I nostri sensi sono letteralmente bombardati da una grossa quantitĆ di informazioni. Si stima che siamo esposti a una media tra le 3mila e le 5mila pubblicitĆ al giorno e a 11 milioni di bit di informazione, la maggior parte della quale interessa la vista. Non ĆØ un caso, quindi, che tra tutti i sensi quello che più ĆØ stato studiato e analizzato nel campo del marketing ĆØ relativo allāattenzione visiva. Il visual marketing, ovvero lāutilizzo strategico da parte del marketing di segni e simboli visivi finalizzati a comunicare il messaggio desiderato, oltre a promuovere la brand identity ha un ruolo fondamentale nel rendere più efficaci le vendite.
Lāattenzione offre un ampio campo di analisi per il neuromarketing soprattutto perchĆ© ĆØ dimostrato che alla sua base non vi ĆØ un processo cosƬ semplice. Sebbene i nostri sensi siano in grado di analizzare tutte le stimolazioni, in realtĆ non abbiamo nĆ© le energie, nĆ© lāorganizzazione cerebrale per percepire consapevolmente tutte le informazioni. La capacitĆ di processamento informativo si ferma, infatti, a soli 50 bit, disperdendo lāinformazione restante. Per questo motivo, non tutto ciò che ĆØ davanti ai nostri occhi attira lāattenzione. Gli accorgimenti visivi come la grafica, la forma, la dimensione, la texture, i colori o ancora le caratteristiche del punto di vendita sono elementi necessari per orientare e modificare la scelta finale.
La natura multisensoriale dello spazio e la pervasivitĆ delle stimolazioni impongono vincoli al funzionamento mentale, costringendo il cervello a ridurre la quantitĆ di informazione elaborata attraverso la capacitĆ di selezionare ciò che viene ritenuto più rilevante. Si tratta dellāattenzione selettiva. Le neuroscienze hanno dimostrato che i processi di comprensione e di valutazione di un prodotto, di una tipologia di vino, per esempio, avvengano quasi simultaneamente durante lāattenzione visiva. In questo processo, sia lāindividuazione sensoriale dellāoggetto (ovvero una bottiglia sullo scaffale o unāimmagine nel sito) sia la sua categorizzazione concettuale (che tipo di oggetto ĆØ presente nella scena) in un contesto ambiguo avvengono dopo cento millisecondi.
Questa ipotesi, definita Ā«mente-occhioĀ», si basa sul principio secondo cui ciò che una persona sta osservando riflette anche ciò cui sta pensando o verso cui ĆØ interessata ed ĆØ misurabile oggettivamente con un eye tracker. Inoltre, sempre più numerosi sono gli studi secondo i quali lāattenzione visiva sul prodotto ĆØ correlata con la brand memory e con la percezione di qualitĆ del brand. Perdere di vista la potenza evocativa delle immagini di un vino, sia su scaffale che sul web, significa fare perdere valore al brand.
<<<< Questo articolo ĆØ stato pubblicato su Trebicchieri, il settimanale economico di Gambero Rosso.
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