Nel numero di febbraio del Gambero Rosso abbiamo messo nero su bianco le degustazioni fatte alla vigilia della presentazione di Vini dโItalia 2019, dove abbiamo coinvolto le etichette iconiche di due cantine: Masi e Ferrari. Qui trovate le note di degustazione della verticale dedicata a Giulio Ferrari, Cantina dell’Anno per la Guida Vini d’Italia 2019.
โPoche volte abbiamo realizzato una degustazione con 12 annate di Giulio… Sembra di essere a un esameโ, esordisce cosรฌ Ruben Larentis, chef de cave di Ferrari, davanti a una platea ristretta di giornalisti italiani e stranieri che hanno avuto l’occasione di ripercorrere la storia di una delle piรน prestigiose bollicine italiane. La storia della Riserva del Fondatore Giulio Ferrari nasce 46 anni fa, da un’idea di Mauro Lunelli, che all’epoca era alla guida dell’azienda con i fratelli Franco e Gino: โFu qualcosa di inusuale lavorare su un singolo vigneto โ spiega Larentis โ come fu inusuale puntare su una lunga maturazione in un’era in cui si la sosta sui lieviti e gli affinamenti duravano pochi mesiโ. Le 12 annate scelte sono spalmate su 32 anni: la bottiglia piรน giovane riporta in etichetta l’annata 2007, la piรน vecchia risale al’86. โร un vino dove cerco di intervenire il meno possibile. Cerco piuttosto di enfatizzare le caratteristiche della vendemmia: รจ per questo che in degustazione non abbiamo seguito l’ordine delle annate, ma le abbiamo mescolate, per percepire meglio i diversi aspetti del vinoโ.
2007 – 93
Annata in cui la raccolta รจ stata molto anticipata, dal primo al sei di settembre; tirage effettuato nel luglio del 2008, sboccatura marzo 2018. Al naso sโintrecciano note agrumate, frutta e fiori bianchi, una sottile sfumatura di vaniglia, frutta secca. La bocca รจ cremosa, di grande consistenza e ampiezza, venata da equilibrata sapiditร e mineralitร .
2006 – 98
Annata straordinaria per il TrentoDoc. L’inverno freddo e lungo, una primavera calda e asciutta, un agosto fresco: condizioni perfette. Vale il discorso fatto per il 2004: anche qui siamo di fronte a un vino che ha ancora tantissima strada da fare e che potrร soltanto migliorare. Intanto ci siamo goduti il profilo aromatico piacevolmente fumรฉ, amalgamato a frutto a polpa gialla, mallo di noce ed erbe alpine. La bocca รจ solida, compatta, fresca, con un crescendo acido-sapido che riporta alle note affumicate. Un investimento piรน sicuro dellโoro, da stoccare in cantina.
2005 – 92
Ricchezza e intensitร sono le due principali peculiaritร del Giulio 2005, un’annata abbastanza calda, soprattutto durante l’estate, ma caratterizzata da notevoli escursioni termiche tra giorno e notte, con un 10% di raccolto in meno rispetto alla media. Grande concentrazione aromatica che riporta a fiori gialli, polline, limone, frutti esotici; la bocca รจ ampia, polposa, morbida, con note tostate in evidenza, nel finale, che penalizzano un po’ la profonditร .
2004 – 97
Un inverno e una primavera miti, un’estate con poche piogge, un settembre assolato: tutte caratteristiche che lasciavano presuppore un grande potenziale di ricchezza espressiva. Motivo per cui in azienda si decise di etichettare il Giulio come Extra Brut, lasciando il dosaggio a 2,5 grammi/litro. Il dosaggio basso enfatizza il gusto profondo, la persistenza e la freschezza. ร un vino che si concede lentamente ma che pian piano svela sentori dโerbe aromatiche, zafferano, pepe bianco, note iodate. La bocca รจ ancora leggermente rigida, in evoluzione, solida, di grande compattezza e profonditร . Dร l’impressione di aver aperto la bottiglia troppo presto…
2001 – 95
Il Giulio 2001 รจ vino di grande intensitร , giร al naso dove uva spina e susina bianca si uniscono a una nota preziosa di zafferano che va a dare complessitร allo spettro aromatico. In bocca รจ ricco e fresco allo stesso tempo, capace di abbinare grande polpa e grintoso carattere; combina in maniera armonica pienezza e leggerezza, per un finale di bocca che viaggia in perfetta sintonia con le note in apertura. Ha la consapevolezza di un viaggiatore esperto e la vigoria di un ragazzo.
2000 – 89
Il vigneto di Maso Pianizza si trova a circa 500 metri di altitudine, condizione che anche con un agosto caldo come quello del 2000, permette alle uve una maturazione ottimale, con grappoli di buona concentrazione e ricchi di profumi. Una ricchezza che ritroviamo al naso nel ventaglio aromatico cangiante che va dai fiori bianchi, alle spezie, dall’agrume alla crema pasticciera e a l miele, il tutto arricchito da precise e nitide note iodate. Tutto questo si trasforma in una bocca potente e complessa, molto ricca.
