“Ormai vivo da sola ma a casa raramente mi metto ai fornelli. Se mi va la pasta coi cavoli – uno dei miei piatti preferiti, anche se io mangio di tutto – o quella al pomodoro, torno da mia madre. Lei รจ imbattibile...” Se a sentirla parlare del lavoro, Solaika Marrocco, sembra molto piรน matura dei suoi 24 anni, quando racconta dellโinfanzia e della famiglia torna quasi bambina. Lucida, pragmatica e con le idee chiare, perรฒ, lo รจ sempre stata: “L’istituto alberghiero รจ stata una scelta sicura, senza dubbi. Da piccolissima imparavo dalla mamma (e ora รจ lei che quasi impara da me), una maestra delle ricette tipiche, casalinghe, ma pure capace di allestire un pranzo al volo se il frigorifero รจ semivuoto. A 11 anni mi intrufolavo nel laboratorio del panificio dietro casa perchรฉ mi piaceva stare con le mani in pasta, per poi cominciare quasi subito a fare esperienze in alcuni ristoranti della provincia”.
Quindi gli studi, e dal diploma al successo รจ stato un attimo. “Nel 2016 sono entrata qui dopo un normalissimo colloquio, prima come sous chef poi come executive, con in tasca nessun prestigioso stage ma solo tanta voglia di crescere, sperimentare, valorizzare la mia terra”. Detto, fatto, e i primi riconoscimenti della critica cominciano ad arrivare subito, fino a quello recentissimo della San Pellegrino, che il 28 ottobre scorso, durante la presentazione della trentesima edizione della guida Ristoranti dโItalia 2020 del Gambero Rosso, la elegge la giovane cuoca piรน promettente della Penisola vincendo il premio intitolato ad Alessandro Narducci. Una vittoria per lei e per la ristorazione del Sud, in piena volata entrambe, e ovviamente per la Puglia e il Salento, di cui Solaika รจ ufficialmente appassionata e colta promotrice. “Di materie prime eccellenti รจ pieno il nostro Paese, ma io credo sia giusto proteggere e far conoscere i piccoli produttori della propria zona. Per cui non mi allontano da pescheria e macelleria di fiducia, per esempio, che sono a due passi da qui, nรฉ dai miei fornitori fidati fuori cittร ”.
Territorio, radici, memoria, che nel menu stagionale vanno a braccetto con un fervente talento creativo e una capacitร di apprendimento fuori dal comune. Tipici di chi si fa da solo, grazie anche a una sana e costante autocritica. “Ripensando ai piatti del passato, li vedo un poโ ingenui, meno raffinati, soprattutto in termini di impiattamento e accostamenti. Sento di essere cresciuta tanto e il mio obiettivo รจ continuare a farlo, e farlo qui, nella mia terra, procedendo a obiettivi e spuntandoli man mano”.
La fantasia viaggia spedita, ma qualche signature stabile in carta Solaika lโha giร tirato fuori. E non รจ poco per la sua etร . In primis lo spaghetto al pomodoro, omaggio a quello della madre – โspesso fa la pasta a mano e il sugo con le polpetteโ – e al suo ortaggio feticcio – โil pomodoro รจ casa, comfort, memoriaโ -, ma rielaborato nella variante Solaika. “Dalle ricette tradizionali traggo spunto per far emergere una personalitร , le scompongo e le interpreto in modo non convenzionale cosรฌ da renderle riconoscibili, inequivocabili. Ci devโessere la mia impronta, chiara e forte. In questo caso uso il datterino giallo, che ha un sapore particolare, solo suo, e lo abbino allo spaghettone completando con polvere di pomodoro e origano e peperoncino caramellato”. E ancora cโรจ la parmigiana di melanzane, altro must, con una base di besciamella “scura” (realizzata con una percentuale di farina di grano arso), e il trancio di melanzana cotto al cartoccio per conservare consistenza e conservarne tutti gli umori, condito con basilico, olio e sale, immerso in una salsa concentrata di ciliegini (rosolati a lungo senz’acqua e frullati) e completato con una salsa di basilico e un velo di pomodoro che sembra quasi un lenzuolo.
Parmigiana
“Le idee mi vengono quando meno me lo aspetto, anche se sto facendo qualcosa di completamente diverso, tipo guardare un muro bianco. Certo, all’inizio non รจ stato facile farsi conoscere e apprezzare a Lecce, dove la ristorazione รจ sempre stata perlopiรน legata alla tradizione ‘basic’. La cittร perรฒ รจ cambiata, e con lei pubblico e turismo. Oggi abbiamo diversi clienti abituali, e pure i bambini apprezzano: se lo chiedono preparo un menu ad hoc, ma capita che mangino quello che c’รจ in carta. E qualche volta chiedono addirittura il bis”.
Il Primo restaurant รจ diventato una piccola perla da gourmet (appena una ventina di coperti) grazie a Solaika e alla sinergia perfetta con i due titolari, Silvia Antonazzo e Marco Borelli, che quattro anni fa hanno scommesso sulla loro cittร dโorigine dopo varie esperienze in giro per lโItalia. La voglia di crescere e migliorarsi segna il percorso di tutta l’affiatata squadra, non solo della boss dei fornelli. “Oltre che sulla cantina, stiamo puntando sulla carta delle acque minerali e sulla mixology. Nella prima abbiamo giร alcune referenze, inclusa ovviamente San Pellegrino, nostro partner in questo progetto, con cui stiamo elaborando abbinamenti mirati con i piatti”.
D’altronde Solaika si sente fortunata, non ha bisogno di niente, nรฉ sul piano pratico – โqui ho tutta l’attrezzatura che mi occorreโ – nรฉ su quello umano. “Mi piace viaggiare e cogliere spunti dai miei colleghi, ma lo faccio da buongustaia e da cliente, non prevedo di compiere lโiter formativo comune a tanti miei coetanei. Sono stata da Cristina Bowerman (Glass, Roma), Christian Milone (Trattoria Zappatori, Pinerolo, e Madama Piola, Torino), Niko Romito (Reale, Castel di Sangro), tanto per citarne tre, che apprezzo e stimo. E mi piacerebbe una tappa a Copenhagen al Noma, per assaggiare qualcosa di totalmente diverso”. E quando sono i colleghi piรน “grandi” a venirti a trovare? “Nessuna ansia da prestazione, anzi, sono serena e contenta di confrontarmi e avere la loro opinione. Dโaltronde cerco ogni giorno di dare il massimo, a prescindere da chi รจ seduto in sala. Per il resto, questa sono io”.
Primo restaurant in Lecce – Lecce – via 47ยฐ Reggimento Fanteria, 7 – 0832 243802 – primorestaurant.it
a cura di Valentina Marino
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