Momento di fermento nel Collio. La settimana scorsa, lโassemblea del consorzio si รจ conclusa con deliberazioni importanti: lโinserimento nel disciplinare di un vino da uve macerate, lโapertura di un tavolo di lavoro per la definizione di un vino bianco da varietร autoctone (friulano, ribolla e malvasia), la realizzazione di un evento consortile ufficiale nellโottobre del 2025. Le decisioni arrivano dopo alcune settimane di acceso dibattito che ha visto coinvolti un gruppo di produttori dissidenti che da qualche anno promuove un Collio bianco da uve autoctone con tanto di etichetta propria e altri produttori della denominazione – tra i quali, per esempio, Robert Princic, giร presidente del consorzio – che sul punto hanno adottato un atteggiamento piรน cauto. Adesso la parola passa al presidente del Consorzio David Buzzinelli che mette a tacere le polemiche dei giorni scorsi.ย
Quanto hanno influito i sostenitori delle uve autoctone (interviste sul Gambero, comprese) sulle decisioni finali dell’assemblea?
Leggo piรน guerre sui giornali di quante ce ne siano davvero allโinterno dellโassemblea. Voglio sottolineare che la data dellโassemblea era giร stata decisa con largo anticipo. Inoltre, voglio sottolineare che non รจ grazie a 5-7 soci che abbiamo preso alcune decisioni ma grazie al coinvolgimento dellโintera assemblea dei produttori. Se dovessi lavorare per i singoli soci dovrei cambiare il disciplinare ogni 15 giorni. Ci sono alcuni produttori che hanno lavorato sul pinot bianco o sui macerati ma nessuno ne ha mai parlato. Alla fine, lโassemblea รจ sovrana. E poi il 97% ha dato parere favorevole: questi numeri mostrano che non cโรจ uno scontro.
Certo, allโinterno del consorzio lโassemblea รจ sovrana, ma qualcuno ha avuto il merito di aprire il dibattitoโฆ
Mi dispiace che un gruppetto di persone abbia piรน credibilitร del 97% dellโassemblea che si รจ espressa. Il dibattito normalmente si fa allโinterno degli organi consortili. Noi abbiamo un equilibrio interno molto bello tra un numero di teste e un numero di ettari che crea un bilanciamento tra grandi e piccole aziende. Abbiamo 120 imbottigliatori su piรน di 300 soci: pochi produttori non possono imporre qualcosa agli altri.
Quindi al gruppo dei produttori che ha scelto di investire sulle uve autoctone non va nemmeno riconosciuto il merito di averne parlato per primi?
Se parliamo di primati nella ridefinizione del Collio bianco bisognerebbe ricordare che il primo che ha cercato di normare un bianco da uve autoctone รจ stato Robert Princic, quando era presidente del consorzio. Il primato รจ suo. ร stato lui a parlare per primo di Gran Selezione.
ร vero, lo abbiamo raccontato proprio nellโintervista pubblicata sul Gambero Rosso.
Una bella intervista, di cui ero stato avvisato. Peccato che qualcuno non lโabbia interpretata come avrebbe dovuto essere interpretata. Sui social del Gambero ho trovato alcuni interventi fuori luogo. Nรฉ come azienda nรฉ come presidente mi permetterei di andare a commentare lโintervista di un altro. Non ho affatto apprezzato i commenti irrispettosi di altri produttori.
Princic provรฒ a modificare il disciplinare, ma la proposta non passรฒโฆ
Quando si discusse tutto il pacchetto di norme che prevedeva il passaggio alla Docg furono fatti dei tavoli di lavoro anche sul Collio da uve autoctone. Poi perรฒ il passaggio alla Docg non fu approvato quindi รจ decaduta tutta la progettualitร conseguente. Insieme al progetto del Collio da uve autoctone cโera anche il progetto dei vini da uve macerate. Ma la mancanza di approvazione non vuol dire che quei progetti siano stati annullati.
Visto che lโidea allora non passรฒ, oggi la spinta dei โdissidentiโ potrebbe dare un nuovo impulsoโฆ
Unโidea parte dal basso ma viene sviluppata dallโassemblea. E il consorzio vede il loro progetto come quello di altre aziende. Non si puรฒ sostenere una iniziativa singola. Le tempistiche dipendono anche dalla sensibilitร dei soci. Inutile avanzare iniziative se non cโรจ apertura da parte degli altri. Io devo tutelare lโassemblea. Se un progetto passa con il 97% dei sรฌ vuol dire che non รจ merito di qualcuno in particolare. E poi, una cosa รจ creare un vino, unโaltra cosa รจ creare una menzione. Per inserire un nuovo vino ci vuole un anno di lavoro, per creare una menzione il percorso รจ piรน semplice.
Quindi possiamo dire che il Collio da uve autoctone alla fine sarร approvato?
Sarร inserito nel disciplinare nel momento in cui il tavolo tecnico troverร la strada giusta. Tutti sono disposti e intenzionati a creare un vino con le tre uve autoctone.
