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Menu irriverente

A Milano la mitica Osteria Tajoli apre una pizzeria

Via Brembo si prepara ad accogliere la terza insegna firmata Tajoli e questa volta si tratta di una pizzeria (metà napoletana e metà milanese)

  • 05 Maggio, 2025

Tajoli si espande e apre una pizzeria che si chiama Pizzajoli. Potrebbe suonare insolito, considerato che il locale al civico 11 è un vero e proprio tempio della cucina milanese. Eppure è stato qualcosa di molto profondo a smuovere Matteo Donnarumma, il giovane che ha reso cool l’osteria un po’ vecchio stampo in zona Scalo Romana. Matteo viene da una famiglia di ristoratori di origini napoletane e – anche se si sente molto milanese – ha finalmente trovato l’occasione giusta per ritornare alle sue origini, a quando da bambino dormiva sulle sedie della pizzeria di suo nonno. Un esito reso possibile dal grande successo raccolto negli anni con Tajoli.

La seconda vita dell’osteria Tajoli

Tajoli ha vissuto due vite, la prima iniziata nel 1975 col signor Luigi, che apre la storica osteria in onore del cantautore milanese Luciano Tajoli. Nel 2017 parte il secondo ciclo insieme a Matteo Donnarumma, che la rileva, la rinnova, mantenendo vivo l’animo verace che l’ha sempre contraddistinta ma alzando le asticelle di qualità e servizio. Matteo si è formato prima viaggiando all’estero, poi lavorando in Italia fra hotel, pizzerie, persino con Knam. «Ho lavorato in vari ristoranti a Milano, anche stellati, e ho portato tutte queste esperienze nella mia osteria, sviluppando un forte senso di educazione, disciplina e rispetto per il cibo e per le persone». Dopo qualche anno di lavoro per conquistare vecchi e nuovi clienti, l’osteria ha iniziato a fare faville, passando dai sabati senza prenotazioni dei primi due anni ai 300 coperti di oggi (in un locale che ne ha 60). A tavola ci sono i grandi classici della cucina meneghina, i mondeghili, il risotto con ossobuco e la cotoletta a orecchia d’elefante, da gustare in un’ambientazione vintage e pop allo stesso tempo.

Matteo Donnarumma

Nonostante i neon, i doppi sensi e le canzoni di Raffaella Carrà, Matteo ha plasmato la sua attività con rigore, come conferma Giorgia, Chianetta, sua compagna e co-titolare insieme ad Andrea Bini del secondogenito Tajolino. Aperto nel 2024 a due passi dall’osteria, il bar ne rispecchia il mood variando la proposta gastronomica: qui si può fare colazione, pranzare con crudi di carne e panini gourmet, rigorosamente preparati al momento, oppure cenare con tapas più ricercate accompagnate da una carta dei vini che cambia ogni 1-2 settimane. «Matteo è un perfezionista. Tutto quello che sappiamo ce lo ha insegnato lui» – spiega Giorgia – «Cerca sempre di farti salire di livello, di stimolare la creatività e uscire dalla comfort zone. In altri locali ero solo un numero, da Tajoli siamo una famiglia». L’affiatamento dello staff è palpabile, soprattutto perché è fatto da vecchi amici o addirittura clienti, come nel caso di Andrea. Forse è anche merito dell’atmosfera da quartiere che si è andata a creare col tempo. Matteo racconta: «Qui sono nate amicizie bellissime, un cliente mi ha persino chiesto di celebrare il suo matrimonio. Non succede in tutti i quartieri. Aprire tre locali nella stessa via mi piace anche per questo motivo».

Pizzajoli: la pizza napolinese

Pizzajoli è proprio lì affianco, in via Brembo 5, a pochi metri dalla Fondazione Prada e dal futuro Villaggio Olimpico. È un progetto che sta molto a cuore a Matteo e di cui si sente ancora più responsabile rispetto all’osteria, proprio per il legame affettivo che lo lega alla storia della sua famiglia. Così come nelle altre due attività, anche la pizzeria si riempe con le passioni ripescate dalla sua gioventù e dai suoi viaggi. Ci saranno musica, eventi, un proiettore di film anni Settanta e opere d’arte. Insomma, una pizza “col concept”, come ne parla sui social.

Il menu – irriverente nella forma, come c’era da aspettarsi – parla di tradizione e riserva qualche incursione curiosa: la pizza è quella napoletana, fra gli antipasti non mancano polpette di carne, baccalà e montanarine, poi ci sono le focacce. Cinque le pizze classiche (Margherita, Marinara, Cosacca, Napoli e Bufala), poi altre proposte a rotazione mensile, realizzate solo con prodotti stagionali. «Cercheremo di mixare e giocare col cibo, sempre nel rispetto degli ingredienti» – anticipa Matteo – «Andrò a mischiare prodotti lombardi e campani. Ad esempio lavoreremo con friarielli e salsiccia luganiga lombarda, oppure farò una focaccia col Campari». A proposito di drink, si berrà qualche birra ma soprattutto vino: «Quando mangio la pizza preferisco bere vino, quindi volevo portare questo concetto anche se non tutti i miei collaboratori sono d’accordo. Ma d’altronde tutto il menù è il risultato di compromessi e confronti col resto dello staff». Dal lavoro di gruppo alle provocazioni, è tutto in pieno stile Tajoli e promette la nascita di un nuovo luogo iconico in città.

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