Un grande personaggi del vino italiano, Nicolรฒ Antinori, il babbo di Piero, volendo rendere omaggio al Marchese Mario Incisa della Rocchetta, scomparso il 4 settembre 1983, commentรฒ cosรฌ “Aver inventato il Sassicaia giustifica una vita, dร ragione di tutto”. Sono passati tanti anni, ma il valore di quell’epitaffio non si รจ mai affievolito perchรฉ il Sassicaia nel frattempo รจ diventato uno degli emblemi di grande vino italiano nel mondo. Su Wine Searcher, il sito che ogni giorno processa 1.000.000 di ricerche dei consumatori e traccia le richieste su 400.000 vini, il Sassicaia รจ – primo fra gli italiani – al 7ยฐ posto della classifica Top 100 Most Searched-For Wines, appena sotto Chรขteau Latour e prima di Chรขteau Haut Brion. D’altra parte che un vino di Bolgheri, in provincia di Livorno, stia tra un Pauillac e un Pessac Leognan, ci sta visto che hanno in comune il suolo ghiaioso e la prevalenza del cabernet sauvignon. Se perรฒ il Sassicaia e in generale gli altri vini della zona, non avessero avuto quel particolare carattere “mediterraneo” che solo il terroir bolgherese puรฒ dare, non avrebbero mai conquistato cosรฌ tanti consensi. Giร perchรฉ sulla scia del capofila Sassicaia, qui sono nati Masseto, Ornellaia, Grattamacco, Paleo, Guado al Tasso, Ca’ Marcanda, solo per citarne alcuni dei piรน famosi nomi a livello internazionale.
Mario Incisa e Filippo di Edimburgo
Mario Incisa della Rocchetta quando, negli anni Venti del Novecento, si trovรฒ ad assaggiare un vino dei Duchi Salviati a Migliarino Pisano, notรฒ che aveva “lo stesso inconfondibile bouquet di un vecchio Bordeaux…assaggiato a casa di mio nonno Chigi”, quel bouquet che a maggior ragione trovรฒ in uno Chรขteau Margaux 1924. “Da allora” scrisse in una lettera a Gino Veronelli “mi ero prefisso di fare un vino che avesse quella particolaritร ”. Bolgheri, la frazione di Castagneto Carducci in provincia di Livorno, dove รจ ubicata la Tenuta San Guido, divenne il teatro dei suoi tentativi di produrre il suo vino โ dal vigneto di Castiglioncello – che perรฒ avesse quelle caratteristiche di eleganza e raffinatezza. Il nobiluomo che per molti anni sperimentรฒ in condizioni non ideali (fattori poco avvezzi alle finezze del cabernet, locali, attrezzature inadeguate, ecc.) dimostrรฒ di essere il vero innovatore della viticoltura del territorio, che sino ad allora non era stata considerata una risorsa di primo piano: la zona era piรน nota per la frutta che non per l’uva da grandi vini. Ma altrettanto importante fu il suo ruolo pionieristico per affermare la cultura della conservazione dell’ambiente e della protezione degli ecosistemi.
La Padule di Bolgheri, giร nel 1959, su iniziativa del marchese che era il proprietario dellโarea, divenne la prima oasi faunistica privata italiana e sucessivamente nel 1968, la prima oasi WWF, associazione di cui Incisa fu presidente. “Rispetto e venerazione, per quella Natura che noi abbiamo tormentato e tormentiamo in mille modi, anche inutilmente” scriverร Incisa nel volume La Terra รจ viva – Appunti di scienza contadina per una via italiana all’ecologia, una sorta di suo testamento ambientale. Negli anni Sessanta fu piantato il vigneto Sassicaia, da cui il vino prese il definitivamente il nome: si tratta di un appezzamento, assai pietroso – come del resto lo sono quelli di Graves a Bordeaux- situato a una cinquantina di metri s.l.m. Di fatto dal 1948 al 1967, questo vino vino rimase un prodotto strettamente privato a uso e consumo della famiglia. Nel frattempo nel corso del decennio sino al 1970, la Tenuta San Guido soffre la crisi dell’agricoltura e vede esaurirsi le disponibilitร finanziarie extra aziendali che cesseranno del tutto con la morte di Ribot (1972) l’ultimo di tre stalloni fuoriclasse, insieme a Donatello II e Nearco, della Razza Dolmello Olgiata. Il vino si dimostra sempre piรน un’opportunitร da cogliere in fretta.
Nel 1972 gli Incisa, stringono un accordo con i cugini Antinori, per la vendita del Sassicaia attraverso la loro rete commerciale. La prima annata sarร il 1968. A seguito dell’accordo tra le due famiglie arriva in cantina Giacomo Tachis, il grande enologo degli Antinori, il quale d’ora in poi collaborerร con il figlio di Mario, Nicolรฒ Incisa, che tuttora guida la Tenuta San Guido. I cambiamenti furono numerosi e le scelte semiartigianali, furono rapidamente abbandonate, non senza qualche polemica, ma l’idea del Marchese Mario Incisa, di produrre cabernet a Bolgheri, si dimostrรฒ vincente. Infatti se la prima fu un’uscita abbastanza in sordina โ solo 3000 bottiglie – che non potรฉ nemmeno godere del bis lโanno successivo: il 1969 non fu imbottigliato e lo stesso destino toccรฒ poi al 1973. Ma a parte questi due episodi il Sassicaia รจ sempre stato presente allโappuntamento anche nelle annate piรน difficili.
