli ispettori piรน temuti dโItalia?
Il ristorante del resort Nordelaia a Cremolino, nel Monferrato, รจ guidato dal bizzarro estro dellโanglo-scozzese Charles Joshua Pearce, con la sua cucina di zappa e stagione. Non crediamo di sbagliare dicendo che sarebbe la prima stella italiana per uno chef che arriva dalla perfida Albione.
ร partita ad aprile la nuova avventura di Terry Giacomello, nel ristorante del Belfiore Park Hotel a Brenzone, sulla sponda veronese del Garda. Il suo sguardo latterale e la sua ricerca incessante sono sempre quelle e la stella appare nel destino.
ร il ristorante piacentino dove ha trovato casa Luigi Taglienti dopo lโaddio a Milano. Passando dalla metropoli alla provincia, il linguaggio si รจ fatto piรน tradizionale e meno scandaloso, ma dopo una partenza un poโ in sordina potrebbe questโanno ritrovare un macaron.
Potrebbe essere lโultimo regalo alla Franciacorta, terra che ha ospitato per tre anni la presentazione della guida rossa, una stella al ristorante di Alberto Gipponi, uno dei piรน talenti piรน avanguardisti e personali della nuova generazione.
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