Cos’hanno in comune Lambrusco e Champagne? Ci chiedevamo nel mensile Gambero Rosso di dicembre. Sul piano geografico, culturale e stilistico nulla, ma si portano dietro la stessa dimensione gioiosa, delle feste, della convivialitร .
Ed รจ proprio il vino simbolo dell’Emilia che anche quest’anno ci ha colpito durante le degustazioni regionali per la guida Vini d’Italia per gli ottimi risultati raggiunti, tra conferme e novitร , con una serie di etichette prodotte da tante realtร qualitativamente eccellenti, a maggior ragione in un periodo storico in cui i consumatori prediligono vini piรน semplici e beverini rispetto ai vini massicci in voga anni fa.
ยฉ Francesco Vignali Photography
Dallโeleganza delย Sorbaraย โ anche spumantizzato โ al frutto piรน deciso delย Grasparossa di Castelvetroย e delย Salamino di Santa Croce, abbiamo riscontrato unaย crescita di livello costante, soprattutto nelle produzioni di collina e nelle zone storicamente piรน vocate delle due provincie diย Modenaย eย Reggio Emilia.
All’interno di queste, ovviamente, il territorio non รจ omogeneo. La pianura che incornicia la via Emilia, infatti, si fa collina e alta collina man mano che ci si spinge verso l’Appennino: cambiano quindi le quote altimetriche, i suoli, le condizioni pedoclimatiche e ovviamente anche le tipologie di Lambrusco che vengono coltivate.
Tutto ciรฒ segna un netto distacco rispetto ai Lambrusco Emilia generici, frutto di uvaggi che includono anche varietร meno nobili e con una qualitร โ e un prezzo โ decisamente piรน bassi.
Come abbiamo giร avuto modo di sottolineare in altre occasioni, sarebbe un errore parlare di “IL” Lambrusco, perchรฉ ci sono tanti Lambrusco, descritti da un unico nome ma molto diversi per varietร .ย La prima cosa che salta all’occhio durante una degustazione con diversi Lambrusco รจ proprio la differenza dei colori. Se siete abituati a pensare questo vino emiliano come scuro e impenetrabile, magari finora avete avuto a che fare solo Grasparossa di Castelvetro o Salamino di Santa Croce, ma anche con il Lambrusco Reggiano o un Grasparossa dei Colli di Scandiano e Canossa.
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Ma davvero non vi รจ mai capitato di trovare un calice di Lambrusco di colore rosso rubino brillante e limpido? Significa che non avete mai assaggiato un Lambrusco di Sorbara, molto piรน scarico nel colore rispetto ai cugini appena citati. Se poi a questa caratteristica data dalla natura, aggiungiamo quella data dalla tecnica di vinificazione, la palette si amplia ancora di piรน. Si perchรฉ queste uve, ovviamente, possono anche essere vinificate in rosato, e cioรจ con brevissime macerazioni sulle bucce; ecco che al viola impenetrabile e al rosso rubino, si aggiunge anche il rosa.
Il “Lambrusco”, dunque, non esiste, perchรฉ non ci si riferisce a un solo vitigno ma a una famiglia di vitigni. Oltre a quelli giร citati ce ne sono tanti altri: il Barghi, il Maestri, il Marani, il Montericco, l’Oliva, il Viadanese, il Benetti, il Pellegrino, il Foglia Frastagliata.
Va, inoltre, detto che il Lambrusco puรฒ essere prodotto con diverse metodologie produttive. Puรฒ essere frizzante, grazie alla rifermentazione in autoclave, ma puรฒ anche essere Spumante, sia metodo Charmat, sia Metodo Classico (tipologia sulla quale stanno scommettendo diverse aziende). E ancora, puรฒ essere rifermentato in bottiglia senza sboccatura, i cosiddettรฌ “ancestrali”, anello di congiunzione produttivo con il passato contadino che ha dato i natali a questo vino oggi famoso in tutto il mondo.
Con il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Monovitigno 2023 la cantina Fattoria Moretto si aggiudica i Tre Bicchieri per la prima volta , mentre il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro 7Bio di Settecani รจ stato premiato per il miglior rapporto qualitร -prezzo nella guida Berebene 2025 del Gambero Rosso.
Ecco le migliori etichette di Lambrusco che hanno ottenuto il massimo riconoscimento della guida Vini d’Italia del Gambero Rosso 2025.
Brutrosso ’23 รจ il vino che ci ha colpito di piรน tra quelli presentati da Cantina della Volta, un Metodo Classico breve che esprime tutta la pienezza del frutto di questa varietร , con un nerbo acido che sostiene la ricchezza complessiva del sorso.
Nel 2010, Christian Bellei, erede di un’antica dinastia impegnata nella produzione e commercializzazione del Lambrusco di Sorbara, ha avviato questa cantina con il sostegno di alcuni amici, sfruttando la vasta esperienza acquisita presso l’azienda di famiglia. L’obiettivo principale era la creazione di Lambrusco Metodo Classico nella sede originale della Cantina Bellei, vicino alla darsena settecentesca del naviglio di Bomporto, da cui il simbolo della barca distintivo dell’azienda.