1999 – 90
La ’99 fu un’annata piuttosto fresca, tra le piรน piovose degli ultimi anni. Il vino base partiva giร piรน sottile, meno concentrato e per questo in fase di dosaggio si optรฒ per 4 grammi/litro. Tartufo bianco, biscotto, leggero caffรจ, fiori secchi anticipano una bocca matura, dove le rotonditร , le note boisรฉ e una calibrata morbidezza sono sottolineate da un finale in spinta.
1997 – 97
Anche la ’97 si attesta tra le nostre annate preferite in virtรน di un profilo aromatico di grande intensitร e complessitร , con precise note di crosta di pane e frutta bianca e sfumature floreali a riportare il bouquet sul binario della finezza. Sorprende la bocca per la consistenza del corpo abbinata a estrema eleganza, con una fresca vena acida e salina che aumenta la profonditร del sorso verso un finale che sembra non avere confini e limiti.
1994 – 92
Un’annata abbastanza classica: temperature, piogge ed escursioni termiche sono rimaste nella media. Solo settembre รจ stato un po’ dispettoso: freddo e acqua hanno creato un contrasto con le condizioni meteorologiche di inizio e metร anno. Ma la maturazione leggermente anticipata dei vigneti di Maso Pianizza รจ stato il fattore decisivo per il successo della vendemmia. E cosรฌ questo ’94 si presenta con un ventaglio aromatico che ricorda la curcuma e lo zafferano unite a note iodate e salmastre. Al palato tornano queste sensazioni su una bocca fresca nell’allungo, delicatamente tostata nel finale.
1992 – 95
L’andamento vendemmiale non fu dei migliori: pesanti piogge estive seguite da caldo torrido portarono a numerosi attacchi di oidio e peronospora. Tuttavia le condizioni pedoclimatiche del Maso Pianizza, unite a misure di protezione immediate, riuscirono a conservare uve sane di grande qualitร . Questa ’92 รจ stata una delle annate che piรน ci ha impressionato: note di prato, erba fresca, un tocco di zenzero, fiori bianchi e tracce iodate cesellano un frutto ancora nitido mentre la bocca รจ succosa, ancora fragrante, precisa, emozionante.
1989 – 96
ร stata una buona annata: caratterizzata da una primavera mite e da piogge perfettamente distribuite durante tutto l’arco estivo, con temperature senza picchi nรฉ verso l’alto, nรฉ verso il basso. La sboccatura della bottiglia assaggiata risale al gennaio del 2016: il risultato รจ un vino di grande freschezza, dove netti sentori di pietra bianca accompagnano golose note di crema al limone, su un sottofondo leggermente fumรฉ. In bocca รจ ancora la nota agrumata a emergere per prima, lasciando poi spazio a una bocca nervosa e tesa, integra, sfaccettata, salina. Cambio di passo impressionante e finale lunghissimo.
1986 – 94
Lo chardonnay prodotto in Pianizza nel 1986 fu sorprendente per fragranza e qualitร : e a distanza di ben 32 anni (le bottiglie assaggiate sono state sboccate nel giugno 2018) possiamo ancora affermarlo senza ombra di dubbio. C’รจ tutto il fascino delle cose antiche in questo austero e complesso Giulio Ferrari 1986, ma non c’รจ traccia di vecchio: il naso รจ speziato, emerge un po’ di mallo di noce, la susina, un po’ di crema, uno sbuffo di caffรจ; la bocca รจ armonica, equilibrata, e le percezioni iodate rendono succoso un vino che conserva finezza e si muove con raffinata eleganza.
2006 Rosรฉ – 95
ร la grande novitร di casa Ferrari; presentato qualche mese fa, tirato in un numero limitato di bottiglie, rappresenta una nuova sfida per la famiglia Lunelli. Pinot nero per l’80%, saldo affidato allo chardonnay, il Giulio Ferrari Rosรฉ ha profumi complessi e articolati che virano dal ginepro al tรจ nero, per tornare sui piรน classici lampone e fragoline. Splendida la consistenza per la bolla fine, quasi sussurrata, amalgamata perfettamente alla carnositร del frutto rosso. Seta, fascino, sensualitร : un rosรฉ unico nel panorama nazionale.
a cura di Marco Sabellico
degustazioni a cura di William Pregentelli
foto di Alberto Blasetti
QUESTO ร NULLA…
Nel numero di febbraio del Gambero Rosso, in questi giorni in edicola, trovate anche le note di degustazione di Masi, Cantina dell’Anno per la Guida Vini d’Italia 2018. Non solo, nel servizio di 12 pagine trovate anche la storia della cantina Masi e le impressioni degli assaggiatori, nazionali e internazionali, che hanno partecipato alle due incredibili degustazioni. Uno speciale da collezione e utile per una spesa oculata.
Il numero lo potete trovare in edicola o in versione digitale, su App Store o Play Store
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