Austero, potente, scuro quasi oscuro, per certi versi in contrasto con le luminose colline che lo cullano e diffondono nel mondo, eppure come loro capace di insospettabili dolcezze e profumi inebrianti. Poderoso, tosto, impenetrabile, in apparenza in conflitto con il sorriso franco di chi lo lavora: ma questa รจ gente cocciuta, si dice, e ogni vino somiglia a chi lo fa, e viceversa. Un cazzotto dato bene e il piรน caldo degli abbracci, la piรน morbida delle carezze: il Sagrantino ha in dote tutto ciรฒ. E i suoi interpreti lo traghettano verso scenari diversi: in molti pensano che le sue potenzialitร siano ancora da indagare.
Siamo a Bevagna, Castel Ritaldi, Giano, Gualdo Cattaneo o piรน probabilmente a Montefalco, la Ringhiera dellโUmbria che pare affacciarsi sulla regione intera, sul monte Subasio e su Spoleto, Foligno, Spello, Assisi inframmezzate da onde di campi e bosco, lโargento degli ulivi che fraziona lโoro del sole. ร una cittร racchiusa da mura trecentesche, con antiche viti che debordano dai giardini e gemme dโarte che richiamano dalle vecchie chiese, prendi gli affreschi di Benozzo Gozzoli che da soli valgono il viaggio. Individuare quandโรจ che il Sagrantino vi affonda le radici non รจ semplice, di certo lo si trova menzionato in un documento del 1549.
Ricca di polifenoli e zuccheri, รจ unโuva super da cui i frati ricavano un passito da rituale, i contadini qualche bottiglia per le grandi feste: il nome avrebbe quindi a che fare con la sacralitร . Della versione in secco, chiamiamola da pasto, si tramandano poche tracce, poi per decenni la varietร comincia a sparire anche dai vigneti. Fino a una nuova, esplosiva giovinezza, fotografabile con la DOC del 1979 e la DOCG del 1992, ovvero nel pieno boom dei vini muscolari e concentrati ambito dove i tannini del Sagrantino possono giocarsi al meglio le loro carte scendendo in campo da protagonisti.
Che Marco Caprai abbia un talento innato lo si capisce al volo. La dote di vedere oltre, di porsi obiettivi e immaginare la via per raggiungerli: gli nasce in testa unโidea e senti subito lโincedere delle truppe che muovono per realizzarla. Da condottiero ha bisogno di fiducia, coesione, reattivitร : meglio i motori veloci, silenziosi e puliti del futuro rispetto agli eserciti a cavallo, perchรฉ crede nella tecnologia e nella modernitร . Nel 1988 prende le redini della Arnaldo Caprai avviata nel 1971 dal padre, imprenditore tessile di successo, e punta dritto sul Sagrantino in secco e rivoluziona tutto. Vigneti, cantina, metodi di lavoro e vendita. Avvia collaborazioni con istituti di ricerca, lancia sperimentazioni e un nuovo concetto di comunicazione.
โE mi dicono che non comunico neppure in famiglia โ scherza โ pensate lo sforzo che mi รจ costatoโ. Si dice pure che abbia un caratteraccio: โma talvolta รจ necessario, per scardinare il sistemaโ. Perchรฉ finisce che forzando i tempi Marco non fa crescere soltanto la sua azienda, ma il territorio intero, dove vigneti e cantine cominciano a moltiplicarsi, produzione e qualitร crescono di pari passo. โMontefalco aveva unโenoteca in piazza e cโerano giร il Consorzio di Tutela, la Confraternita del Sagrantino. Al vino mancava perรฒ una definizione tangibile, che per noi รจ diventata quella internazionale, vocata allโeccellenza e legata al turismoโ.
Unโazienda culturale, la sua (โCi sono piรน laureati qui che in qualsiasi altra impresaโ), ma al tempo stesso concreta ed esigente: โIl mercato รจ complesso e lโimperativo รจ programmare, sempre, ragion per cui รจ la politica che deve sostenere lโimpresa e non viceversaโ. Come sarebbe andata
lavorando in una regione limitrofa? โForse avremmo faticato di meno, ma chissร se i risultati sarebbero stati gli stessiโ. 136 ettari vitati si dipanano da localitร Torre, sui 350 metri di altitudine media; 800mila bottiglie lโanno, continue iniziative di studio e promozione, brevetti depositati e in corso di perfezionamento: un motore che non si ferma โe che al centro mantiene sempre lโuomo. Il vino ti permette di sfidare i tuoi limitiโ.
