Tra pochi giorni la Confraternita di Valdobbiadene tirerร le somme della consultazione avviata quest’estate con l’invio ai 2640 produttori della denominazione Conegliano Valdobbiadene, di un documento/istanza articolato in 5 punti con la richiesta un pronunciamento “per poter uscire dalla confusione e per riappropriarci dellโimmagine di un territorio ricco di storia, unico e irripetibile, che non vogliamo svilire”.
La querelle, in sostanza, riguarda la paura di essere fagocitati dalla denominazione piรน grande (Prosecco Doc), per questo la consultazione riguarda sia l’impiego o meno della parola Prosecco sia lo scorporo del Conegliano Valdobbiadene Docg dal sistema produttivo-territoriale nato nel 2009. Un sistema che comprende 2 Docg (Asolo e Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore) e una Doc molto ampia territorialmente (Prosecco Doc) estesa per lโ80% in Veneto e per il restante 20% in Friuli.
A far scoppiare il caso รจ stato l’annuncio, a settembre, della cantina Col Vetoraz che, numeri alla mano, ha dichiarato di non aver subito nessun danno economico dopo aver tolto dall’etichetta la dicitura โProseccoโ. L’azienda, che conta tra i fondatori il presidente della Confraternita di Valdobbiadene Loris Dall’Acqua, ha infatti rinunciato al riferimento alla denominazione principale due anni fa, conservando solo la dicitura territoriale โValdobbiadene Docgโ.
La Confraternita del Prosecco, oggi Confraternita di Valdobbiadene, รจ nata nel 1946 per opera di 4 visionari (Giuliano Bortolomiol, Mario Geronazzo, Umberto Bortolotti e Isidoro Brunoro) con l’obiettivo di combattere l’abbandono dei vigneti da parte dei viticoltori nella difficile situazione economico-sociale del dopoguerra. Adesso, invece, ha come mission lo sviluppo e la promozione del Valdobbiadene Docg.
In questo ambito, รจ nata l’idea di inviare il documento alle aziende della denominazione “nel suo delicato ruolo di osservatore vigile e di guida morale, infatti, la nostra realtร ” spiega il Gran Maestro della Confraternita Loris Dall’Acqua “ha preso l’iniziativa per comprendere se la preoccupazione per la perdita di percezione da parte del consumatore sull’identitร del vino delle colline sia condivisa dal territorio. Giร nel 2009 la nostra realtร aveva prodotto un documento dove si evidenziavano i pericoli che potevano essere generati dalla grande operazione ‘riserva del nome’ (documento letto in camera di commercio di Treviso durante la pubblica audizione per l’approvazione del nuovo disciplinare). A distanza di 10 anni, purtroppo, quello che era stato denunciato si sta avverando”.
I punti a cui la Confraternita ha chiesto l’adesione riguardano sia il nome Prosecco sia la questione della rappresentanza. Eccoli di seguito:
Luca Giavi, direttore del Consorzio Prosecco Doc, esordisce citando Primo Franco, il celeberrimo produttore di Valdobbiadene che recentemente ha festeggiato un secolo di attivitร dell’azienda di famiglia, il quale sostiene che “Il Prosecco Doc sia l’apripista per le le Docg” riconoscendogli un ruolo e una funzione importante. Le considerazioni di Giavi partono da un dato di fatto: “Il sistema legato all’uva Glera e al vino Prosecco ha appena compiuto 10 anni: si tratta di un lasso di tempo brevissimo, durante il quale il successo รจ diventato planetario. Insomma, รจ un’opportunitร per tutti gli attori i quali, con i disciplinari di produzione, possono scegliere strade diverse”. E, poi, conclude: “Le critiche sono legittime ma non devono essere fatte a scapito di altri anche perchรฉ โ e proprio il Prosecco lo dimostra โ nel mercato c’รจ spazio per tutti”.
Il presidente del Consorzio Prosecco Doc Stefano Zanette commenta citando i numeri: “La produzione Conegliano Valdobbiadene Docg รจ passata dai 60 milioni del 2009 agli oltre 90 milioni di bottiglie attuali. Quindi la crescita della Doc, in questi 10 anni, ha favorito anche la Docg sia in termini di volume che di valoreโ.
