Una frisella bagnata con l’acqua di mare. Ecco l’ultimo trend di Tik Tok, il social network dei giovanissimi che settimanalmente sforna tendenze bizzarre anche sul fronte culinario, creando mode spesso nocive per la salute. Specificare che non รจ questo il corretto utilizzo dell’acqua marina รจ superfluo: ben piรน interessante รจ invece capire come impiegarla in modo sicuro e gustoso. Dallo spagnolo Quique Dacosta al pugliese Giovanni Lorusso, nelle cucine lโacqua di mare ha sempre maggiori utilizzi; a fornirla una decina di aziende tra Spagna, Scozia e Puglia che la commercializzano, giร sanificata. Del resto รจ un ingrediente pieno di preziosi oligoelementi e fa molto meno male del sale raffinato. Inoltre, รจ anchโessa una parte importante del terroir e ha una storia millenaria da raccontare.
Unโantica leggenda orientale racconta che Alessandro Magno andasse per il mondo alla ricerca della Sorgente di Vita accompagnato dal suo cuoco. Questi un giorno lavando un pesce salato in una fonte lo vide improvvisamente riprendere vita: avevano trovato lโacqua dellโimmortalitร . La dualitร tra acqua dolce (piovana o di sorgente) e acqua salata รจ presente in moltissime culture. Lโacqua dolce รจ femminile, lโacqua spumeggiante, oceanica, maschile; nella mitologia greca primordiale, Pontos (il mare) รจ sterile e ha bisogno dellโintervento divino per essere in grado di generare.
In Estremo Oriente, nello Shintoismo, la purificazione avviene attraverso lโacqua salata di mare, perchรฉ il sale garantisce la conservazione e lโincorruttibilitร degli alimenti. Ma lโeccesso di sale corrode, quindi acqua e sale devono essere mescolati con saggezza. Scrisse Euripide che โil mare guarisce le malattie degli uominiโ e la scienza, due millenni dopo, gli ha dato ragione: lโacqua di mare contiene piรน di 90 preziosi elementi minerali che il semplice sale, cloruro di sodio al 97% (piรน iodio aggiunto dopo la raffinazione) non contiene. Naturalmente per essere utilizzata dallโuomo, questโacqua va microfiltrata, a freddo, e depurata.
Le origini degli usi alimentari dellโacqua di mare risalgono a pratiche antiche che sono state mitologizzate, e poi codificate, in ricette tradizionali e popolari. Si dice per esempio che la tecnica del โbagno mariaโ sia stata messa a punto da Marian, sorella di Mosรจ, o dalla misteriosa alchimista Maria la Giudea; in realtร la pratica di immergere in un bacile di acqua non potabile dolce o salata e calda un recipiente piรน piccolo, deriva dallโespressione latina โbalneum marisโ, bagno di mare appunto. Numerose preparazioni culinarie richiedono di utilizzare questa pratica semplice e geniale: gli alimenti riscaldati lentamente in questo modo si fondono perfettamente, con dolcezza e gradualitร .
In principio erano i marinai in viaggio: anticamente, a bordo delle navi, per pulire, rinfrescare e cuocere le derrate, pesci e molluschi in primis, si utilizzava lโacqua di mare, cosรฌ da poter conservare la preziosa acqua dolce per bere. I cibi riuscivano molto saporiti, senza bisogno di tanti condimenti, e lโuso si diffuse. Nacquero cosรฌ le cotture allโacqua pazza. Non solo di prodotti ittici: gli anziani pugliesi e napoletani ricordano ancora ricette tradizionali di pani impastati con acqua di mare, e polli allโacqua marina. Anche la tradizionale fresella acquasale del Salento viene da qui. Del resto, il mestiere dellโacquaiolo, oggi scomparso, prevedeva che il portatore dโacqua avesse con sรฉ due otri: uno dโacqua dolce, piรน costosa, e uno di acqua salata piรน economica. Parliamo di diversi secoli fa, quando il mare era certamente piรน incontaminato e le norme igieniche sconosciute. Da qualche anno questa pratica si รจ nuovamente diffusa, prima come una moda e poi come una abitudine salutare. Naturalmente bisogna usare acqua che abbia subรฌto un processo di sanificazione, cosรฌ come vale per lโacqua del rubinetto.
