Nel numero di febbraio del Gambero Rosso abbiamo messo nero su bianco le degustazioni fatte alla vigilia della presentazione di Vini dโItalia 2019, dove abbiamo coinvolto le etichette iconiche di due cantine: Masi e Ferrari. Qui trovate le note di degustazione della verticale dedicata all’Amarone della Valpolicella Cl. Campolongo di Torbe della cantina Masi.
A un certo punto della nostra storia ormai piรน che trentennale (Vini dโItalia uscรฌ per la prima volta nel 1988) di cronisti del vino italiano abbiamo sentito la necessitร di assegnare dei premi speciali, oltre ai classici Tre Bicchieri, a quelle aziende e a quei vini che incarnassero dei contenuti di innovazione e di eccellenza, che in qualche modo riassumessero e concentrassero nei loro vini le emozioni e le impressioni di un anno di lavoro, di viaggi e di visite. Che fossero, insomma, la quintessenza delle migliaia di degustazioni che annualmente effettuiamo.
Cosรฌ, accanto al Vino dellโAnno e allโEnologo dellโAnno, nellโAnno del Signore 1999 assegnammo il primo โpremio specialeโ di Cantina dellโAnno. A meritarlo fu la Planeta, azienda leader siciliana che allora era ancora una giovanissima realtร ma che giร con i suoi vini (allโepoca, in particolare, lo Chardonnay) faceva parlare di sรฉ in tutto il mondo. Accadeva ventโanni fa, anzi, ventuno. Da allora su quel podio sono sfilati nomi che hanno fatto la storia recente del vino italiano, in patria e nel mondo. Si tratta di nomi di prima grandezza, a rileggerli tutti oggi, che non solo ci hanno regalato โ e continuano a farlo โ emozioni con grandi vini frutto di ottime annate: hanno saputo fare di piรน.
Critici e operatori che hanno partecipato alla degustazione
Alcuni ci hanno fatto scoprire nuovi territori, come nel caso di Benanti con lโEtna o di Marco Caprai con Montefalco e il Sagrantino, altri hanno espresso una dirompente carica innovativa che ne ha fatto delle vere e proprie โstarโ nel firmamento enologico, come nel caso di Angelo Gaja, dei fratelli Rivetti de La Spinetta, di Gianni Masciarelli. Alcuni di loro incarnano un ideale di classicitร senza tempo, e sono icone di un territorio: รจ il caso, ad esempio, del Castello di Ama, di Giacosa, di Valentini. Ci sono aziende come la Cantina di San Michele Appiano, Ricasoli o Caโ del Bosco che hanno incredibilmente alzato lโasticella della qualitร nel loro terroir, e hanno saputo fare dellโinnovazione tecnica e della perfezione stilistica dei loro vini un paradigma. Altre, come la Fattoria di Felsina, Sella & Mosca o Tasca dโAlmerita hanno saputo esprimere nei loro vini i rispettivi terroir con unโeleganza e una profonditร espressiva che ha fatto davvero scuola.
Leggendo i nomi in fila, un aspetto risalta immediatamente. Cosโhanno in comune Colle Massari, Sette Ponti, Allegrini, Bellavista, Masi e Ferrari? Sono tutte aziende di vertice, propongono vini di eccellenza assoluta. Ma sono anche realtร che hanno voluto cimentarsi in unโimpresa piรน difficile, quella di esportare il livello dโeccellenza ottenuto nella โcantina madreโ in altri terroir. Unโimpresa rischiosa, a ben rifletterci, che molti tentano ma che sovente non porta ai risultati sperati. Le aziende che abbiamo appena nominato, invece, hanno visto i loro sforzi coronati da un grande successo. Non potevamo non premiare unโazienda come Allegrini che dalla natรฌa Valpolicella riesce a sfornare grandi vini anche in Toscana, o una Colle Massari che si รจ espansa dal Montecucco su Bolgheri e Montalcino con etichette che definire emozionati รจ poco… Lo stesso vale per Sette Ponti (Toscana, Sicilia) e Bellavista (Franciacorta, Toscana, Sardegna).
A queste aziende abbiamo deciso di dedicare ogni anno una degustazione speciale alla vigilia della presentazione di Vini dโItalia e della premiazione dei Tre Bicchieri e degli altri premi speciali. Un evento importante, dove sono protagonisti le etichette icona delle aziende e chi le ha create. Questโanno รจ toccato alla Cantina dellโAnno 2018, la Masi, con uno spettacolare Amarone Campolongo di Torbe, in undici annate dallโ83 al 2012 in anteprima, raccontato da Sandro Boscaini โ โMister Amaroneโ โ in persona. Oltre ad aver dimostrato di essere capace di produrre grandi vini non solo in Valpolicella, ma anche in Trentino e in Veneto (oltre che in Toscana e addirittura in Argentina), il Gruppo Tecnico Masi รจ un punto di riferimento internazionale per i suoi studi sul controllo dellโappassimento.
1983 – 94
Annata eccellente dal punto di vista climatico, sia al livello locale sia nazionale, che consegna un Amarone intenso nelle note di erbe secche, confettura di amarena, cacao, tabacco, grafite, con una traccia ossidativa controllata. Bocca ancora integra in cui si rincorrono le sensazioni percepite al naso, su un corpo armonico, dal tannino setoso e dal finale leggermente alcolico ma avvolgente.