Insomma, va bene il Collio da uve autoctone purchรฉ non ci sia lโetichetta come chiede il gruppo dei ribelli?
Lโetichetta non รจ un problema. Lโespressione โda uve autoctoneโ รจ legale. In ogni caso, non รจ lโetichetta comune che fa il territorio ma il vino.
E quindi come si fa?
La mia idea รจ che il fattore comune non deve essere solo unโimmagine ma il vino nella sua espressione. Un friulano allevato a Capriva dร risultati diversi da un friulano allevato a Cormons. La caratteristica del Collio bianco รจ che dopo tre anni di evoluzione lโelemento che marca รจ la terra, ovvero la ponca.
Va bene, perรฒ chi sceglie le uve autoctone lamenta un difetto di identitร del Collio bianco.
Fin dallโinizio nel Collio bianco cโerano solo ribolla, friulano e malvasia ma con poco successo. Dallโapertura del ’91 a tutte le varietร il Collio bianco ha avuto un aumento di etichette notevole. Ma capisco che oggi il mercato lamenta la mancanza di identitร e la confusione. Adesso non vorrei che un nuovo Collio bianco possa ricadere nello stesso problema: sono state fatte delle degustazioni tecniche dalle quali emerge che vini fatti con le stesse varietร non sono poi cosรฌ simili. Il Collio bianco non รจ ancora identificabile, ha ancora delle lacune: bisogna colmarle per evitare di cadere nelle stesse dinamiche. Prima della liberalizzazione delle varietร cโerano solo due o tre Collio bianco, altri vini erano fatti con uvaggi buoni ma ricadevano sotto Igt per via dei blend utilizzati. Comunque sono in molti quelli che giร fanno il Collio con friulano, ribolla e malvasia.
Perรฒ se una minoranza di produttori ha fatto unโetichetta autonoma vuol dire che qualche resistenza cโรจ stataโฆ
Non cโรจ nessuna resistenza, i numeri lo dimostrano. Quando ho aperto il dibattito in assemblea ho chiarito: non cโรจ nessuna guerra, non ci saranno nรฉ vincitori nรฉ vinti. Poi perรฒ i giornali hanno raccontato unโaltra storia scegliendo dei vincitori. Consorzio e assemblea vanno gratificati: i meriti sono di tutti. Ripeto: cโรจ stato il 97% di sรฌ, quindi non cโรจ nessuno scontro.
Forse avreste dovuto spiegarvi primaโฆ
Non abbiamo parlato prima per arrivare allโassemblea in modo soft. E il risultato cโรจ stato. Tutti hanno risposto in modo positivo. Ma a mio avviso, la questione uve autoctone รจ marginale rispetto alla seconda delle decisioni presa dall’assemblea: il vino macerato che entra ufficialmente nel disciplinare.
Parliamone, allora. ร la definitiva legittimazione dei vini macerati?
Il processo รจ ancora da completare, ma il risultato รจ stato inaspettato. Tutto merito del vicepresidente Luca Raccaro che ha gestito un dibattito molto acceso ma proprio per questo molto bello: se non cโรจ dibattito vuol dire che la cosa non interessa a nessuno. Il risultato finale รจ stato eccellente, con lโapprovazione delle conclusioni del tavolo di lavoro da parte di unโampia maggioranza. Si norma cosรฌ una categoria di vini che verrร identificata con lโetichetta โda uve macerateโ. ร una soluzione che tutela la scelta del consumatore che quando sceglierร un vino del Collio – magari una ribolla gialla – saprร giร dallโetichetta se si tratta di un vino macerato. Cโera la necessitร di mettere ordine: complimenti al lavoro del tavolo tecnico.
Lโassemblea ha anche deciso di organizzare un evento annuale.
I nostri vini hanno caratteristiche tali da rendere difficile la realizzazione di unโanteprima. I vini di annata rischierebbero di essere incompresi se assaggiati a febbraio o a marzo. Si potrebbe pensare di farla in autunno, ma a quel punto molti vini sono giร esauriti. Questโanno abbiamo sperimentato alcune degustazioni con il pubblico che hanno avuto unโaffluenza eccezionale. Da qui lโidea di un evento autunnale per presentarci: sarร un focus sul friulano, il nostro vitigno rappresentativo. Un evento importante sul territorio รจ necessario.
Prima di salutarci, quale messaggio lancia ai soci?
Voglio dire che la vera unione fa la forza. I festeggiamenti del 60esimo anniversario del consorzio hanno ulteriormente unito i produttori. ร bello vedere piรน di 350 persone insieme, felici di esserci, e tre generazioni di viticultori del territorio riunite. La nostra comunitร รจ fatta da tutti, non certo da piccoli gruppetti che vogliono fare da sรฉ.
<<<< Questo articolo รจ stato pubblicato su Trebicchieri, il settimanale economico di Gambero Rosso.
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