Rispetto al lockdown di aprile, il consumatore sceglie anche etichette piรน costose, soprattutto Docg. Un fenomeno di โtrading upโ che le insegne distributive provano a intercettare. Eย si afferma lโidea di creare nuovi spazi per quei prodotti finora esclusivo appannaggio dellโHoreca. Ma come e a quali condizioni? Il dibattito sui dati Iri gennaio-ottobre
Vini di fasce super premium da sempre destinati allโHoreca negli scaffali dei supermercati. Potrebbe sembrare โfanta-Gdoโ ma questa crisi economica ci ha giร abituati a importanti stravolgimenti. Uno di questi รจ, appunto, lโapertura del canale moderno alle grandi etichette della ristorazione. Un rimescolamento di carte โ che agli occhi di molti รจ un poโ come mettere assieme il diavolo e lโacqua santa โ nel segno di una multicanalitร con cui il settore vitivinicolo, fiaccato da un Horeca che non riparte, dovrร inevitabilmente fare i conti da qui in avanti. Tutto merito di un andamento positivo delle vendite nella grande distribuzione organizzata italiana che, in un anno del tutto condizionato dalla pandemia da Covid-19, ha dimostrato soliditร . La presenza del virus ha determinato unโaltalena degli acquisti, facendo coincidere il segno piรน per il vino soprattutto nei periodi di chiusura delle attivitร del fuori casa.
Secondo lโanalisi Iri, illustrata nel corso della tavola rotonda di wine2wine – il forum internazionale della Wine Industry – dedicata al tema โVino e grande distribuzione di fronte al cambiamentoโ, il vino ha mostrato dei picchi nel periodo marzo-maggio, un rallentamento nei mesi estivi e un nuovo rialzo tra ottobre e novembre. E cโรจ di piรน: coi vari stop alla ristorazione, i consumatori, oltre a premiare i vini comuni da tavola per il consumo quotidiano, hanno cercato nella Gdo anche quei prodotti di fascia piรน alta distribuiti in Horeca, provando a replicare a casa alcune abitudini di consumo del periodo pre-crisi, determinando un fenomeno di trading-up sui prezzi, registrato immediatamente dalle grandi insegne distributive, ora piรน che mai disposte a discutere con la filiera vitivinicola e valutare se e come allargare la propria gamma di top wine in spazi adeguati. Anche perchรฉ, giร a marzo-aprile, lโemergenza aveva catalizzato sulla Gdo lโattenzione di molte cantine in difficoltร , che non hanno esitato a bussare a quelle porte dove finora non si erano mai volute affacciare.
GRAFICO 1 โ Vendite vini e spumanti da gennaio allโ8 novembre
In sintesi, secondo i numeri illustrati da Virgilio Romano, business insight director di Iri (che si occupa di ricerche e analisi di mercato), nella prima parte dellโanno le vendite sono state condizionate dal lockdown, nel periodo estivo si รจ tornati a una quasi normalitร e, in autunno, si registra una nuova crescita, in coincidenza coi nuovi Dpcm anti-contagio del Governo. Nel complesso, da inizio anno allโ8 novembre, la variazione positiva รจ pari a 5,3% a volume (di cui 3,1 punti imputabili al trimestre marzo-maggio) con una spesa a +6,9% (di cui 2,6 punti decisi dal trimestre marzo-maggio). Guardando ai singoli mesi, le performance sono migliori in quelli interessati dalle ondate di contagio e dalle chiusure delle attivitร : ottobre ha chiuso a +2,8% e novembre a +10,8%. I prezzi risultano in crescita dellโ1,4% a fronte di un calo generalizzato (-3 punti) dei volumi in promozione.
