vini no alcol

Pasticcio di Governo sui vini dealcolati. Il Mef presenta una sua proposta ignorando quella di Lollobrigida

"La bozza di decreto sui no alcol presentata in Consiglio dei ministri non รจ quella su cui sta lavorando il Masaf. Cosรฌ la gestione passerebbe all'Agenzia delle Dogane". Unione italiana vini spiega perchรฉ adesso si rischia l'impasse

  • 17 Ottobre, 2024

Dal Governo del no al no alcol, ad un eccesso di dealcolizzazione. รˆ questa, in sintesi, la paradossale situazione che si รจ venuta a creare con la nuova bozza di decreto che dovrebbe dare il via libera ai dealcolati allโ€™interno del decreto accise. Peccato che la proposta porti la firma del ministero dellโ€™Economia e non del ministero dellโ€™Agricoltura e che vada ad annullare il lavoro di mesi fatto dalle associazioni vitivinicole a fianco del ministro Francesco Lollobrigida.

Il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti

Il nuovo decreto rischia di mandare allโ€™aria il lavoro del Masaf

ยซUn fulmine a ciel sereno per tuttiยป รจ il commento al Gambero Rosso di Unione italiana vini, che proprio nelle scorse settimane era stata convocata assieme alle altre sigle di settore nel famoso Tavolo di lavoro, annunciato mesi fa dal titolare del Masaf per arrivare ad un iter condiviso sulle modalitร  di dealcolizzazione. Lโ€™improvvisa intromissione del Mef in questo percorso sembra, quindi, frutto di una mancanza di dialogo tra i due ministeri (Ma com’รจ possibile che il ministro Giancarlo Giorgetti non abbia pensato di interpellare Lollobrigida su una questione legata al vino?). O, a voler pensare male, di un tentativo di estromettere lโ€™alleato di Governo dalla gestione del nuovo segmento no alcol.

ยซAbbiamo giร  allertato il ministero dellโ€™Agricoltura sulla questione โ€“ spiega il segretario generale Uiv Paolo Castelletti โ€“ e lโ€™auspicio รจ che tutto ritorni in campo del Masaf. Oltretutto, il prossimo incontro con la filiera era previsto a giorni: dopo mesi di confronto eravamo ad un passo dalla chiusura, con una soluzione di compromesso largamente condivisa dalla filiera, mentre adesso le aziende, giร  provate da anni di tira e molla, si ritrovano con una nuova proposta che pone piรน di un limite e che appare inapplicabileยป.

Paolo Castelletti segretario generale Uiv

Nuove accise e limiti quantitativi alla produzione

I limiti a cui fa riferimento Castelletti riguardano prima di tutto il passaggio della gestione allโ€™Agenzia delle Dogane che dovrebbe eseguire le operazioni di riduzione del titolo alcolometrico e che, va da sรฉ, imporrebbe delle accise sul prodotto finale, come si legge nella bozza del decreto, dove si parla anche di un paletto importante alla produzione: ยซPurchรฉ il quantitativo annuo di alcole etilico, che si ritiene possa essere ottenuto a seguito dei predetti trattamenti, sia non superiore a 50 ettolitri di alcole anidroยป. Ovvero 500 hl di vino.
ยซUn limite invalidante โ€“ secondo Uiv โ€“ che rappresenterebbe un significativo ostacolo allo sviluppo di tali prodotti per le imprese vitivinicole. Dโ€™altronde โ€“ si chiede Castelletti โ€“ chi mai si doterebbe di un impianto di dealcolizzazione per delle quantitร  cosรฌ ridicole?ยป. Infine, sarebbe introdotto lโ€™obbligo di raccogliere l’alcol etilico derivante dal processo di dealcolizzazione in un recipiente sigillato dall’Agenzia delle Dogane, in collegamento diretto e stabile con gli impianti in cui avvengono i trattamenti. ยซUn procedimento inutilmente gravoso โ€“ commenta il segretario generale di Uiv – La soluzione idroalcolica dovrebbe, invece, essere trattata come un rifiuto di processo e smaltita dalle cantine attraverso modalitร  semplificate, senza obbligare gli operatori agli adempimenti previsti dalla normativa fiscale. Era questa la ratio seguita dalla bozza di decreto del ministero dellโ€™Agricolturaยป.

Un recente incontro della filiera vino. Al centro il presidente Uiv Lamberto Frescobaldi tra il ministro Giorgetti e il ministro Lollobrigida

I dealcolati sono la nuova tela di Penelope

Al di lร  delle criticitร  della nuova proposta, il vero problema sta nel metodo. Da anni, infatti, lโ€™Italia si avvolge su sรฉ stessa in questo dubbio amletico โ€“ dealcolare o non dealcolare? โ€“ e adesso che la questione sembrava sbloccata, si ritorna al punto di partenza. Di certo le brusche chiusure e le improvvise aperture da parte del ministro Lollobrigida sul tema non hanno aiutato, ma nessuno poteva immaginare che i dealcolati diventassero la nuova tela di Penelope. E, paradossalmente, avere due decreti sul tema equivale a non averne neppure uno, con buona pace di quelle aziende che speravano, a breve, di poter entrare in un mercato in crescita senza dover passare dagli stabilimenti esteri.

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