Giacomo Tachis
Il primo ad accorgersi di quanto fosse grande e importante quel vino fu Luigi Veronelli, che dedicรฒ al Sassicaia 1968 lโintera sua rubrica sul settimanale Panorama (novembre 1974) scrivendone in termini entusiastici. Nel 1978 poi arriva anche la consacrazione internazionale: in una degustazione con campioni rigorosamente anonimi organizzata a Londra, il Sassicaia di unโannata eccezionalmente piovosa come il 1972 sbaraglia i migliori 32 Cabernet Sauvignon del mondo, tra cui i migliori Chรขteau bordolesi. A quei tempi era un evento eccezionale che un vino italiano mettesse in riga dei francesi. Giacomo Tachis in un intervista affermรฒ โNon รจ bravo lโenologo a fare il Sassicaia รจ vero il contrario, รจ il Sassicaia a far bravo lโenologoโ. Il fenomeno Sassicaia esplode a livello planetario e qualche anno dopo la sua popolaritร รจ tale che in Canada gli appassionati locali passano una notte – gelida come puรฒ esserla dโinverno in quel paese – davanti al negozio statale del monopolio pur di assicurarsi qualche bottiglia del 1981. Lโavvenimento fu celebrato dai partecipanti con un badge โI froze my ass for the โ81 Sassโ (Mi sono gelato il sedere per il Sassicaia โ81โ). Con l’annata 1985 poi, un ulteriore balzo in avanti a consolidare la fama, e una mole di riconoscimenti italiani โ tante annate premiate con i Tre Bicchieri – e internazionali, con la 2015 nยฐ 1 nella โTop 100โ di Wine Spectator. Con la corrente annata 2018 che ha tutti i caratteri dei migliori Sassicaia, la magia si sta rinnovando, ancora una volta.
Graziana Grassini
Una magia, risultato del lavoro di un team collaudato nel tempo, guidato dal Marchese Nicolรฒ Incisa. Il direttore generale della Tenuta San Guido, Carlo Paoli, ricorda che “Non si debba mai perdere di vista, anche da parte di chi ci si approccia solo oggi, quel tratto di storia di rispetto della natura che contraddistingue il Sassicaia sin dai suoi primi anni. L’antica sensibilitร del Marchese Mario verso l’ambiente e la naturalitร รจ sempre stata mantenuta. Per questo รจ sempre stato un vino moderno“. L’enologa Graziana Grassini ha inziato a collaborare con la Tenuta San Guido dall’inizio 2010 proseguendo il lavoro di Tachis che per motivi di salute si era dovuto ritirare dall’attivitร (il grande enologo morรฌ nel 2016. ndr). “Quando ho iniziato conoscevo giร il Sassicaia: per me un punto di riferimento nonostante, in quel ventennio, andassero per la maggiore i vini concentrati, strutturati, legnosi. Ho cercato di capirlo sempre meglio, rispettando la sua eleganza, la dote che piรน lo caratterizza. Quando ti sei lasciato alle spalle i vini muscolari, il grande vino prevale”. Un principio che Priscilla Incisa della Rocchetta, figlia di Nicolรฒ, dal 2012 brand ambassador del vino, conosce bene “Lโeleganza รจ una discriminante che vale ancora oggi. Io ritengo che tutti i grandi vini debbano esaltare i valori del proprio terroir rimanendo fedeli al proprio stile. Il Sassicaia non รจ mai cambiato e lo ha mantenuto fermo nel tempo. Questo รจ il motivo del suo successo “.
Uvaggio: 85 % Cabernet Sauvignon, 15 % Cabernet Franc
I terreni su cui insistono i vigneti hanno una forte presenza di zone calcaree ricche di galestro, nonchรฉ di sassi e pietre (da cui prende il nome il vino) e sono parzialmente argillosi. Gli impianti di produzione si trovano ad unโaltitudine compresa fra i 100 e i 300 metri s.l.m., con esposizione a Ovest/ Sud-Ovest.
Il Sassicaia 2018 ha colore rubino profondo e riflessi porpora in primo piano. Al naso, inizialmente, le sensazioni di speziato con un accenno di legno aromatico e di noce si susseguono per poi continuare con le note di macchia mediterranea tanto distintive del Sassicaia quanto dei vini del bolgherese. Le stesse note che si avvertono โ essenze di gariga – attraversando i boschi per arrivare su a Castiglioncello. L’impianto austero viene interrotto da sprazzi di frutti rossi, a ingentilire. In bocca รจ lungamente succoso e suadente con la componente tannica perfettamente fusa. A renderlo particolarmente affascinante รจ una sensazione acida che esalta sia la lieve sapiditร sia il fruttato/speziato sul fondo. Molto lungo e fresco, elegante. Grandioso almeno quanto 2017 seppur diverso. Consigliato, come sottofondo all’assaggio del vino, un “haiku etrusco” di Alessandro Petri, agronomo dell’azienda. Quello che recita “Un pettirosso/tinge la vigna spoglia/di un canto muto”. Il vino รจ il suo terroir.
a cura di Andrea Gabbrielli
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