GRAFICO 2 – Variazioni a volume per fasce di prezzo dei vini
In questo 2020, vanno sottolineati gli aumenti dei vini di categoria medio-alta con la crescita del 13,6% nella fascia di prezzo tra 7 e 10 euro e dellโ8,7% nella fascia tra 5 e 7 euro. I vini fermi segnano +4,8%, mentre gli spumanti, nonostante il crollo di aprile, aumentano del 10,4%. Crescono il vino comune (+4,2% a volume) e il vino a marchio delle insegne distributive (Mdd) con valori a +8,7% nel comparto vino e +10,8% nel comparto spumante, in particolare grazie alla spinta dei formati di piรน alto valore. Il biologico, ancora categoria di nicchia, conferma la crescita del 2019: +12,5%, a volume. I trend registrati da Iri segnalano un incremento sia per i vini da tavola ma anche per i vini di qualitร a denominazione dโorigine, in particolare per le Docg. Una sorta di polarizzazione tra fasce basse e quelle piรน alte, che inizialmente hanno sofferto per poi riprendersi gli spazi consueti, ripristinando le gerarchie consolidate.
GRAFICO 3 – Andamento vendite top 10 per prezzo medio, tra marzo e aprile 2020
Da una decina dโanni in continuo calo, al punto da essere considerata una specie in via di estinzione al supermercato, il classico bottiglione di vino, da 1,5 litri, รจ cresciuto a volume tra marzo e aprile 2020 di quasi il 30%. โAlla luce di quanto sta accadendo, dobbiamo riflettere bene e interrogarciโ ha osservato Virgilio Romano (Iri) โse possa essere considerato come un importante contenitore di servizioโ.
Il 2020 ha inevitabilmente modificato le abitudini di acquisto dei consumatori guidati da concetti come qualitร , salutismo, gratificazione, sostenibilitร e un forte ritorno dellโattenzione alla convenienza. La crisi ha anche favorito i dettaglianti di piccole dimensioni e il canale online, che in primavera ha realizzato un +200% per poi attestarsi a +122% nel periodo gennaio-ottobre, al punto da raddoppiare la sua quota sui fatturati della Gdo (discount inclusi): dallo 0,6% del 2019 (invariata da tre anni) allโ1,1% dei primi dieci mesi 2020. Una crescita che ha ripreso vigore tra settembre e ottobre, in concomitanza col rientro dalle vacanze e la ripresa delle infezioni. โSono dimensioni che iniziano a essere interessantiโ ha sottolineato Romano โe il canale online รจ ora da tenere sotto stretta osservazioneโ.
GRAFICO 4 – Trend vendite online del panel Iri โ ultimi tre anni (volumi)
Gli stessi consumatori, interpellati da Iri (assieme a RemLab, Universitร Cattolica), si dicono pronti a tornare solo in parte alle vecchie abitudini. Durante lโemergenza, lโ11,8% ha fatto acquisti di alimentari online, la metร lo ha fatto per la prima volta e il 47% di questi nuovi acquirenti web del periodo Covid ha dichiarato che continuerร a utilizzare internet per fare la spesa abitualmente o meno frequentemente. Il messaggio รจ chiaro per distributori e produttori: non tutto tutto tornerร allo status quo e come sempre โchi per primo si organizzerร per intercettare queste tendenze beneficerร del vantaggio di cui godono i primi arrivatiโ.
Cโรจ un fenomeno, in atto da qualche anno, che ha acquistato un diverso valore e ha cambiato velocitร in periodo di pandemia, suscitando il forte interesse delle principali insegne del canale moderno. Ed รจ la propensione del consumatore ad acquistare vini di fasce pregiate. Lo ha fatto notare, durante la tavola rotonda, Gianmaria Polti, responsabile beverage di Carrefour: โSembra che soprattutto per le Docg i clienti stiano facendo acquisti a prezzi superiori: un trade up che sta interessando i segmenti altiโ. Il trading up si รจ sviluppato soprattutto nella marca privata, secondo Fabio Sordi, direttore commerciale del Gruppo Selex: โStiamo lavorando su tutte le referenze dellโalto di gamma, premium e biologico, e questo potrebbe apparentemente contrastare con la probabile e attesa crisi del potere dโacquisto degli italiani, ma tutte le volte che abbassiamo il differenziale di prezzo il cliente reagisce con un trading up, che in futuro, va comunque ricordato, potrebbe essere condizionato dal ritorno di una maggiore pressione promozionaleโ.