1988 โ 95
L’annata piรน calda ha creato le condizioni per una vendemmia leggermente piรน scarsa nelle quantitร , ma con uve dalla grande concentrazione di zuccheri. Il tempo ha contribuito a mitigare queste caratteristiche e oggi, dopo trent’anni, abbiamo a che fare con una grande versione del Campolongo: profuma di china, grafite, humus, cacao, con una elegante speziatura di pepe e incenso; la bocca รจ densa, con una fragrante polpa di frutto, contrastata da un tannino ancora vivido.
1990 โ 91
Tra quelle degli anni Novanta, questa ci รจ sembrata la meno convincente: il naso si muove con un po’ di difficoltร tra sensazioni di frutto nero molto maturo e cioccolato fondente da un lato, e dall’altro emergono percezioni terrose e vagamente vegetali. Migliora molto in bocca, dove risulta possente, con tannini molto fitti, e finale affidato a note tostate e di tabacco.
1993 โ 95
ร la prima annata di Campolongo di Torbe ad aggiudicarsi i Tre Bicchieri. Intenso, molto giovane, sembra ancora fermo su un frutto nero che non cede di un millimetro sul fronte della freschezza; poi arrivano sensazioni di liquirizia, cioccolato alla menta, fiori appassiti, una leggera vena ematica, tabacco e tรจ nero. In bocca รจ forse meno potente e denso di ’88 e ’90, ma รจ sicuramente piรน armonico, disteso, ancora succoso, senza pesantezze, profondo.
1997 โ 92
Annata abbastanza calda in Valpolicella, e si percepisce giร nel bouquet di questo Campolongo: sentori di frutti neri, mirtilli e amarene, maturi; poi arrivano fiori secchi, cioccolato, tabacco. La bocca รจ morbida e densa, con una sensazione di dolcezza diffusa, tenuta su da un equilibrato apporto tannico che armonizza il tutto.
2000 โ 93
ร un po’ restio a concedersi; per un po’ rimane chiuso su se stesso, quasi accartocciato. Ma pian piano iniziano a salire dal calice aromi di tabacco e terra bagnata. Continua ad aprirsi, lasciando spazio a cacao e frutti neri maturi che completano armonicamente il quadro aromatico. Avvolgente e morbido, รจ sorretto da una struttura tannica imponente con il finale affidato a note tostate e cioccolato fondente.
2004 โ 91
La 2004 ci ha colpito per un profilo aromatico fragrante e quasi giovanile: in mezzo a dolci note boisรฉ, emergono sentori balsamici, liquirizia, poi sentori di fiori rossi, ciliegia nera e amarena. La bocca รจ voluminosa e ampia, avvolgente e calda, densa, estrattiva, dal finale morbido e vellutato.
2007 โ 95
Una grande annata in Valpolicella, perfetta sia in fase di maturazione e vendemmia, sia in fase di appassimento. E lo si percepisce chiaramente anche nel bicchiere, a piรน di dieci anni di distanza. Eโ un vino intenso, con nitide note di bacche nere, china, spezie confettura di ciliege, tabacco e un leggiadro tocco fumรฉ. In bocca si rivela potente e ricco, con polpa di frutto in primo piano e un tannino fitto ma gentile.
2009 โ 90
Anche la 2009 รจ stata un’annata piuttosto calda, dove le uve hanno concentrato tanti zuccheri. Sentori di frutto rosso surmaturo, note boisรฉ abbastanza in evidenza, tabacco, mora, liquirizia e un bouquet di spezie da cui emerge la cannella. Bocca di grande potenza e grande struttura, dove la fittezza del tannino predomina sull’eleganza.
2011 โ 94
Davvero una bella versione questa 2011: il caldo di agosto e settembre ha costretto lo staff dell’azienda a una vendemmia anticipata, ma i tempi sono stati calcolati perfettamente con le uve che avevano giร raggiunto la giusta maturazione fenolica. Pepe nero, mora e mirtilli maturi sono arricchiti da un fresco ventaglio di erbe aromatiche che rendono il bouquet sfaccettato e cangiante. Ottima prova anche al palato dove la consueta ricchezza รจ sostenuta da un tannino di ottima grana, mentre una piacevole nota rinfrescante trascina il sorso in profonditร .
2012 (anteprima) โ 93
Per chiudere la degustazione, Sandro Boscaini ha voluto proporci l’anteprima dell’annata 2012; anche in questo caso, a causa di un’estate calda e secca, la vendemmia รจ stata leggermente anticipata. Questa anteprima sfoggia aromi freschi e intensi, con sfumature di fiori rossi e spezie che vanno ad amalgamarsi a note di frutti neri in un quadro complesso e armonico. Composto anche il palato dove il tannino รจ misurato, e la dolcezza di frutto รจ in equilibrio con una bella vena acida. Deve ancora distendersi completamente. Ha bisogno solo di tempo…
a cura di Marco Sabellico
degustazioni a cura di William Pregentelli
foto di Alberto Blasetti
QUESTO ร NULLA…
Nel numero di febbraio del Gambero Rosso, in questi giorni in edicola, trovate anche le note di degustazione del Trento Giulio Ferrari Riserva del Fondatore. Non solo, nel servizio di 12 pagine trovate anche la storia della cantina Masi e le impressioni degli assaggiatori, nazionali e internazionali, che hanno partecipato alle due incredibili degustazioni. Uno speciale da collezione e utile per una spesa oculata.
Il numero lo potete trovare in edicola o in versione digitale, su App Store o Play Store
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