Le bottiglie di vino son tornate in bella vista nelle vetrine dei negozi, i wine lover a riempire i ristoranti del centro storico, i taxisti a incolonnarsi lungo Viale del Lavoro, con ingorghi che non si vedevano dai tempi pre-pandemici. E anche il sole – dopo timidi tentativiโ รจ tornato a splendere sulla cittร di Verona. Lโedizione n.54 di Vinitaly โ tanto attesa, annunciata e temuta – รจ finalmente stata celebrata. โVinitaly restartโ, per usare lโespressione di Veronafiere.
Unโedizione da cui ci si aspettava tanto. A partire dalle cose semplici, che in questo biennio son diventate off limits. Come, ad esempio, rincontrarsi dentro questa Italia del vino in miniatura e tornare a bere insieme, senza lโintermediazione di uno schermo. Aspettative non deluse, stando alle impressioni a caldo raccolte nei quattro giorni di incontri, in cui titubanti strette di mano si sono alternate ad abbracci spontanei, subito bilanciati dallโinevitabile maniluvio nellโAmuchina.
Sebbene questi due anni abbiano radicalmente modificato il nostro concetto di โbagno di follaโ, portandoci a scambiare un corridoio pieno di gente per unโinvasione aliena, รจ stato abbastanza evidente che, soprattutto nella prima giornata di Fiera, gli ingressi sono stati piรน contenuti, dimostrando lโefficacia di quella formula โpiรน business dentro, piรน eventi fuoriโ, annunciata piรน volte dal direttore di Veronafiere Giovanni Mantovani.
โSiamo soddisfattissimiโ รจ il commento di Giovanna Prandini, presidente di Ascovilo (l’associazione consorzi vini lombardi) โqualitร dei contatti molto alta e flusso perfetto. Tutto รจ stato piรน tranquillo e professionale, con il giusto tempo per comunicare le nostre bottiglieโ.
โVinitaly promossoโ รจ il commento di Giorgio Tinazzi di cantina Tinazzi โOrganizzato bene e proiettato verso la ripartenza. Credo che aver anticipato per una volta ProWein (la fiera di Dรผsseldorf si terrร a fine maggio; ndr) sia stato un vantaggio notevoleโ. Da ProWein, questa edizione di Vinitaly ha anche mutuato la maggiore attenzione allโaspetto del trade. โAbbiamo notato meno persone dentro, ma una presenza piรน centrata e realmente interessata al vinoโ, ha detto Federico Lombardo di Monte Iato di cantina Firriato.
Silvano Brescianini, presidente del Consorzio Franciacorta, ha fatto unโanalisi dellโevoluzione delle fiere in questi decenni: โAnni fa Bordeaux era la fiera di riferimento, poi รจ stata la volta di ProWein che in dieci anni ha conosciuto un vero boom. Oggi mi sento di dire che non esiste al mondo una fiera con i numeri del Vinitaly. E questa รจ una risorsa straordinaria per lโItaliaโ.
Il bilancio delle presenze estere di Veronafiere parla di un record storico di incidenza di buyer stranieri in rapporto al totale ingressi: i 25mila operatori stranieri (da 139 Paesi) hanno rappresentato, infatti, il 28% del totale degli operatori arrivati in fiera (88.000).ย Parlando di mercati storici e consolidati, nel testa a testa tra Stati Uniti e Germania lโhanno spuntata i primi, confermando la leadership nella classifica delle nazioni presenti.
E difatti, lโimpressione รจ stata di un Vinitaly Usa oriented, a partire dal focus di Veronafiere, nella giornata di inaugurazione, rivolto proprio al mercato nordeuropeo (vedi articolo Vino italiano in Usa: una storia di amore e tradimenti). Dโaltronde รจ quello che continua ad assorbire qualcosa come 2,2 miliardi di dollari lโanno del nostro vino, nonostante il periodo non facile.
ร di 5mila, invece, il totale dei mancati arrivi a causa di guerra e pandemia. Quarantene rigide e nuovi guizzi del Covid-19 hanno, infatti, ridotto la presenza da Sud Est Asiatico, come ha evidenziato anche Giacomo Sisti, export manager di Cantina Umani Ronchi: โPer noi il Giappone rappresenta uno dei principali mercati di sbocco, ma purtroppo, a causa della pandemia, non riusciamo a tornarci fisicamente da due anni, cosรฌ come loro hanno difficoltร a venire in Italia e, nel caso specifico, a Vinitaly. Tuttavia, non abbiamo registrato dei cali delle nostre esportazioniโ.
โA dirla tutta, qualche importatore giapponese presente in fiera sono riuscita ad incontrarloโ ha detto Valentina Di Camillo di Tenuta I Fauri โMa solo qualche caso sporadico. A ogni modo sono entusiasta di essere qua: per noi Vinitaly รจ La fiera. ร bello ritrovarsi anche con gli importatori di sempre, cosรฌ come trovo interessante anche lโincontro con i consumatori, che comunque vanno coccolati, perchรฉ ti danno quello sprint in piรน e ti dicono se stai facendo bene il tuo lavoro: un confronto che in questi due anni ci era mancatoโ. ” ร andata molto meglio di come mi aspettassiโ ha sottolineato David Buzzinelli, neoeletto presidente del Consorzio del Collio โAbbiamo registrato una maggiore presenza italiana ed europea che, in qualche modo, ha supplito alla mancanza delle delegazioni asiaticheโ.