Il nuovo enologo รจ il celebre Michel Rolland, il Sagrantino di punta รจ il 25 Anni, complesso e suadente, lanciato per il compleanno aziendale del โ93 e ripetutamente premiato con i Tre Bicchieri. Spinning Beauty รจ invece un assist alla proverbiale longevitร varietale: prodotto con uve selezionate dal vigneto Monte della Torre e affinato otto anni in barrique, si ispira ai grandi classici mondiali e scalpita per affiancarli, come nellโindole del suo inventore. Che in tanta agguerrita intraprendenza tradisce un fondo di timidezza a renderlo ancor piรน speciale. โIl bello รจ che ogni bottiglia si muove autonomamente e puรฒ raggiungere qualsiasi tavola del pianeta. Portandovi sopra un nome, un cognome, e soprattutto unโinconfondibile identitร territorialeโ.
Azienda storica che contribuisce al successo del Sagrantino รจ la Antonelli San Marco, con base nella magnifica tenuta che dal XIII al XIX secolo appartenne al Vescovado di Spoleto. 175 ettari di cui 50 a vigneto, certificazione biologica dal 2012 per โun vino piรน buono e piรน salutare: abbassare le difese impone di alzare la qualitร delle uveโ. Annessi scuola di cucina e struttura ricettiva per immergersi appieno nel clima del territorio, โche non prescinde dal Sagrantino e attorno al Sagrantino si รจ rafforzatoโ. Filippo Antonelli disegna la sua vita e la sua idea di vino con encomiabile pacatezza, ma la determinazione รจ svelata dai risultati ottenuti. Il bisnonno Francesco, avvocato di Spoleto, acquistรฒ la proprietร nel 1881, e per decenni son state rare le bottiglie di passito e Montefalco Rosso a violare la prassi della vendita in sfuso. Solo con lโarrivo della DOC si incrementarono i vigneti e si investรฌ sulla qualitร .
Filippo, laureato in agronomia a Perugia, saltรฒ in sella nel 1986 e ruppe la storia di generazioni di avvocati. โSecondo un detto che circola in famiglia ci sono tre modi di depauperare il patrimonio: con le donne, con il gioco e con lโagricoltura. Il primo รจ il piรน divertente, il secondo il piรน rapido, il terzo รจ il piรน sicuro. E anche mio padre la pensava cosรฌโ. Eppure lui non si scoraggiรฒ. Il Sagrantino era giร in corsa, cavalcava lโonda e mostrava i muscoli, affibbiandosi unโetichetta che col tempo si sarebbe rivelata controproducente. โNoi abbiamo sempre ambito a vini equilibrati, eleganti, frutto di estrazioni delicate e di un uso moderato di legni grandiโ, anche se la ricerca non si ferma e in cantina occhieggiano anfore e cemento di ultima generazione. โLa maturazione delle giovani vigne, figlie di quegli anni, ci aiuta a interpretare meglio questa varietร . Ma ancora molto si deve fare con lo studio e la parcellizzazione dei versanti, per capire cosa puรฒ offrirci la terra laddove ha contato soprattutto la mano dellโuomoโ.
In tal senso si pensa a un terzo Sagrantino, un finissimo cru proveniente dal Molino dellโAttone, da affiancare al classico e al piรน potente Chiuse di Pannone. Senza mollare la storica, splendida versione passita. โIl territorio ci offre varie declinazioni della varietร , e questa non รจ una cosa facile da veicolareโ, e qua entrano in gioco anche i pensieri da presidente del Consorzio di Tutela, carica che Filippo รจ tornato a ricoprire dopo oltre venti anni. In cantina si avvale della consulenza di Paolo Salvi, definito scherzosamente โtoscano ma perbeneโ, a sostenere lโenologo di casa Massimiliano Caburazzi, mentre ogni suo passo รจ scortato dalla fedelissima Nina, una bastardina proveniente dai lidi romani. ร proprio alle porte della Capitale che Filippo, forse per esorcizzare le preveggenze del padre, raddoppia la posta con una seconda azienda vinicola di famiglia, Castello di Torre in Pietra. โMentre con Vittorio Zoppi ho fondato Antica Torinoโ, giusto per non dimenticare che dal lato materno le radici son piemontesi: โil primo prodotto รจ un Vermouth Rosso che vuole riflettere lo stile di quella grande cittร โ.
a cura di Emiliano Gucci
QUESTO ร NULLA…
Nel numero di marzo del Gambero Rosso, in questi giorni in edicola, trovate il racconto completo anche con le testimonianze dei fratelli Pardi e di Peter Heilbron della Tenuta Bellafonte. Un servizio di 10 pagine che comprende i 5 piatti per assaporare al meglio i vini del Montefalco, un’utile timeline per comprendere la storia del Sagrantino, un focus sul Trebbiano Spoletino. E ancora, gli indirizzi dove andare a mangiare e bere, i 9 vini piรน rappresentativi del territorio e un contributo di Giorgione che racconta la sua tavola.
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