La proposta irlandese di introdurre unโetichetta allarmistica sulle bottiglie di alcol รจ solo la punta dellโiceberg di un dibattito piรน ampio in corso da tempo: dal Cancer Plan alle linee guida dellโOms, il vino giร da anni รจ al centro di unโondata di neoproibizionismo che soffia non solo in Europa, ma a livello globale. La risoluzione di Dublino รจ, quindi, servita a far venire a galla il dibattito, insieme alla vera posizione della Commissione Ue, che scegliendo di non intervenire ha dato il via libera agli health warning. Ma non solo.
Tra le novitร di questa settimana cโรจ lโintervento del portavoce della Commissione europea Stefan De Keersmaecker, che ha parlato di un โlavoro tecnico in corso sulla revisione delle norme europee in materia di etichettatura. Nessuno รจ contro il vinoโ ha detto lo scorso lunedรฌ in conferenza stampa, incalzato dalle domande dei giornalisti โCiรฒ di cui tratta il Piano per sconfiggere il cancro รจ il consumo dannoso di alcol, che รจ un problema di salute pubblica. Pianoโ ha ricordato “che prevede una riduzione del consumo dannoso di alcol di almeno il 10 per cento entro il 2025″.
Una dichiarazione estemporanea rilasciata con leggerezza? Non proprio. A ben guardare, infatti, lโannuncio dร seguito aย una dichiarazione della commissaria per la salute e la sicurezza alimentare Stella Kyriakides che, giร lo scorso 10 gennaio, in forma scritta, rispondeva allโinterrogazione di un eurodeputato francese, dicendo che โIl piano europeo contro il cancro ha annunciato lโintenzione della Commissione di adoperarsi per introdurre avvertenze sanitarie sulle etichette delle bevande alcolicheโ, oltre a โetichettatura obbligatoria dellโelenco degli ingredienti e della dichiarazione nutrizionale per le bevande alcolicheโ.
Parole queste โ insieme a quelle del portavoce – che hanno subito provocato la reazione delle principali sigle di settore italiane, soprattutto perchรฉ assieme alla questione irlandese,ย di cui ha pure parlato Assoenologi nel suo recente Simposio, sta venendo al pettine quella europea.โPoco meno di un anno fa il Parlamento Europeo approvava il piano di lotta contro il cancro, distinguendo nettamente tra consumo moderato e consumo dannoso di alcolโ, ha subito commentato la presidente di Federvini Micaela Pallini โE le linee guida sulla sana alimentazione definite dal Crea prevedono chiaramente una chiara distinzione tra consumo responsabile e abuso.ย Non accettiamo, quindi, informazioni superficiali, ambigue e basate su dati non sorretti da metodologie accettate da tutta la comunitร scientificaโ.
Si dice delusa Unione Italiana Vini: โCi pareโ ha detto il segretario generale Paolo Castelletti โche su argomenti di tale importanza siano controproducenti le dichiarazioni cerchiobottiste: da una parte si afferma che ‘nessuno รจ contro il vino’, dallโaltra si annuncia una ‘revisione delle etichette”. Non nascondiamo, quindi, la nostra amarezza nellโosservare un organismo esecutivo – la Commissione โ che sembra non tenere conto di quanto stabilito dallโindirizzo politico dellโEuroparlamento che, a inizio 2022, aveva espunto lโipotesi degli health warning dal Cancer Planโ.
Non si rischierร , in questo modo, uno scontro istituzionale tra lโorgano proponente (la Commissione) e quello legiferante (lโEuroparlamento)? E come รจ possibile tale forzatura da parte della Commissione Ue?
Per trovare la risposta probabilmente bisogna volgere lo sguardo al documento programmatico approvato lo scorso settembre lโOrganizzazione Mondiale della Sanitร che prevede, tra le altre cose, riduzione dei consumi di alcol del 10% entro il 2025, avvertenze sanitarie, aumento della tassazione; divieto di pubblicitร /promozione/marketing in qualsiasi forma; diminuzione della disponibilitร di bevande alcoliche. Linee guida che, a giudicare dalle ultime dichiarazioni, la Commissione Ue ha tutta lโintenzione di recepire.ย E, se cosรฌ fosse, si chiede Unione Italiana Vini: โQual รจ il senso di far proliferare iniziative unilaterali degli Stati membri – sdoganando messaggi allarmistici senza un ampio dibattito – se l’obiettivo della Commissione dovrebbe essere quello di armonizzare a livello Ue questa materia cosรฌ complessa e delicataโ?
Ad ogni modo, sia che la Commissione decida di bloccare lโIrlanda โ o altri eventuali Paesi – per intervenire con una sua revisione del regolamento sullโetichettatura (1169), sia che si vada avanti con i nuovi alert di Dublino a partire dal 2026 (รจ di tre anni, infatti, il periodo transitorio), appare chiaro che il tema in futuro dovrร necessariamente spostarsi su un nuovo piano: prendere parte alla discussione per non subire decisioni altrui. Dโaltronde, come ha anche confermato il portavoce della Commissione Ue, una revisione dellโetichettatura ci sarร .ย Ed รจ per questo che dalle colonne del settimanale Tre Bicchieri il segretario di Unione Italiana Vini lancia il suo appello a tutta la filiera: โRiteniamo che a questo punto sia utile operare un cambio di passo, anticipando le mosse di Bruxelles. Servirร perciรฒ una presenza unitaria al tavolo di confronto e sarebbe utile che il comparto del vino presentasse una propria proposta di etichettatura. Parliamo di messaggi coerenti con le avvertenze indicate anche dallโEuroparlamento in sede di discussione del Cancer plan, quando le โhealth warning labels” erano state sostituite con le โmoderate and responsible drinking information”. Ci appelliamoโ chiosa Casteletti โa tutto il mondo del vino italiano e internazionale affinchรฉ il settore si faccia avanti per proporre un modello di comunicazione basato sullโimportanza del consumo responsabile e moderatoโ. Servirร una proposta legittima, credibile e scientificamente sostenibile. E forse lโetichetta digitale – giร presa in considerazione per gli ingredienti โ potrebbe essere una viaโฆ
a cura di Loredana Sottile
L’articolo completo รจ stato pubblicato sulย Settimanale Tre Bicchieri del 26 gennaio 2023
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