Se cโรจ una cosa a cui il 2020 ci ha abituato รจ il cambio repentino di abitudini, anche quelle piรน radicate. Non faranno eccezione nรฉ Natale nรฉ Capodanno, relegate al ruolo di festivitร intime e sobrie. Che tradotto significa: meno persone alla stessa tavola, meno consumi, meno voglia di festeggiare. Come impatterร tutto ciรฒ sulla vendita delle bollicine, settore che fino a 10 mesi fa sembrava non conoscere crisi e che aspettava proprio il mese di dicembre per chiudere lโanno col botto? Basteranno i โbrindisi congiuntiโ e i cin cin via web a salvare le vendite?
Non ha dubbi Giampietro Comolli che nelle anticipazioni del report economico Ovse-Ceves parla dellโanno peggiore degli ultimi 30 anni, ma non per questo catastrofico. Il sondaggio compiuto a cavallo delle feste dell’Immacolata (1842 referenti) svela che gli italiani non rinunceranno ai brindisi, ma si affideranno al low cost, in una sorta di gara a chi spende meno. โ Se, quindi, nel 2019 si toccรฒ il record di 75/76 milioni di bottiglie nazionali stappate solo per le feste di fine anno, questโannoโ svela Comolli โsi stimano 66-67 milioni di bottiglie (-11/12%) pronte per essere stappate. Mancano, ovviamente, tutte le bottiglie della ristorazione, dei cocktail bar, delle discotecheโ. A fare la parte del leone nella distribuzione, saranno il canale online e la grande distribuzione con โun boom di acquistiโ per dirla con Comolli โse non avessimo alle spalle perdite medie in valore del 18% e crollo dei volumi di vini acquistati intorno al 20% in 11 mesiโ.
Le cose non andranno meglio oltreconfine, dove per la prima volta dopo 11 anni – non succedeva dalla crisi del 2009 – gli sparkling chiuderanno lโanno facendo peggio dei fermi: -5,7% secondo le stime Wine Monitor-Vinitaly, con il prezzo medio giรน del 9% (a fronte del -2% dei fermi). Segno che di fronte allโemergenza, in molti hanno ripiegato sulla svalorizzazione del prodotto: una scelta i cui effetti potrebbero, purtroppo, trascinarsi per anni e anni. Se si considerano solo i volumi, secondo le stime Iwsr, si prevede che il consumo di spumante riprenderร ai livelli del 2019 entro il 2023. E, anche in questo caso, il vino fermo farร meglio, con i consumi in ripresa entro il 2022.
Ma torniamo allโItalia. Nella classifica degli spumanti piรน consumati in casa o fuori casa, il Prosecco piglia tutto: il 70% degli intervistati dichiara di aver bevuto le bollicine venete almeno una volta negli ultimi 12 mesi. ร quanto emerge dalla survey Wine Monitor Nomisma per il Consorzio del Prosecco Doc, condotta su un campione compreso tra i 18 e i 65 anni. A seguire vi รจ il Franciacorta con il 47% delle preferenze e quasi a parimerito con lโAsti (46%). Ben al di sotto la percentuale di consumatori di Champagne (29%) e di Trentodoc (25%).
A giudicare dagli aggettivi che gli intervistati hanno utilizzato per descrivere le cinque denominazioni, si noterร come il Prosecco sia piรน legato al divertimento e alla convivialitร , ma anche alla componente cool/di moda. LโAsti viene percepito come un classico, ma anche come un vino economico. Il Franciacorta e il Trentodoc sono considerati prodotti di qualitร , ma anche eleganti. Infine, lo Champagne รจ lโunico a rimanere legato al concetto di status symbol e a essere definito costoso.
Intanto i consorzi si preparano ad affrontare le prossime festivitร con la consapevolezza che questโanno non sarร come gli altri, ma con la voglia di guardare giร oltre. Da quanto emerge dalle risposte al sondaggio del settimanale Tre Bicchieri, a prevalere, in questi mesi, รจ stato un atteggiamento di prudenza, che ha spinto a navigare a vista. Si pensi, ad esempio, al Prosecco che aveva prima deciso di bloccare i nuovi imbottigliamenti fino a dicembre, per poi anticiparli al 15 novembre, proprio per andare incontro a un inaspettato incremento dei consumi. Non sono, poi, mancante le novitร che si sono affacciate sul mercato. In primis la versione rosรฉ del Prosecco (20 milioni di bottiglie entro fine dicembre), lanciata a metร ottobre in Italia e a novembre allโestero. Ma anche il nuovo brand dellโAsolo Prosecco, che ha puntato sulla nuova immagine di cru di alta collina. O ancora la versione Brut per lโAsti Spumante Docg. A dimostrazione di come, anche in un anno complicato come il 2020, i consorzi hanno provato a rilanciare e riprogettare il futuro. Non da ultima รจ emersa una tendenza generalizzata alla differenziazione dei canali di sbocco, con Gdo e e-commerce tra le strade piรน battute. A soffrire di piรน, come era prevedibile, sono le denominazioni che hanno sempre privilegiato lโHoreca.
