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Solstizio d'inverno: cibi e rituali da provare per la giornata più corta dell'anno (con qualche incursione estera)

Dal riso alle noci, dai ravioli cinesi ai dolci giapponesi: per abbracciare l'inverno e sperare in un buon anno nuovo, occorrono i cibi simbolo di prosperitĆ 

  • 21 Dicembre, 2023

Ghirlande di alloro per decorare la casa, una candela accesa in segno di vero amore per celebrare il passaggio delle stagioni e prepararsi al Natale: un tempo il solstizio d’inverno – che quest’anno arriva, precisamente, alle 4.27 del 22 dicembre – scandiva il tempo, e anche le produzioni agricole, con un cambio deciso nell’orto e sulla tavola.

I cibi per festeggiare il solstizio d’inverno

Come tutte le feste più sentite, veniva celebrato con abbondanza di cibo e rituali: era il momento giusto per lasciare alle spalle le avversitĆ  dell’anno pronto a volgere al termine, accogliendo quello nuovo con speranza. Non a caso si tratta della giornata con meno ore di luce, che però ne anticipa altre sempre più lunghe, fino a portare alla primavera, momento di rinascita e risveglio della terra.

Se volete approfittare di questa occasione per fare un omaggio alla persona amata, sappiate che secondo un antico rito celtico portare in dono una candela accesa la sera del 21 dicembre ĆØ una grande dimostrazione d’amore. Per chi, invece, fosse più interessato alla tavola, ecco i prodotti migliori da mangiare.

Riso e fagioli azuki

Riso e anacardi, come segno di buon auspicio: ĆØ il piatto indiano adatto all’occasione, una pietanza delicata e sostanziosa, talvolta profumata con un po’ di zafferano. In Giappone, invece, sono i dorayaki a farla da padroni: frittelle simili ai pancakes, ripiene di anko, la confettura di fagioli azuki protagonista della pasticceria nipponica, oltre che del romanzo Le ricette della signora Tokue, dolce e malinconica favola moderna che proprio attorno a questa crema speciale fa ruotare l’intera trama, divenuta poi un film nel 2015.

Scopri lo street food della Cina

I ravioli al vapore cinese

Anche in Cina si festeggia la giornata più corta dell’anno, con gli jiaozi, i ravioli al vapore più famosi della cucina del paese, nati grazie al medico e scrittore Zhang Zhongjing della dinastia Han Orientale, che decise di curare gli abitanti del villaggio infreddoliti fino alle orecchie con carne di montone, peperoncino ed erbe medicinali, mix nutriente racchiuso in un foglio di pasta a cui il dottore diede la forma di un orecchio.

Melograno, frutto portafortuna

Non c’è inverno senza prima un assaggio di melograno, perlomeno in Iran, dove la notte di Yalda ĆØ una delle più attese dell’anno, la più lunga che preannuncia il freddo ma anche una nuova luce. Nel paese, in realtĆ , anche equinozio d’autunno, primavera e solstizio d’estate sono molto sentiti, e vanno celebrati come si deve. In questo caso, con tanta frutta secca e fresca, soprattutto il melograno, simbolo di prosperitĆ  e fortuna.

Mandorle

Frutta secca, simbolo di fertilitĆ 

Stagionale, nutriente, golosa, ma soprattutto carica di significati simbolici, la frutta secca non ĆØ solo un prodotto immancabile durante pranzi e cene delle feste, ma anche un’antica specialitĆ  del solstizio, condivisa da più popoli. Fin dai tempi dei romani considerata di buon augurio, tanto da essere usata anche per i matrimoni (ancora oggi ĆØ la star dei confetti), la frutta secca ĆØ profondamente legata al tema della fertilitĆ . L’albero di noce per esempio era molto importante per gli antichi greci per via di una leggenda: Dioniso tramutò le donne in rocce e per la disperazione la sua amata morƬ, cosƬ per renderle omaggio il dio decise di trasformarla in una pianta capace di dare frutti fecondi, le noci.

cesto di noci

Non c’ĆØ festa, poi, senza fichi secchi, che la medicina popolare del passato reputava un toccasana per la fertilitĆ , grazie ai numerosi semini presenti all’interno. Altro frutto, altra leggenda: Demofonte, figlio di Teseo, partƬ poco prima del matrimonio per l’improvvisa morte del padre, promettendo di tornare, ma ritardò troppo e cosƬ la principessa Fillide si tolse la vita. Sulla sua tomba nacque un mandorlo dalle foglie inaridite, su cui Demofonte si ritrovò in seguito a piangere: mossi a commozione, gli dĆØi fecero fiorire l’albero prima di tutti gli altri.

Insomma, niente meglio di un cesto di frutta secca può aiutare a superare l’inverno con la speranza di una nuova vita.

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