Tutti gli esperti concordano nellโasserire che lโacqua di mare sia molto piรน di acqua&sale: infatti oligoelementi come cloruro, sodio, solfato, calcio, magnesio e potassio sono presenti in generose quantitร . Inoltre contiene in piccole dosi quasi tutti i 92 elementi della tavola di Mendeleev e quindi potenzialmente รจ la piรน completa delle acque minerali.
Ma passiamo alla produzione e alla distribuzione di questo alimento. Rimanendo in Europa รจ la Spagna la leader della commercializzazione dellโacqua di mare, con sei aziende tra cui Agua de Mar, che commercializza anche svariati prodotti, dalle patatine alla pizza e ai succhi di frutta, mentre Lactoduero propone in vendita acqua marina del Cantabrico (dove si lavorano le famose acciughe). In Scozia, Acquamara imbottiglia lโacqua dellโOceano Atlantico; in Italia svetta la pugliese Steralmar che ha depositato un brevetto per la propria acqua microbiologicamente pura: โriservadimareโ. Lโinnovazione tecnologica, poi, ha permesso, a cascata, la messa a punto di alcuni prodotti agroalimentari molto interessanti, connubio tra le tipicitร locali e lโacqua di mare.
Un birrificio artigianale di Bari, Birranova, ha messo a punto la birra Margose, con lโacqua di mare. Alcuni chef, come il pugliese Giovanni Lorusso, usano lโacqua di mare per i propri piatti: un ritorno alle origini, quando era una prassi comune nella cucina popolare, ma con tutta la sicurezza alimentare che garantiscono le aziende odierne.
In Spagna sono numerosi i cuochi che hanno ripreso pratiche culinarie locali, come il tradizionale riso nellโacqua di mare ed altre pietanze: dal giovane Joaquรญn Baeza a Quique Dacosta; mentre a Londra Mauro Palomba e il maestro pizzaiolo Marino Bove usano solo acqua di mare (certificata) nella cucina del loro โO ver.
Tra i primi a utilizzarla nella gastronomia moderna รจ stato Ferran Adriร : “Al Bulli lo abbiamo usato per preparare piatti tradizionali. Ad esempio per realizzare il fumetto di pesce. cosรฌ il pesce ha un sapore piรน deciso, i crostacei hanno un sapore piรน simileโฆ ai frutti di mare. Tutto ciรฒ che viene cotto con acqua di mare ha piรน sapore”. Dacosta, invece, dร un consiglio โcasalingoโ per cuocere i gamberoni rossi in casa e gustarli al meglio: “Riempire una grande casseruola con circa 4 litri di acqua di mare โ spiega lo chef spagnolo โ Appena bolle, gettarvi dentro un chilo di gamberoni rossi e spegnere: lasciar lรฌ i crostacei per 3 minuti. Quindi toglierli e gettarli in acqua ghiacciata, lasciarli per 5 minuti e conservarli in carta bagnata allโacqua marina fino al momento di mangiarli”.
In Campania, lo scorso anno, รจ stato messo a punto un pane allโacqua di mare, con un ridotto contenuto di sodio e ricco di oligoelementi, frutto di una collaborazione tra i panificatori associati all’Unipan, Steralmar e il CNR; attualmente sono allo studio diverse tipologie di pani, combinati con la preziosa acqua marina, a ridotto contenuto di sodio e potenzialmente nutraceutiche. Numerose, infine, le esperienze di maestri pizzaioli che utilizzano acqua di mare certificata nei propri impasti, dal campano Guglielmo Vuolo, che la mise a punto nel 2015, alla pizzeria milanese Mani in pasta e alla pizzeria torinese Duepuntozero ed altre ancora, sparse nella penisola.
La conservazione in salamoia delle olive da mensa, del resto, viene proprio dalla tradizione dellโantica Grecia dove le olive confettate (ricetta tipica anche della Gallura) venivano immerse in acqua di mare per ammorbidirne i tannini (e ancora si fa). Tra i piatti forti degli antichi Romani, del resto, cโera il cinghiale alla tebana, cotto nellโacqua di mare con alloro: piatto codificato nel Pantropheon di Alexis Soyer, celebre cuoco vittoriano. Insomma: la cucina del futuro โ ancora una volta โ pesca intelligentemente nelle tradizioni ancestrali attualizzandole.
a cura di Alessandra Guigoni
disegni di Marcello Crescenzi
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