Lo spumante Lambrusco di Sorbara Brut Omaggio a Gino Friedmann ’23 รจ emerso dalle nostre degustazioni per i profumi di agrumi e fiori bianchi, il frutto integro, l’eleganza.
Nel 2012 le due storiche Cantine di Carpi (fondata nel 1903) e Sorbara (fondata nel 1923) hanno deciso di unirsi, creando un’entitร che vanta circa 1.200 associati e ben sei strutture dedicate alla vinificazione, all’imbottigliamento e allo stoccaggio, inclusa un’escursione in Lombardia, nella Bassa Mantovana. Oltre al Sorbara, la gamma dei Lambrusco รจ esplorata in molteplici varianti di tipologia e metodo di vinificazione, compresa la spumantizzazione.
Leclisse ’23 รจ ormai un classico: profumato di frutti di bosco, agrumi ed erbe aromatiche, elegante, armonico, รจ un Sorbara da manuale.
Nonno Achille, appassionato di vino e chimico di professione, รจ stato il creatore della parte piรน antica della cantina, nel 1926, mentre suo figlio Gianfranco ha contribuito a consolidarne le basi. Questa ereditร รจ stata portata avanti da Alberto Paltrinieri insieme alla moglie Barbara, trasformando l’azienda in un autentico gioiello. Situata nel cuore del territorio del Cristo di Sorbara, tra i terreni alluvionali tra i fiumi Secchia e Panaro, qui vengono prodotti Sorbara intensi ed eleganti.
Il Vigna del Cristo ’23 presente profumi agrumati di pompelmo rosa e clementina, ampia sostanza in bocca. Nel suggestivo contesto di San Prospero, il 6 aprile 1928, Umberto Cavicchioli diede vita a quella che sarebbe diventata una delle realtร piรน note e importanti nel panorama del Lambrusco. Dal 2011 l’azienda รจ entrata a far parte del gruppo Giv, tuttavia la gestione continua a restare saldamente nelle mani della famiglia, rappresentata dai nipoti di Umberto, Sandro e Claudio. Con una produzione annua di dieci milioni di bottiglie, l’azienda offre un’ampia varietร di etichette, dove spicca il Sorbara.
Il 7Bio ’23, miglior rapporto qualitร -prezzo 2025, รจ un Grasparossa paradigmatico per quanto riguarda la generositร del frutto rosso sia al naso che in bocca, muscoloso e fragrante, un vero mangia e bevi.
La cantina deve il suo nome alla localitร di Settecani, frazione di Castelvetro di Modena nel cuore del territorio dove si produce il Lambrusco Grasparossa. Sulla facciata storica della cantina, fondata nel 1923, sono scolpiti i musi di sette cagnolini; in quell’anno 48 viticoltori si unirono per creare quella che oggi รจ una delle piรน antiche cooperative vitivinicole dell’Emilia, con 150 soci impegnati nella produzione dei vini tipici della tradizione regionale.
Il Grasparossa Monovitigno di Fattoria Moretto, che entra quest’anno per la prima volta nel club dei Tre Bicchieri, รจ un Lambrusco solido, strutturato, dai profumi scuri di frutti neri e sottobosco, con un tannino ben bilanciato in bocca.
La storia inizia con Antonio Altariva nei primi anni Sessanta ma รจ nel 1991 che i nipoti Fabio e Fausto passano dalla vendita di sfuso all’imbottigliamento in proprio. Contestualmente viene costruita la cantina nuova, piรน ampia e seminterrata. Dalle prime etichette con rifermentazioni in bottiglia si รจ passati all’utilizzo successivo di autoclavi. La gestione dei vigneti avviene seguendo metodi biologici e la microzonazione delle diverse parcelle permette la selezione accurata delle uve.
Il Vigneto Cialdini ’23 รจ fragrante, fruttato e corposo, con un sorso prolungato piacevole. Cleto Chiarli รจ una figura imprescindibile nella storia del Lambrusco modenese. Tutto iniziรฒ nel 1860 quando il fondatore decise di rivoluzionare il modo di servire il vino nella sua Osteria dell’Artigliere, optando per l’imbottigliamento anzichรฉ la vendita dello sfuso. Quel vino era rifermentato in bottiglia, cosa comune prima dell’invenzione delle autoclavi.
Molto buono il Concerto ’23, virato sui frutti a bacca nera. La storia del Lambrusco Reggiano non puรฒ prescindere dalla famiglia Medici. Fondata da Remigio alla fine del XIX secolo, fu suo figlio Ermete a portarla avanti, gettando le basi per il Lambrusco di qualitร e carattere che apprezziamo oggi. Questo impegno รจ stato tramandato attraverso gli anni, fino ad arrivare alla quarta generazione rappresentata da Alberto Medici, grazie al quale nuovi impianti in vigna, abbassamento delle rese, identificazione di cloni hanno portato a risultati di rilievo.
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