Federico Dal Bianco dell’azienda La Masottina di Conegliano osserva che da quando รจ stata ristrutturata la denominazione nel 2009 “la Docg Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore non si รจ saputa evolvere e non si รจ sufficientemente differenziata dal resto del sistema. Eppure noi abbiamo due ottime opportunitร per far comprendere la diversitร delle nostre colline rispetto alla pianura, le Rive e il Cartizze. In questi 10 anni, perรฒ, non li abbiamo mai nรฉ promossi nรฉ valorizzati come avrebbero meritato. Sarebbe ora di iniziare”.
Franco Adami, produttore di Valdobbiadene e vicepresidente Confagricoltura Treviso sostiene che โIl mondo produttivo รจ diviso da anni su questo argomento: cโรจ chi crede che il Prosecco sia la nostra storia e un marchio che ci ha fatto conoscere nel mondo e che quindi vada conservato, e chi crede che sia diventato un disvalore per lโarea Conegliano e Valdobbiadene, che fatica ad avere una forte identitร propria perchรฉ condivisa con il Prosecco Doc. Il Prosecco ha giร conquistato i mercati perรฒ ci vorranno anni anni per far cogliere in modo netto le differenze tra le Docg e le Doc, tra le colline e la pianura, in modo netto. Conegliano Valdobbiadene dovrebbe essere unโarea nella quale si produce solo e unicamente un vino Docg, senza volontariamente produrre anche altri tipi di Prosecco, cosa attualmente possibile partendo dagli esuberi di produzione”.
Infatti, data la resa massima del disciplinare Docg di 135.q.li/ha, l’esubero del 20% cioรจ 27 quintali, per legge, puรฒ essere destinato alla produzione di vini Doc o Igt fatte salve le specifiche disposizioni dei disciplinari. “ร solo lโinizio di un percorso condiviso che dovrebbe portare a una maggiore identitร di zona, di territorio e di prodotto” continua Adami, che poi lancia una proposta: “bisognerebbe anche arrivare a qualcosa come la sigla RM (rรฉcoltant manipulant) utilizzata in Champagne per indicare che il produttore utilizza uva proveniente esclusivamente dai suoi vigneti e crea il vino nelle sue cantine”.
Elvira Bortolomiol dell’omonima azienda di Valdobbiadene dimostra una certa preoccupazione di fronte alla prospettiva di eliminare la parola Prosecco “Operare dei cambiamenti o togliere un pezzo del sistema creato nel 2009, รจ molto pericoloso e significa creare le condizioni per scardinarlo. Basti pensare che ogni giorno i Consorzi debbono contrastare i tentativi in tutto il mondo di copiare o di creare nomi somiglianti al Prosecco. La tutela della denominazione, pertanto, risulterebbe molto indebolita. Anche il riconoscimento Unesco, andato alle ‘colline del Prosecco’ e per cui abbiamo lavorato tanto, sarebbe scalfito. Dobbiamo invece impegnarci a rendere sempre piรน comprensibili le differenze”.
Sempre a proposito di Unesco รจ di qualche giorno fa la dichiarazione del Presidente dell’Associazione temporanea di scopo Innocente Nardi – anche presidente della Consorzio Conegliano Valdobbiadene Docg – durante un convegno per riflettere sulle opportunitร e sulle responsabilitร di essere diventati sito internazionalmente riconosciuto: “Il riconoscimento รจ motivo di orgoglio non solo del territorio ma del Paese come espressione culturale di una comunitร . Unโulteriore opportunitร questa per i cittadini di dimostrare la capacitร di fare squadra e lavorare per un unico obiettivo: le colline di Conegliano Valdobbiadene dovranno diventare il salotto culturale di un fenomeno che si chiama Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superioreโ.
a cura di Andrea Gabbrielli
Questo articolo รจ uscito sul nostro settimanaleย Tre Bicchieri del 24 ottobre 2019
Abbonati anche tu se sei interessato ai temi legali, istituzionali, economici attorno al vino. ร gratis, bastaย cliccare qui
Niente da mostrare
ResetGambero Rosso SPA
P.lva 06051141007
Codice SDI: RWB54P8
registrazione n. 94/2021 Tribunale di Roma
Modifica impostazioni cookie
Privacy: Responsabile della Protezione dei dati personali – Gambero Rosso S.p.A. – via Ottavio Gasparri 13/17 – 00152, Roma, email: [email protected]
Resta aggiornato sulle novitร del mondo dell’enogastronomia! Iscriviti alle newsletter di Gambero Rosso.
ยฉ Gambero Rosso SPA – Tutti i diritti riservati.
Made with love by Programmatic Advertising Ltd