Iniziamo dalla prima denominazione per valori e volumi: il Prosecco Doc, nonostante la drammatica annata per i consumi, tra ottobre e novembre รจ riuscito a portare a casa un nuovo primato. A ottobre, grazie anche al debutto del Prosecco Doc rosรฉ, ha registrato un +13,4% di imbottigliamenti rispetto allโottobre 2019, arrivando a toccare la punta record (almeno fino a oggi), di 53 milioni di bottiglie. Lโandamento รจ proseguito anche a novembre (+12,7% sullโanno precedente) e complessivamente, negli 11 mesi dellโanno che sta per chiudersi, gli imbottigliamenti hanno registrato una crescita dellโ1,6%. โSe tale tendenza venisse confermata anche nel mese di dicembreโ ci dicono dal Consorzio โla denominazione potrebbe chiudere con una quota immessa al consumo di quasi mezzo miliardo di bottiglieโ. Per la precisione 494 milioni: nel 2019 erano 485. Meno brillante, invece, la performance per quanto riguarda il valore che, a causa della contrazione dei consumi Horeca, non รจ aumentato proporzionalmente ai volumi.
La grande scommessa per il futuro si chiama Prosecco rosรฉ, la cui propensione allโexport dovrebbe addirittura superare quella del fratello maggiore. Il Consorzio stima che โlโ80% – se non piรน โ della produzione sarร destinata allโesportazione, soprattutto in Nord America, Regno Unito e Paesi del nord Europaโ. Complessivamente per il Prosecco Doc, invece, lโanno dovrebbe chiudersi con un aumento della quota export pari al +3,7%.
Interessante vedere, nella survey sui consumi Wine Monitor Nomisma per il Consorzio del Prosecco Doc, come siano cambiate le abitudini di consumo in questi mesi: in aumento quelli a casa (47% contro il 26% del pre-Covid) con preferenza per il Prosecco non mixato (91% contro il 79% del periodo precedente). Il prezzo medio a bottiglia si รจ attestato sui 5,8 euro a bottiglia.
Per quanto riguarda il Prosecco Docg, le scelte del Consorzio la scorsa primavera sono andate nella direzione della riduzione delle rese (da 135 a 120 quintali), senza perรฒ congelare la spumantizzazione della vendemmia 2020.
โNei primi 11 mesi dellโannoโ anticipa a Tre Bicchieri il presidente del Consorzio Innocente Nardi alla vigilia della presentazione del Rapporto Economico di distretto 2020 โle certificazioni, utile indicatore delle vendite, hanno registrato una diminuzione dellโ1% circa rispetto allโanno precedente, evidenziando il vigore del mercato del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docgโ.
Se non si temono grossi crolli, nonostante la ovvia riduzione di consumi, รจ soprattutto grazie alla differenziazione dei canali. โLa tenuta complessiva delle venditeโ spiega Nardi โรจ dovuta alla notevole espansione del canale Gdo, che tra aprile e ottobre ha assorbito circa 2 milioni di bottiglie in piรน rispetto al 2019, ma anche ai negozi di vicinato a cui la crisi pandemica ha dato nuovo slancio, oltre naturalmente al commercio elettronico e alle consegne dirette da parte delle impreseโ.
Il 2020 si chiude in maniera decisamente positiva per lโAsolo Prosecco, che proprio questโanno ha lanciato la nuova strategia orientata a rappresentare le caratteristiche territoriali da โcru di alta collinaโ della denominazione. โAbbiamo chiuso novembre con una crescita del 7% su base annuaโ spiega il presidente del Consorzio Ugo Zamperoni โche ci porterร a toccare i 18 milioni di bottiglie a fine anno, un milione in piรน rispetto al 2019, un risultato considerevole per la nostra realtร , soprattutto perchรฉ รจ stato accompagnato da una solida tenuta dei prezzi. Non abbiamo giacenze di prodotto e lโandamento degli ordinativi provenienti sia dallโItalia che dallโestero resta tale da confermare la sostenibilitร della nostra scelta prevendemmiale, che ci portรฒ non solo a non chiedere alcuna riduzione delle rese, come hanno invece fatto molte denominazioni italiane, ma addirittura a prevedere lo stoccaggio di una riserva vendemmiale tale da consentirci di soddisfare la domanda crescenteโ.
La Gdo sta continuando a dare segnali molto importanti, sia in Italia che negli Stati Uniti. Inoltre, sono stati aperti nuovi mercati, potenzialmente molto importanti, nel Far East. Fa ovviamente piรน fatica il settore italiano dellโHoreca, per la forte limitazione delle attivitร .