Gli altri grandi assenti di Verona, insieme agli asiatici, sono invece stati i russi, il cui incoming รจ stato sospeso per via della guerra. โUna grande perditaโ ha commentato la presidente del Consorzio del Prosecco Docg Elvira Bortolomiol โtuttavia, al di fuori delle delegazioni ufficiali, qualcuno cโera, sia dalla Russia, sia dallโUcraina, e lโabbiamo incontrato. Il loro interesse per il vino italiano resta altissimo. Al di lร di questa tragica situazione, questo Vinitaly mi รจ sembrato molto ben fatto e ha fatto capire che la ripresa del vino รจ giร in attoโ.
Ma passiamo ai contenuti, che hanno riempito calici e convegni dei quattro giorni veronesi. Se dovessimo utilizzare degli hashtag per descrivere lโedizione ventidueventidue di Vinitaly, la scelta sarebbe variegata e ci aiuterebbe a comprendere la direzione che sta prendendo il mercato.
A iniziare dalla parola sostenibilitร , fresca del nuovo standard nazionale appena adottato dal Mipaaf, di cui si รจ parlato nel convengo organizzato da Federdoc. Grande spazio, poi alle bollicine, che si son presentate a Verona con il record di 1,82 miliardi di euro di export. Difficile trovare una regione, una denominazione, se non proprio una cantina sprovvista di un proprio metodo classico o charmat. Altra parola che รจ risuonata con sempre maggiore potenza tra i padiglioni della Fiera รจ stata mixology, un fenomeno che fa da trend setter sullโevoluzione delle abitudini di consumo, dagli aperitivi ai cocktail low o free alcol. Non รจ casuale la scelta di Vinitaly – dopo il successo durante la Special Edition – di dedicargli unโarea apposita con masterclass ogni giorno sold out. Cosรฌ come non รจ casuale la scelta di alcuni consorzi (Asti Docg su tutti) di proporre dei propri miscelati, affidandosi ai loro bartender. Dโaltronde ormai il vino irrompe in maniera sempre piรน determinante nel mondo nei drink mixati, anche in virtรน di una crescente domanda di calici meno alcolici e piรน facili da bere.
Bene lโesordio anche per gli orange wine, protagonisti dellโOrangeWineFestival @Vinitaly, unโiniziativa dedicata ai vini bianchi macerati prodotti in modo sostenibile con walk around tasting di 38 produttori selezionati da 7 nazioni: Slovenia, Italia, Austria, Georgia, Serbia, Croazia e Grecia. Lโarea dei vini orange, grazie alla partnership pluriennale firmata con lโOrangeWineFestival di Isola, in Slovenia, รจ entrata cosรฌ da questa edizione a far parte degli โspecial showโ tematici di Vinitaly su specifiche zone produttive o tipologie di prodotto, con lโobiettivo di un ulteriore crescita internazionale della manifestazione.
Accanto a quello che viene definito il โquarto colore del vinoโ, si collocano poi tutta una serie di sfumature che hanno reso piรน colorata questa edizione della Fiera. Ci riferiamo a quella categoria di vini che non esiste โ non almeno a livello legislativo โ ma che รจ comunemente riconosciuta sotto la definizione impropria di vino naturale. Rispetto allโedizione del 2019, la presenza di vini rifermentati in bottiglia, con colori variegati dal giallo al granato, con etichette stravaganti e tappi a corona, รจ diventata sempre piรน rilevante. La roccaforte รจ stata la Hall F, affollata da 115 esibitori di vini biologici (erano 69 quelli che avevano acquistato lo spazio nel 2020), in unโalternanza tra aziende appena arrivate sul mercato e realtร giร consolidate. Non sorprenderร , quindi, che anche nei cosiddetti โpadiglioni tradizionaliโ, molte novitร abbiano iniziato a fare breccia.
Sarร questa una delle chiavi per conquistare quella fetta di popolazione che risponde al nome Millennial e Gen Z e che si sta progressivamente allontanando dal vino (vedi focus sul mercato americano)?
Ultima parola di questo immaginario mosaico social, che abbiamo provato a costruire, รจ gender gap. Sono ben lontani i tempi in cui in fiera i bagni per le donne erano appena due o tre (cโรจ chi giura di aver assistito a unโoccupazione di massa nei decenni passati, che avrebbe portato a ottenere la paritร di toiletteโฆ almeno quella!).
Dalle istituzioni ai vertici dโazienda, passando per buyer e sommelier, la ripartizione dei ruoli uomo/donna sembra ormai alquanto omogenea. In ambito enoturistico, pare che le donne sia il cuore pulsante. E la presenza femminile in Fiera รจ stata รจ pari, se non superiore a quella maschile. Un motivo in piรน per chiedersi come mai allora la stessa cosa non si possa dire del parterre di nomi che abbiamo visto sfilare nei principali incontri istituzionali. Attenzione: parliamo di una tematica che va oltre la Fiera di Verona, ma di cui Vinitaly รจ cartina tornasole. Se in una manifestazione cosรฌ ben attenta alle novitร , la paritร di genere stenta ancora a decollare, significa che รจ il vino tutto a doversi ancora evolvere. Ma questa รจ unโaltra storia. Una storia che continueremo a raccontare.
a cura di Loredana Sottile
foto: Veronafiere
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