Ci mancava la rivoluzione russa per dare un altro schiaffo al Prosecco, che sta vivendo la sua estate nera. E no, non รจ una buona notizia. Dal 1ยฐ agosto infatti Mosca ha quasi raddoppiato i dazi doganali su vini e vermuth: erano del 12,5 per cento per i vini e del 10 per i vermuth, ora sono tutti al 20 per cento. Balzelli che si applicano a partire da un valore di 1,5 dollari al litro, e quindi a qualsiasi bottiglia del nostro export.
Una brutta notizia che rischia di incidere pesantemente nellโexport verso un Paese che, nonostante il fardello della guerra, รจ tuttora considerato uno dei piรน promettenti per il comparto vitivinicolo, rispetto ad altri piรน maturi e meno dinamici. Soprattutto nel comparto delle bollicine, per le quali la Russia รจ il quinto mercato per le aziende italiane, mentre รจ il nono in assoluto. E soprattutto per il Prosecco e in misura minore per lโAsti docg. Una ritorsione economica alle sanzioni internazionali che lโItalia ha appoggiato senza esitazioni, ma questo certo non consola le aziende.
Numeri positivi?LโItalia nel difficilissimo 2022 – lโanno in cui il 24 febbraio รจ incominciata lโinvasione dellโUcraina – ha spedito in Russia vini per un totale di circa 171 milioni, 91 dei quali solo per gli spumanti, amatissimi dai russi, con un aumento per le sole bollicine del 28 per cento su base annua che sarebbe stato anche superiore se non ci fosse stata di mezzo la guerra. Peraltro molti analisti ritengono questi dati sottostimati perchรฉ in Russia arriverebbero anche molte bottiglie importate da Paesi confinanti come la Lettonia, che ha numeri sproporzionati rispetto alla scarsa popolazione: 81 milioni di euro a fronte di meno di due milioni di lettoni (curiosamente, invece, il paese che esporta piรน vino in Europa รจ la Moldavia).
Questo trend positivo รจ andato avanti anche nel 2023, con un primo semestre che ha fatto registrare un giro di affari di 67 milioni di euro con aumento del +65 per cento, anche se questo boom potrebbe essere stato determinato dalla decisione degli importatori russi di fare scorte prima del giro di vite.
Come che sia, lโaumento dei dazi rischia di raffreddare questo andamento positivo e a farne le spese potrebbe essere in particolare il Prosecco. Un vino che da anni vive un prolungato boom trainato dalle esportazioni ma che questโanno ha dovuto incassare una serie di brutti colpi: il maltempo che ha colpito duro e che rischia di decurtare pesantemente la produzione, la scarsa aciditร delle uve e il basso grado zuccherino, la mancanza di personale per la vendemmia, il crollo dei consumi, le querelle tra il consorzio Conegliano Valdobbiadene docg e la piรน ampia doc, la querelle sul nome con l’Australia sulla falsariga di quanto accaduto in Croazia (e poi risoltosi a favore dell’Italia). E ora lo sgarbo russo. Non รจ lโanno giusto per i brindisi.
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