Lโinteresse per le fasce top รจ confermato anche da Alessandra Corsi, direttore marketing dellโofferta e Mdd per Conad: โI consumatori sono piรน pronti a trovare in Gdo una certa qualitร di vini e noi stiamo cercando di venire incontro a queste esigenze, aumentando il valore dello scaffale sia dellโassortimento sia della marca commerciale, inserendo etichette pregiateโ. Da un lato, quindi, lโesigenza del consumatore e, dallโaltro, lโesigenza di quelle cantine che nel lockdown hanno cercato nella Gdo โun polmone per respirare spostando i volumi destinati allโHorecaโ, come ha osservato Francesco Scarcelli, responsabile vini, birre e bevande alcoliche per Coop Italia.
La multicanalitร che sta investendo anche il vino, spinta dal rapido sviluppo dellโonline, sta determinando un allentamento dei vecchi confini tra i canali distributivi. Da un lato, la Gdo sembra avere in mano una nuova opportunitร e, dallโaltro, una parte della filiera produttiva รจ meno snob nei suoi confronti. Se dialogo sarร , dovrร essere impostato su basi molto serie e di lungo periodo. โLโItalia ha considerato quasi sempre la Gdo un canale di serie B rispetto allโHorecaโ ha ricordato Enrico Gobino, rappresentante di Unione italiana vini e marketing director di Mondodelvino spa โma se ci sarร un corretto posizionamento di prezzo la Gdo potrebbe dare vita a una situazione virtuosa per cui si riconosce al vino lo stesso valore del canale Horeca, evitando asimmetrie e il mancato rispetto di un valore creato in tanti anni di lavoro. In questo senso, si puรฒ prendere il buono che la distribuzione moderna puรฒ portare alla filiera vitivinicola, anche da parte di chi, tra i produttori, non lโha mai considerata un canale fondamentale nelle strategie di venditaโ.
Alla luce degli stravolgimenti attuali, non ci sono tabรน nemmeno per Mirko Baggio, rappresentante di Federvini e responsabile vendite Gdo per Villa Sandi: โEstendere il prodotto Horeca sugli scaffali potrebbe creare qualche problema, ma non vedo perchรฉ un consumatore che oggi ordina con un clic qualsiasi prodotto non possa farlo entrando in un punto vendita della Gdo. Gli scenari sono mutati e ora cโรจ da capire come inserire questi prodotti di fascia altaโ. Va da sรฉ che occorrerร , in fase di negoziazione, scegliere dei partner capaci di valorizzare questi vini coi giusti abbinamenti e puntando sulla territorialitร : โSoprattutto che non denigrino il prodotto con politiche commerciali aggressive o con accentuate promozioni. Scegliere di entrare in Gdo con vini Horecaโ conclude Baggio โsignificherร incontrare le nuove esigenze dei consumatoriโ.
La Gdo รจ pronta a discutere, ma Francesco Scarcelli (Coop Italia) รจ stato molto chiaro: โSarร fondamentale che ci siano le stesse etichette dellโHoreca, se vogliamo approfittare della fidelizzazione dei clienti con quei marchi. Abbiamo bisogno, insomma, di produttori che ci mettano la faccia, i quali devono sapereโ ha avvertito โche chi entra oggi troverร uno scaffale giร presidiato da altre aziende che da sempre hanno creduto nel nostro canale. Siamo disponibili a creare e studiare un nuovo assortimento, ma bisogna ragionare sul lungo periodo con le cantine italiane. Non รจ che una volta passata la pandemia si torni al passatoโ. Appello al dialogo che arriva anche da Gianmaria Polti (Carrefour): โLa crescita delle Docg segna una tendenza, stiamo mettendo a catalogo molte piรน Docg che Doc. Una buona parte delle cantine si sta avvicinando a noi, ritenendoci un canale valido. Quindi, rinnovo lโinvito ai produttori: avvicinatevi alla grande distribuzione, sigliamo delle partnership e non spaventatevi della negoziazione sui listiniโ
a cura di Gianluca Atzeni
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