Se la Gdo ha rappresentato unโร ncora di salvezza per molte denominazioni, chi guarda quasi esclusivamente allโHoreca, deve fare i conti con qualche ripercussione in piรน. Comโรจ il caso del Franciacorta.
โNon parlerei propriamente di crisi delle bollicineโ dice a Tre Bicchieri il presidente Silvano Brescianini โpiuttosto di una situazione straordinaria che ha portato alla chiusura del mondo Horeca per diversi mesi, pertanto i vini come Franciacorta, che hanno in questo mercato il principale canale di consumo, avranno inevitabilmente un anno negativo. Il quanto dipende da azienda ad azienda perchรฉ รจ normale che non tutti i player hanno la stessa segmentazione dei canali, ma la nostra previsione si aggira in una forbice tra il -20 e il -30%โ. Una perdita generalizzata che, perรฒ, secondo lโosservatorio del Consorzio รจ piรน contenuta nell’aera del centro Italia.
Tra i mercati esteri, ci confermano numeri in crescita per quanto riguarda la Svizzera, mentre a segnare i decrementi maggiori vi sono Usa e Giappone, con perdite di oltre il 30%. Si aspettano tempi migliori, ma intanto il Consorzio e i singoli associati hanno cercato di intensificare le attivitร digitali di comunicazione in generale.
Punta allโequilibrio, il Consorzio dellโOltrepรฒ Pavese, reduce da un biennio segnato dallโentrata di un gruppo di nuovi soci e da passi importanti verso la sinergia territoriale. โFino a ottobreโ dice a Tre Bicchieri Carlo Veronese, direttore del Consorzio da poco piรน di un anno โla Docg Oltrepรฒ Pavese era in aumento in termini di fascette consegnate di oltre il 10% rispetto allo scorso anno (oltre 40 mila bottiglie in piรน considerando che sono state 480 mila le bottiglie 2019; ndr). Ma questo, piรน che merito del mercato, rientra nella nuova politica consortile che sta cercando di portare le aziende a rivendicare la Docg: sono molte le cantine che preferiscono declassare a Vsqโ. Lโaumento chiaramente si riferisce alla produzione e non alle vendite, per le quali bisognerร aspettare il consuntivo 2020. Di sicuro cโรจ che sono cambiati i canali di distribuzione. โIl mercato attualeโ rivela Veronese โvede molte aziende del territorio vendere i propri prodotti anche in una Gdo qualificata, come Esselunga, senza dimenticare lโonline che รจ diventato estremamente importante sia per le cantine che lo fanno in maniera diretta, sia per quelle che si appoggiano a degli intermediariโ. Guardando alle prossime festivitร , rimangono tante incognite e preoccupazioni: โLa vendita diretta รจ ancora molto presente e vitale per alcune aziende medio-piccole, ma il blocco degli spostamenti tra i Comuni lombardi ha limitato tanto i regali natalizi: a mancare รจ soprattutto la clientela affezionata proveniente da Milano e hinterland. Ma bisogna attendere e ragionare sullโestate, sperando che per allora ci saremo lasciati tutto alle spalleโ.
Il 2020 ha portato al Consorzio dellโAsti Docg una novitร importante: la pubblicazione in Gazzetta ufficiale – poco meno di un mese fa – della modifica al disciplinare che consente di immettere sul mercato le prime bottiglie di brut nature, extra brut e brut, con Natale che rappresenterร un primo interessante banco di prova. Unโopportunitร da cogliere anche in ottica futura per gli oltre mille soci, dopo il lancio della tipologia dry nel 2017, prodotta oggi in circa un milione di bottiglie. Le altre scelte dellโanno (tra cui lโabbassamento delle rese a 90 quintali per ettaro) sono state dettate dalla prudenza: โCertamente la mancanza di eventi celebrativi in Italia condizionerร il nostro andamentoโ osserva il direttore Giacomo Pondini, ricordando che la denominazione solitamente tra ottobre e dicembre totalizza fino al 40% delle vendite annue. Tuttavia, a oggi le precisioni di chiusura 2020 sono positive: โCi aspettiamo complessivamente un incremento di 5 milioni di bottiglie rispetto allo scorso anno, mantenendo cosรฌ il trend positivoโ. A supporto, ci sono i dati delle vendite del mese di ottobre: 36 milioni di bottiglie per lโAsti Spumante Docg e 25 milioni per il Moscato dโAsti Docg (questโultimo, in particolare, in forte espansione rispetto al passato). Per lo spumante, si registrano anche decisi incrementi in importanti mercati di riferimento, quali Stati Uniti, Russia, Germania e Regno Unito che, anche in unโannata cosรฌ difficile, stanno dando unโottima prova di fedeltร .
a cura di Loredana Sottile
Articolo uscito sul numero di Tre Bicchieri del 10 dicembre 2020
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